Eloise Ghioni, nata in Svizzera, a Locarno nel 1978, ha studiato e vive a Firenze. Dopo un periodo in cui si è occupata di grafica e di design, si è dedicata completamente alla pittura, realizzando ottimi lavori esposti in varie parti d’Italia e all’estero in personali e collettive: questa alla Varart è la sua prima mostra personale fiorentina.
L’opera di Ghioni si realizza in una pittura lieve e, allo stesso tempo, capace di indurre profondi pensieri. Se i colori pastello da lei usati, il preferito bianco, ma anche il rosa, il blu, il verde, il grigio, rendono il supporto monocromatico senza mai violenze cromatiche, il segno poi dato con la grafite o con il pirografo, prevalentemente a forma di cerchio, spinge l’osservatore alla riflessione.
È l’energia cosmica quello che indicano quei cerchi concentrici oppure intersecanti, quasi fossero in un moto perpetuo, è la luce del silenzio e del vuoto assoluto quella che proviene dai suoi quadri, è la capacità di “rendere visibile l’invisibile”.
Si tratta quindi di una pittura astratta sul piano storico-formale ma anche di intensi contenuti e di atmosfera.
Qui l’artista presenta circa trenta opere e un’installazione, realizzata per l’occasione.
Così negli splendidi spazi rinascimentali della galleria fiorentina, Ghioni fa dialogare, con deferenza ma senza timori, i suoi delicati, ma forti, pastelli con il bianco dei muri e i grigi delle pietre e delle colonne dello spazio, ottenendo un ritmo sinfonico di notevole suggestione. Altrettanto d’impatto, nell’installazione, sono i fogli di carta, di riso e da lucido, che, scendendo dall’alto e prestandosi sovrapposti cioè alcuni avanti altri dietro, creano effetti spaziali e motori assai evocativi.
La mostra è accompagnata da un catalogo che contiene, oltre alla riproduzione delle opere, un testo del critico Giorgio Bonomi.
Catalogo: in galleria. a cura di Giorgio Bonomi, Grafiche Benucci
Curatori: Vanna Razzolini Vichi
Testo e immagini tratti dal comunicato stampa ufficiale.
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