In occasione di
Arte Fiera 2009 e in concomitanza con la grande antologica di Giorgio Morandi al MAMbo, il Museo Morandi ha il piacere di presentare una mostra dedicata alla coppia di fotografi tedeschi Bernd e Hilla Becher. A partire dal 1959 la coppia ha intrapreso una ampia e meticolosa opera di documentazione fotografica di edifici considerati oggi archeologia industriale, classificandoli per tipologie: silos, gasometri, altiforni, torri di estrazione, serbatoi per l’acqua. La ricerca, in un primo tempo incentrata sulla zona industriale di Siegen e della Ruhr, successivamente ha varcato i confini tedeschi e si è estesa a paesi quali la Francia, il Belgio, il Lussemburgo, i Paesi Bassi, la Gran Bretagna e gli USA, portando ad una catalogazione sistematica di questi soggetti di architettura funzionalista e delle loro innumerevoli varianti. In una fase successiva il progetto ha incluso anche la metodica inventariazione di strutture abitative ripetitive, ridotte a forme geometriche bidimensionali.
Le immagini dei
Becher colpiscono per l’estremo rigore: l’inquadratura è rigidamente frontale e mette al centro la struttura architettonica, che sembra essere sospesa nel tempo; il bianco e nero, che è sempre stato mantenuto nel corso degli anni, dando continuità al progetto artistico, fa emergere le caratteristiche scultoree dei soggetti ritratti; le strutture industriali sono completamente scevre da connotazioni ambientali e da presenze umane, fotografate con un taglio oggettivo che ne esalta la monumentalità e l’autonomia estetica e funzionale, spingendo l’osservatore ad una riflessione sulla natura astratta delle forme.
Risulta pertanto di grande interesse il confronto che si instaurerà tra le opere di Morandi e le fotografie di Bernd e Hilla Becher, che saranno allestite nelle sale centrali del Museo, esattamente nel cuore del percorso espositivo. Il maestro bolognese e la coppia tedesca sono infatti accomunati da un analogo modo di sentire e interpretare gli oggetti-soggetto dei loro lavori. L’apparente ripetitività della rappresentazione trova il suo fondamento concettuale nel criterio di selezione e classificazione degli oggetti-soggetto, unito alla scelta di porli al centro dell’immagine per farne degli elementi compositivi che definiscono e allo stesso tempo scandiscono lo spazio dell’opera. Tutto sembra quindi rispondere alla stessa attitudine a considerare l’oggetto in quanto tale, nella sua autonomia, assecondata contemporaneamente da un’esigenza estetica e da una necessità di studio e di analisi tipica dei ricercatori scientifici o dei collezionisti.
Le fotografie dei Becher entrano dunque in stretta relazione con le opere di Morandi grazie a questo filo rosso che la stessa Hilla Becher individua con estrema lucidità: “
Ci sono comuni elementi di base che derivano dall’idea di una raccolta sistematica degli oggetti e dalla loro organizzazione per realizzare immagini in cui il soggetto è posto come centrale, in modo diretto, senza sofisticazioni. Alla fine le interpretazioni più chiare e lucide possono risultare anche quelle più romantiche. E credo che Morandi abbia ottenuto proprio questo risultato”.
Bernd e
Hilla Becher sono annoverati tra gli esponenti di rilievo dell’arte concettuale. La loro opera ha influenzato numerosi fotografi tedeschi delle ultime generazioni che l’hanno presa a modello per il proprio lavoro. Molti di questi sono stati allievi della cosiddetta “Becher Schule”, presso l’Accademia di Düsseldorf, dove Bernd Becher ha insegnato dal 1976 al 1996.
Testo e immagini tratti dal comunicato stampa ufficiale.
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