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Mostra

Robert Mapplethorpe

mostra di fotografia

8 Ottobre 2005 - 1 Gennaio 2006
Promotrice delle Belle Arti
Viale Balsamo Crivelli 11 - Torino
orario: tutti i giorni 10-19, giovedì 10-23, domenica 10-20
info: 011 6599657 - 011 6599742
ingresso: 8,50€ (intero), 6,50€ (ridotto) Share
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"Voglio che la gente guardi le mie opere prima di tutto come opere d’arte, e poi come fotografie".

Robert Mapplethorpe


Determinato a esaltare la bellezza di ogni soggetto, Robert Mapplethorpe ha esteso l’attenzione del linguaggio fotografico ad argomenti rimossi dalla cultura, producendo a volte immagini scandalose e controverse, ma anche sublimi e magiche. Ha fotografato nature morte, composte di fiori appena sbocciati e collocati in splendidi vasi, e seguito le trasformazioni sensuali della prima donna bodybuilder. Ha documentato l’universo dell’underground sessuale newyorkese con i suoi rituali perversi, esaltato la monumentalità del corpo nudo afroamericano, il glamour del mondo degli artisti e la seduzione dei protagonisti dello spettacolo e della società. Una passione per una visione carnale del mondo, che ha trovato nell’equilibrio e nella simmetria, una maniera classica di trattare argomenti erotici e esistenziali, arrivando a costruire immagini fotografiche che diventano pitture e sculture.


Dal 1972 al 1989, anno della sua scomparsa, le sue fotografie sono state eseguite, per la maggior parte, in studio cosi’ da riproporre la condizione di totale austerità e di formale controllo dell’artista o del ritrattista tradizionale. Tuttavia da una condizione minimale del fare sono nate le figurazioni e i ritratti più lussuriosi e seducenti, memorabili e meraviglianti della storia della fotografia moderna.

La varietà dei soggetti ritratti, quasi sempre persone conosciute o amate, da Patti Smith a Arnold Schwarzenegger, da Lisa Lyon a Andy Warhol, testimonia la diretta conoscenza di un universo sociale e omosessuale, letterario e musicale, che rappresenta un compendio del tutto eccezionale della cultura americana degli anni dal 1970 al 1990, vista attraverso i ritratti dei frequentatori delle gallerie d’arte e dei musei, dei club e dei bar, senza timore di intrecciare il proprio esistere, proponendosi quale dandy e aristocratico, figura maschile e femminile, con il mondo delle cerimonie feticiste.

L’attuale antologia propone - in una grande ed articolata esposizione, la più grande mai realizzata e curata da Germano Celant con circa 300 opere, tra cui alcune inedite -una rilettura in chiave iconografica e storica della sua opera per evidenziarne le radici e le relazioni con l’arte antica e con la fotografia moderna.

La mostra, mettendo a confronto e in rapporto le prime polaroids con i dipinti serigrafici di Warhol o le sequenze di Muybridge, oppure relazionando i suoi nudi al femminile e al maschile con le sculture neoclassiche di Canova, o ancora richiamando i suoi interessi per la storia della fotografia da Nadar a Ray, da Muybridge a Platt Lynes, e della storia dell’arte da Michelangelo a Bronzino, da Schiele a Rodin, che si rispecchiano nei torsi, nei ritratti e nelle nature floreali, si propone come una rivisitazione critica di Mapplethorpe, assumendolo nel suo aspetto di trasgressore con una particolare propensione formalista e classica, un tentativo di produrre un’esposizione inusuale dove l’intreccio tra contemporaneità e storia serva ad illuminare reciprocamente i territori linguistici, offrendo un’interpretazione concreta della loro specularità.

L’antologica torinese è arricchita da un ampio materiale referenziale, che arriva a includere anche i films di Pasolini, di Schlesinger, di Silverstein, della Cavani e di Jarman, nonchè i cataloghi e le testimonianze televisive sull’artista.



Testo tratto dal sito ufficiale della mostra (www.mapplethorpetorino.it).



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commenti
  SAndro  [11 Dicembre 2007 - 16:05]
Una delle mostre più belle che abbia mai visto.
Un allestimento di grande raffinatezza e cura nella selezione dei lavori e nella disposizione.

Una mostra davvero incredibile!



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