Fotoleggendo 2008 -
Tra passione e professione3-25 Ottobre - Istituto Superiore Antincendi - Roma
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www.fotoleggendo.itPrix BoutographiesLa «vita quotidiana in famiglia» qui rappresentata può essere riprodotta ovunque. In effetti essa è un parametro di confronto universale che fornisce un‘esperienza comune, come una sorta di campione. All’interno della famiglia (Fra fratelli e sorelle) tutti esistono. Oggi giorno, sebbene la famiglia si sia considerevolmente diversificata, essa resta uno spazio fondato sulla solidarietà e l’unione. Anche se ci possono essere delle differenze, esse condividono lo stesso ciclo e le stesse basi di questo nucleo. Ciascuno di noi appartiene ad una di queste famiglie, ma l’idea che ne abbiamo deriva dalla nostra esperienza, dalla nostra cultura ed è rappresentata dai mass media. Esistono delle convenzioni generali, banali, che sono l’insieme, la quasi totalità di un album di fotografie. Le immagini pubblicate servono esclusivamente a tendere (incoraggiare) verso lo stile di famiglia ideale – come in una fotografia dei genitori con i loro due genitori che sorridono - al fine d’incitare al consumismo. Noi stessi ci riconosciamo in queste fotografie. Gli altri diventano dunque un po’ il nostro focolare. Osservando le immagini notiamo che tutte le culture familiari custodiscono gli stessi elementi, nei quali ci riconosciamo. Queste immagini ci rassicurano sul nostro ruolo e statuto in generale, molto simile all’interno della famiglia e della società. Gli eventi della nostra vita sono ordinari. Ciò nonostante, quando il fotografo mette in rilievo tali eventi (ad esempio i problemi di una tale famiglia moderna descritti nel giornale), noi non li accettiamo come tali e ce ne difendiamo perché non apprezziamo che la nostra vita privata, così simile a tutte le altre, sia svelata in maniera così cruda.
Freud chiama Heimlich ciò che è familiare, intimo, nascosto, racchiuso e Umheimlich ciò che è sconosciuto, scomodo. L’analisi di Freud vuol dimostrare che l’Heimlich, il familiare, è allo stesso tempo ciò che è in disparte, segreto, mascherato.
La distinzione tra “la vita quotidiana” e “la vita privata” all’interno della casa si presenta solo quando viene svelata da uno sguardo esterno. Perché la casa rassicura e preoccupa allo stesso tempo. (…) La casa sarà irrimediabilmente il nodo di una logica binaria: nomade/sedentario, privato/pubblico, individuale/collettivo, razionale/irrazionale, interno/esterno, rifugio/inquietudine, come se in essa s’incarnasse l’impossibile riconciliazione dei contrari, come se la casa si presentasse come un soggetto a scelta tra cosciente o incosciente, riconosciuto o proibito. Questo funzionamento binario, questo locus dissociato, avrà come conseguenza quella di generare un soggetto doppio, alla ricerca di una sua identità in una logica speculare. (…) (Marie-Ange Brayer, “La casa: un modello in cerca di fondamenta”).
Per una famiglia isolata dalla vita esterna, la violenza può essere normale. Per assurdo (in compenso), il rumore dei litigi di una coppia di vicini ci dà fastidio. E ci poniamo le seguenti domande: “Divorzieranno a causa dei loro continui litigi?”, “Anche noi abbiamo inflitto così tanto rumore ai nostri vicini?”, “Ciò ci farà sentire in imbarazzo la prossima volta che li incontreremo nel corridoio?”. Ciò che è rappresentato (visualizzato) è l’oggetto d’interesse del fotografo e vuol dire che la vita quotidiana non fa più parte della sfera privata ma diventa di fatto un soggetto sociale.
Biografia dell'autore.Dopo alcuni studi della letteratura francese e della fotografia in Corea del Sud, Jung-rang Park sta studiando i multimedia e la fotografia all’università di Parigi VIII. Ha realizzato delle fotografie per le riviste Living Sense, Noblesse e anche per Lancôme Korea. Jung-rang ha esposto in Corea e in Francia.
Si interessa soprattutto (Pratica essenzialmente la) di fotografia sociale della realtà, i suo modelli sono delle persone comuni, senza nessuna rivendicazione di appartenenza.
Testo tratto dal comunicato stampa ufficiale.
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