La Società Henraux S.p.A. di Querceta, azienda leader nel settore della escavazione e lavorazione del marmo, con il patrocinio e la collaborazione dell’Amministrazione Comunale di Seravezza (LU) presenta il prossimo 2 agosto, presso le Ex Scuderie Granducali Medicee, la mostra “
CERVAIOLE. LA MONTAGNA CHE VIVE” del fotografo GIOVANNI UMICINI, dedicata alle cave e ai cavatori delle Cervaiole.
La
Henraux, nel perseguire l’obiettivo di valorizzare e far conoscere ad un vasto pubblico la millenaria cultura del marmo anche attraverso mostre e manifestazioni artistiche, ha voluto sostenere questa iniziativa sia per l’elevato livello tecnico ed estetico delle immagini realizzate dal noto fotografo Giovanni Umicini, toscano di origine ma residente a Padova da moltissimi anni, sia per il tema trattato, che riguarda il più importante gruppo di cave di proprietà dell’azienda, quelle delle Cervaiole, già attive alla metà dell’Ottocento e che hanno fornito marmi per prestigiosi edifici pubblici, privati o di carattere religioso in varie parti del mondo.
Per il Comune di Seravezza, la mostra che Umicini dedica a queste imponenti e suggestive cave del Monte Altissimo, si configura come il primo di una serie di eventi culturali e promozionali legati al progetto “La via dei marmi di Michelangelo”.
Con la mostra “
CERVAIOLE. LA MONTAGNA CHE VIVE”, Giovanni Umicini ha voluto rendere omaggio alla “sua” terra d’origine, la Toscana, e lo ha fatto attraverso le 80 fotografie che espone in questa sua mostra personale, tutte in bianco e nero, di cui ha curato in prima persona la stampa in camera oscura, nel più grande rispetto della migliore tradizione fotografica.
La mostra è il risultato finale di un lavoro iniziato nel 2003 sulle cave versiliesi e in particolare sulle cave delle Cervaiole, dove si estrae una pregiata qualità di marmo, nota come “Arabescato Cervaiole”. A partire dal 2003, infatti, Giovanni Umicini con una certa regolarità ha frequentato l’ambiente delle cave ritraendo, in vari periodi dell’anno, realtà diverse come quelle dovute alle trasformazioni ambientali, climatiche e stagionali, e poi i grandi paesaggi di cava, vasti e solenni, aperti sull’orizzonte del mare e verso le cime interne delle Alpi Apuane; ma le sue immagini sono dedicate soprattutto al lavoro dei cavatori, cogliendo con straordinaria sensibilità gesti, espressioni, momenti di rara intensità e bellezza della quotidiana fatica di questi uomini, protagonisti da secoli di un lavoro duro e difficile, persone dal carattere non sempre facile, con i quali Umicini ha saputo stabilire una forte intesa, ha stretto un particolare rapporto di amicizia e di grande stima reciproca, al punto di essere considerato dagli stessi cavatori come “uno di loro”.
Giovanni Umicini è nato a Firenze nel 1931.
Nel 1953 si è trasferito a Padova, città a cui è legato da un intenso rapporto e alla quale ha dedicato la mostra fotografica “Per Padova”, tenutasi recentemente presso il Museo Civico di Piazza del Santo, sintesi di un lavoro di oltre cinquant’anni.
Dei toscani Umicini possiede e conserva l’apparente scabrosità del carattere e la semplicità dei modi, la curiosità di conoscere e di sperimentare, la capacità di stabilire relazioni umane profonde e durature, l’istintiva sensibilità per l’armonia e l’amore per la bellezza che si manifesta con infinite forme e modalità, in insospettabili luoghi e situazioni.
A Seravezza, piccolo paese incuneato fra i monti della Versilia, Umicini è giunto ell’anno 2003, quando il Comune allestì nelle sale espositive di quella stessa villa la sua mostra personale “Street Photography”.
All’inizio del 2005 vi tornava insieme all’amico e “maestro di vita”, il fotografo americano Walter Rosenblum, che a Palazzo Mediceo presentava un’ampia antologica.
Da allora Seravezza, con le sue montagne e la sua gente, in questo angolo appartato della Toscana nord occidentale, gli è entrata nel sangue, ha risvegliato in lui sentimenti d’appartenenza, quell’istinto che proviene da lontane radici mai rinnegate né dimenticate, tanto che oggi – a chi gli chiede ragione di un lavoro così impegnativo nelle cave di marmo, dove ha speso diversi anni – egli prima di tutto dichiara: “Volevo fare un omaggio alla mia terra”.
La fotografia di Giovanni Umicini si colloca nell’alveo della “Street Photography” della New York School, che faceva capo a Weegee, Helen Levitt, Robert Frank, William Klein, Walker Evans fino a Walter Rosenblum, e che indica la dimensione creativa, l’humus generativo di tutte le emozioni che scaturiscono dagli atti e dai gesti del vivere quotidiano e appartengono alla eterna vicenda dell’uomo e del mondo.
Biografia- 1931. Giovanni Umicini nasce a Firenze.
- 1945. A Siena inizia a fotografare. Nello studio del fotografo Grassi apprende le prime nozioni di camera oscura. Dello stesso anno è la sua prima esperienza cinematografica nel film diretto da Henry King “Il principe delle volpi”, in qualità di best-boy.
- 1950. Si trasferisce a Viareggio dove, nel laboratorio del fotografo Bartolini, inizia a trattare le pellicole invertibili Ansco. Assieme a Paul Karg è tra i primi a stampare le diapositive direttamente su Anscochrome Printon.
- 1953. Si trasferisce a Padova.
- 1957. Il mensile americano “Modern Photography” pubblica una serie di sue fotografie.
- 1958. Inizia i contatti con i laboratori di ricerca della Eastman Kodak di Rochester e Harrow.
- 1959. Assume la dirigenza tecnica di un laboratorio Kodak per il color photofinishing.
- 1962. Inizia la libera professione quale fotografo pubblicitario e industriale.
- 1966. La rivista “Sipra Uno” segnala, in un articolo, le sue ricerche cromostrutturali realizzate fotograficamente. Il suo studio inizia ad essere luogo di formazione per alcuni giovani che diventeranno affermati fotografi. Conosce e collabora con Emilio Vedova e Hans Hartung.
- 1969. La rivista “Popular Photography” dedica un articolo al gruppo fotografico “Cobra Image” di cui Giovanni Umicini fa parte con Giampiero Bertazzi e Lorenzo Trento.
- 1978. Diventa membro della Society of Motion Picture and Television Engineers.
- 1979. E’ direttore di fotografia e cameraman nei film “Anna e la mosca” di Sirio Luginbuhl, “Il piccolo Arthur” di Maurizio Targhetta e “I vagabondi” di Carlo Mazzacurati.
- 1980. Amplia il campo dell’attività professionale estendendolo alla fotomicrografia e alle tecniche di fotografia scientifica e medicale.
- 1991. Il Comune di Padova promuove una sua mostra antologica nell’Oratorio delle Maddalene. L’Arci promuove una sua personale dal titolo “New York Polaroid”.
- 1992. Tiene ad Abano Terme un corso di densitometria e sensitometria fotografica.
- 1993. Inizia a filmare Padova con una cinepresa 16 mm e pellicola in bianconero per un suo documentario “Walking Camera”. Scopre un nuovo metodo per la ricostruzione fotografica di manoscritti e codici totalmente combusti. Ciò gli permette, su incarico del laboratorio del restauro del libro di Praglia, di restituire perfettamente quanto si nascondeva all’interno delle 365 pagine del “Manoscritto Musicale n. 29” del secolo XVI, della Biblioteca Capitolare di Treviso, totalmente bruciato nel 1944 durante un bombardamento.
- 1995. La “Di Tury & David Gallery” di New York allestisce una sua mostra antologica. Inizia a girare, sempre con una cinepresa 16 mm, un documentario sulla Grande Mela. Inizia l’attività di fotografo di scena.
- 1996. La “Di Tury & David Gallery” allestisce una sua seconda mostra che resta aperta sei mesi.
- Nello stesso anno diventa membro attivo della New York Academy of Sciences..
- 1997. Entra a far parte del gruppo fotografico Mignon.
- 1998. Il Comune di Cadoneghe allestisce una sua personale dal titolo “Fotografie”.
- 1999. Sue mostre personali hanno luogo alla “Photomarket Gallery” di Mestre e all’Auditorium Monteverdi di Marghera. Mostra del gruppo fotografico Mignon a Villa Grimaldi Valmarana di Noventa Padovana.
- 2000. Il Comune di Abano Terme promuove una sua mostra nella Galleria d’Arte “Al Montirone” delle fotografie di scena del film “La lingua del santo” di Carlo Mazzacurati.
- All’oratorio ai Ferri di Padova e a Pontelongo hanno luogo mostre del gruppo Mignon.
- 2001. Mostre collettive del gruppo fotografico Mignon ad Asolo, Mestre e Correzzola.
- A Camposampiero e Correzzola hanno luogo le mostre delle fotografie di scena tratte dal film “La lingua del santo” di Carlo Mazzacurati.
- Il Centro Nazionale di Fotografia del Comune di Padova allestisce una sua personale al Museo Civico di piazza del Santo dal titolo “Street Photography”.
- 2002. Mostra “New York Panorama” alla Galleria Velia di Padova.
- La Visage Galerie di Berlino allestisce la mostra “Street Photography”.
- 2003. Mostra collettiva del gruppo fotografico Mignon, “New York People”, nel Museo Villa Breda di Padova.
- Il Comune di Seravezza, in provincia di Lucca, allestisce la mostra “Street Photography” nel Palazzo Mediceo.
- 2004. Mostra “New York Panorama” al Palazzo Mediceo di Seravezza in “Seravezza Fotografia – The Month of Photography”.
- Partecipa al Mese Europeo della Fotografia alla Visage Galerie di Berlino.
- 2007. Mostra “New York Street Photography” in occasione di “LeccoImmagiFestival” nel monastero del Lavello a Calolzio Corte in provincia di Lecco.
- Il Centro Nazionale di Fotografia del Comune di Padova allestisce la mostra “Per Padova” al museo civico del Santo, composta di 180 foto eseguite da Umicini dal 1953 al 2007 nella città di Padova.
Testo tratto dal comunicato stampa ufficiale.
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