Guardare le opere di
Arthur Tress (Brooklyn 1940) significa addentrarci nell’arte intesa come autoanalisi, specchio dell’anima.
L’ interesse primario di Tress è sempre il “guardarsi dentro”, senza veli o ipocrisie, alla ricerca di un’identità personale prima che collettiva; di un “ filo conduttore ” che possa “ riavvolgere ” questa lunga quotidianità che si rivela essere la vita.
Nel lavoro Open Space in the Inner City, del 1971, concluso con la pubblicazione del libro The Dream Collector, impressiona la sua capacità di entrare in rapporto con l’ “anima infantile” fatta di sogni, ma anche di paure ed angosce non razionali.
Già in questa serie si nota prepotente il desiderio di creare un’ambientazione teatrale per le sue opere. Si tratta di portare sul palcoscenico dell’arte la propria anima, il proprio spirito più nascosto e privato. Solo questo interessa Arthur Tress, solo questo lo spinge a fare arte. Le sue opere sono racconti per immagini nelle quali, ci si ritrova spesso a pensare, le parole non avrebbero saputo cogliere tanto in profondità il moto dei sentimenti e dei turbamenti, giù nel “profondo del profondo” dove le parole non arrivano.
COURTESY Galleria PACI - Brescia
Un altro tema interessante per la ricerca di Arthur Tress è quello, umano...così umano, della sessualità. Privato e pubblico s’ inseguono e s’ intrecciano. Follie e passioni si amalgamano, fobie e sogni erotici si confondono. Lavori che al momento della loro creazione furono considerati “materiale pornografico” e che, oggi, testimoniano del “ libero sentire ” sessuale della fine degli anni ’70.
Dagli anni ’80 – ’90, la sua teatralità trova un’espressione compiuta, spostandosi verso il simbolismo.
I turbamenti della mente sono narrati attraverso oggetti inanimati che prendono il posto dei bellissimi modelli, come nella serie Hospital. Oggetti abbandonati in un vecchio ospedale diventano “segni” della sofferenza, esorcizzano la paura della malattia e della morte.
I nudi maschili, però, rimangono un interesse mai realmente abbandonato da Arthur Tress che, dopo questo periodo, se ne riappropria con una maturità stilistica ed umana nuova.
La Galleria Ca’ di Fra’, in occasione del weekend settembrino di Start (venerdi’ 18 - domenica 20 settembre), propone l’ indiscutibile maestria di Arthur Tress e la sua capacità di raggiungere l’animo umano al di là delle mille parole che si potrebbero usare.
Manuela Composti
Testo e immagini tratti dal comunicato stampa ufficiale.
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