Il 17 ottobre 2009 inaugurerà, negli spazi della Galleria Poggiali e Forconi di Firenze, la prima mostra personale a Firenze dell’artista egiziano
Youssef Nabil (Cairo 1972, vive e lavora a New York).
Anteprima stampa 16 ottobre ore 11.30
La mostra raccoglie
oltre 35 lavori, alcuni di grandi dimensioni, dai primi anni novanta ad oggi.
Per l’occasione sarà esposta in anteprima mondiale l’opera Self Portrait with Botticelli - Florence, 2009, autoritratto dell’artista di fronte alla Primavera di Botticelli, realizzato nelle sale della Galleria degli Uffizi e prodotto per questa mostra.
Le opere di Youssef Nabil consistono in fotografie ritoccate a mano. Si tratta perlopiù, ma non esclusivamente, di due tipologie di ritratti: quelli di amici e di celebrità, spesso del mondo dell’arte internazionale e altrettanto spesso non europee, ma che in Occidente si sono imposte - da Tracey Emin a Mona Hatoum o a Zaha Hadid - e di autoritratti messi in scena su sfondi densi di significato, dalla facciata di sale cinematografiche a camere d’albergo, da un lato, e, dall’altro, paesaggi mitici, da Parigi a Hollywood o a Rio de Janeiro.
Come osserva Pier Luigi Tazzi: “
Il cinema – non va dimenticata l’importanza per tutto il mondo arabo dell’industria cinematografica egiziana dagli Anni Sessanta del secolo passato nel corso di alcuni decenni – sembra essere stato la sua prima fonte di ispirazione. Le sue sono immagini dichiaratamente glamour di un mondo che la tecnica del ritocco a mano pone come in distanza in una suggestiva e favolistica atmosfera, in una fiction malinconica, manifestazioni di memorie di un passato ormai definitivamente e inesorabilmente trascorso, prodotti anacronistici di una nostalgia senza nome, anche se si tratta di una realtà ancora presente e viva, qual è quella della sua stessa vita o quella dei personaggi che ritrae ancora vigorosamente attivi e determinanti nella cultura più attuale del mondo di oggi. Questa mise-en-distance è dovuta soprattutto a quelle sue tinteggiature manuali e maniacali che si rifanno a tecniche antiche e decisamente obsolete. Come se il mondo a cui guarda, che continua ad affascinarlo e che infine rappresenta, non fosse altro che il ricordo di un mondo che è già stato e di cui lui, come artista, con la propria opera, celebrasse l’inesorabile esser trascorso”.
La mostra sarà corredata da un catalogo edito da Poggiali e Forconi con un testo critico di Pier Luigi Tazzi.
Testo e immagini tratti dal comunicato stampa ufficiale.
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