La ricerca di
Luca Campigotto (Venezia. 1962), senza dubbio una delle personalità più significative nel panorama della fotografia italiana contemporanea, appartiene di diritto a quella che è stata definita la nuova "generazione delle immagini", senza presentare le manipolazioni che caratterizzano molti dei lavori di artisti suoi coetanei. A Campigotto non servono invenzioni tecnologiche o particolari riprese per trasformare i sentimenti che nascono dall'incontro con le tracce della storia, ricercate attraverso indagini meticolose e al tempo stesso assai raffinate, in uno stile colto ed elegante, come in queste straordinarie immagini che attraverso i luoghi fortificati della Grande Guerra ci introducono nel tempo sospeso e desolato della distruzione.
Questo lavoro, iniziato nei primi anni Novanta, è nato sulla scorta della grande narrativa lasciata dagli stessi protagonisti della Grande Guerra: da "Un anno sull'altopiano" di Emilio Lussu a "Nelle tempeste d'acciao" di Ernst Junger. Passando per le indispensabili, dettagliatissime guide sugli itinerari bellici di Walther Schaumann.
La montagna è una sorta di fondale epico che rispecchia il dramma e l'immensa malinconia della guerra. Posti quasi irraggiungibili, che magari a malapena avevano un nome sulle carte topografiche, d'un tratto diventano punti di riferimento irrinunciabili, posizioni da cui non si può - non si deve - indietreggiare.
Esposte al gelo e alla pioggia, sempre mal vestite e male armate, sottoalimentate e in genere con troppa grappa in corpo, moltitudini di soldati scavano chilometri di grotte e gallerie, costruiscono labirinti di trincee, issano infiniti reticolati di filo spinato. Si sparano per mesi interi, restando a poca distanza gli uni dagli altri.
Dai silenzi del Pasubio, dell'Ortigara, del Grappa, del Carso, filtra la memoria di tanti racconti e riecheggiano le parole di libri straordinari: le tragedie e le miserie della guerra si mischiano agli aneddoti e alle avventure. La paura si confonde all'eroismo, nel continuo, strenuo sforzo per restare vivi e tornare a casa.
I protagonisti, ormai abituati ad affrontare l'orrore, finiscono per narrare in modo sobrio vicende dai risvolti spesso incredibili e assurdi. Il loro narrato, pudico e quasi scabro, somiglia davvero a questi luoghi di montagna, severi come un tempo. Scenari grandiosi, che con la loro drammatica bellezza restituiscono l'atmosfera di quelle testimonianze, e un profondo senso della Storia.
Luca Campigotto
Luca Campigotto è nato a Venezia nel 1962. Laureato in Storia Moderna, inizia a fotografare nei primi anni Ottanta, concentrando il proprio interesse sul paesaggio, l'architettura e l'industria. Dal 1990 i temi della sua ricerca personale si intrecciano alla committenza per enti e istituzioni, portandolo a realizzare progetti fotografici di ampio respiro su Venezia, Roma, Napoli, New York, Chicago, Il Cairo, il Marocco, la Patagonia.
Ha esposto, tra l'altro, al Mois de la Photo, Parigi; 47' Biennale di Venezia; MAXXI, Roma; MEP, Parigi; IVAM, Valencia; Galleria Gottardo, Lugano; The Art Museum, Florida; CCA, Montreal.
Le sue opere fanno parte di importanti collezioni private e pubbliche, tra cui: Maison Européenne de la Photographie, Parigi; Canadian Centre for Architecture, Montreal; Progressive Art Collection, Cleveland; Margulies Collection, Miami; Sagamore Collection, Miami; Collezione Unicredit, Milano; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Museo Fortuny, Venezia; Museo d'Arte Moderna e Contemporanea, Varese; Galleria Civica, Modena; Museo della Fotografia, Cinisello Balsamo; Museo Civico, Riva del Garda; CRAF, Spilimbergo.
E' in corso di pubblicazione il suo volume "Venezia, immaginario notturno" (Contrasto, Roma; Thames&Hudson, London; La Martinière, Paris, 2006).
Tra le sue altre pubblicazioni: "Sguardi gardesani", 2004; "L'Arsenale di Venezia", 2000; "Fuori di casa", 1998; "Molino Stucky", 1998; "Venetia Obscura", 1995.
Coltiva da sempre l'interesse per la scrittura. Nel 2005 la rivista Nuovi Argomenti ha pubblicato una selezione di sue immagini e poesie.
Testo tratto dal sito ufficiale del Festival Internazione FotoGrafia di Roma (
www.fotografiafestival.it).
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