Questo breve articolo analizza i primi scatti che ho fatto con la Reflex Digitale
Canon EOS 400D: la prova consiste nella valutazione del risultato finale nei 3 obiettivi in mio possesso (per capirne le potenzialità), e della resa generale della macchina digitale.
Il parco obiettivi in mio possesso è lo standard base degli utilizzatori e si compone dei due obiettivi in dotazione nei kit analogico e digitale (rispettivamente il
Canon EF 28-90 II [4-5.6] ed il
Canon EF-S 18-55 II [3.5-5.6]), ed il mio preferito, il
Canon EF 35 [2].
Per prima cosa voglio precisare che la prova non ha un carattere scientifico ma è un semplice esperimento che ho condotto per testare la resa dei tre obiettivi e, in generale, capire le potenzialità della Canon EOS 400D. Occorrerebbero molte altre prove, nelle più svariate condizioni, per valutare pienamente le reali capacità della macchina.
Per la prova ho scelto un soggetto particolare: una vecchia FIAT 600 abbandonata tra le sterpaglie! Lo sfondo è la campagna. Ho posizionato il treppiede a circa un metro dal soggetto principale, ad un'altezza di 80 centimetri da terra senza nessuna particolare impostazione: ho simulato le condizioni di un utilizzatore medio.
Gli scatti successivi sono tutti realizzati ad ISO 100, alle ore 16:30 del giorno 30 giugno 2007, con priorità di apertura del diaframma (programma Av), tempo di 1/200 di secondo e diaframma a f/5.6.
Il
Canon EF 28-90 diventa, moltiplicato per il fattore di conversione di 1.6, un
45-144 mm, e questi sono i due scatti alle focali estreme:
Il
Canon EF-S 18-55, che diventa un
29-88 mm, avrà come estremi queste due immagini:
Infine il
Canon EF 35, con la sua focale fissa, diventa un
56 mm:
Già dopo questa prova mi sono reso conto della notevole differenza dei tre obiettivi.
Lo scatto effettuato con il 35 mm non ha richiesto nessun tipo di ritocco sui livelli, ma la riduzione che vedete è esattamente lo scatto eseguito: risulta molto più luminoso degli altri ed è ben bilanciato, sia nelle zone chiare che in quelle scure; sul dettaglio parleremo in seguito.
Per quanto riguarda gli altri due invece ho dovuto applicare una regolazione nei livelli per raggiungere (rapidamente!) un risultato soddisfacente. Addirittura si è dimostrato più efficiente il Canon 28-90, in quanto il 18-55 ha richiesto una maggior attenzione ed una ulteriore calibrazione dei colori, un po' spenti (in particolare nella focale di 15 mm).
Gli scatti che seguono sono tutti eseguiti alla focale di 56 mm, togliendo la priorità di diaframma ed impostando nel programma P. In questo caso non ho applicato nessuna regolazione in post-produzione (tranne un leggero sharpen) per rendere il confronto più diretto. L'area evidenziata è la zona presa come campione per il confronto successivo.
Questi i tre scatti con i rispettivi valori:
Canon EF 28-90 (1/100 sec - f/7.1)
Canon EF-S 18-55 (1/100 sec - f/8.0)
Canon EF 35 (1/200 sec - f/5.0)
Già dalle riduzioni si notato molte differenze: di nuovo, se escludiamo lo scatto con l'ottimo 35 millimetri, i risultati per gli altri due si equivalgono, non fosse per un più efficiente lavoro sulle luci del 28-90, che riesce a lavorare meglio del 18-55 nelle parti più scure.
Adesso vediamo cosa succede ingrandendo l'immagine fino alla sua dimensione reale: in ordine le tre porzioni prescelte (di 295x383 pixel). In questo caso non ho fatto nessun lavoro di postproduzione, mantenendo inalterato lo scatto proprio per non falsare la prova.
Finalmente, controllando la definizione del particolare, il 18-55 sorpassa il 28-90, garantendo una maggior nitidezza nei particolari. Sempre imbattibile il 35 mm.
CONCLUSIONI
In generale la
Canon EOS 400D si è dimostrata un'ottima macchina, con un sensore decisamente più efficiente rispetto ai modelli, di stesso target, che l'hanno preceduta.
Per quanto riguarda i tre obiettivi, lasciando stare il Canon 35 mm, ottimo in qualità e resa, il Canon EF 28-90 mi ha stupito: è veramente un obiettivo paragonabile all'EF-S, se non migliore nella resa dei colori e delle parti scure. Il vantaggio del Canon EF-S 18-55 è nella sua definizione, decisamente migliore, che permette all'utente di operare in post produzione per avere immagini di qualità; mentre il primo garantisce un buon risultato senza la necessità di grossi ritocchi, il secondo raggiunge un risultato soddisfacente solo dopo l'investimento di un bel po' di tempo in regolazioni sui programmi di fotoritocco.
Con l'utilizzo nei mesi successivi alla prova posso dire che il 28-90 è preferibile negli eventi "mondani", nelle feste, dove c'è necessità di utilizzare la focale di 144 mm, mentre il 18-55 è migliore nel caso si vogliano fare delle foto di architetture, di interni, o comunque quando è richiesto l'uso del grandangolo (grazie al suo 29 mm). Purtroppo il mitico 35 mm, convertito a 56 mm per via del fattore di riduzione, è sprecato e molto meno utilizzato rispetto alla focale originale.
Chiudo con una serie di scatti "limite" fatti con i tre obiettivi, così da valutare in generale le potenzialità della 400D. Ogni foto ha un particolare ingrandito a dimensione reale: mentre le immagini sono state modificate con un programma di fotoritocco, i particolari sono inalterati, rimasti esattamente come la macchina li ha colti!
I colori (Canon EF 35 - 1° luglio 2007 - 56 mm - 1/4000 sec - f/5.6)
Il paesaggio (Canon EF 28-90 - 30 luglio 2007 - 45 mm- 1/200 sec - f/10)
La città (Canon EF-S 18-55 - 31 luglio 2007 - 29 mm - 1/40 sec - f/9)
La fiesta (Canon EF 35 - 8 luglio 2007 - 56 mm - ISO 1600 - 1/60 sec - f/2.8)
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