Sabato 03 Aprile 2010 wavephotogallery inaugura alle ore 19,00 presso la sua sede di via Trieste 32/a la mostra di
RENATO CORSINI "Portraits".
Più di cento ritratti in bianco e nero a spiegare 40 anni di fotografia.
Circa 100 scatti che raccontano la filosofia del ritratto di Renato Corsini, spulciati dal suo archivio per scoprire che, nel corso di 40 anni, il suo atteggiamento non è cambiato, né nell'approccio meccanico e tanto meno in quello umano; nel confronto frutto del rispetto per la fotografia e per la persona. In occasione della mostra verrà presentato l'omonimo libro "Portraits" .
40 anni di fotografia, dal 1970 ad oggi. Circa 50.000 scatti diligentemente archiviati, tutti rigo¬rosamente su pellicola negativa in bianco e nero. Sulle strade del mondo o semplicemente tra le mura domestiche: Il suo patrimonio emotivo. Frutto di una passione, l’amore per la fotogra¬fia, che sfiora quasi la dipendenza. Si, perché, come dice lui, "senza la macchina fotografica mi sento orfano di un’appendice naturale del mio corpo; non riesco ad emozionarmi alla vista delle realtà che incontro se non le fotografo." Una maniacale eppur piacevole maniera di guardare il mondo at¬traverso un mirino, un modo di approcciarsi alle persone ed alle cose con la mediazione della curiosità e del coinvolgimento che giustifica le intrusioni del fotografo. L’interesse primario dei suoi scatti è sempre stata la persona, le persone. Fotografate singolarmente o immerse nel loro contesto, con immagini rubate alla loro quotidiana straordinarietà o messe in posa, con la presenza della sua figura abilmente nascosta o volutamente ostentata per creare reazioni. E’ su quest’ultimo modo di fotografare che è concentrata questa mostra.
Sono ritratti che hanno un standard comune, una situazione sempre uguale, una specie di set improvvisato entro il quale muoversi: La presenza del fotografo che ti ferma, ti chiede uno scatto in tre secondi e come afferma Corsini, "è spesso costretto a farlo con dei gesti perchè non sempre conosce la tua lingua. Un tempo limitatamente breve durante il quale un sorriso vale di più di tante parole; una breve opportunità per far capire al soggetto il tuo rispetto per la sua persona, le sue religioni o le sue culture, una piccola chanche che ti giochi in quel preciso istante perchè altrimenti non si ripete più. Scattare la fotografia è la cosa più semplice, è il momento conclusivo e gratificante di un veloce processo di conoscenza che mette a confronto due persone che scoprono un rapporto di complicità e spesso di diverti¬mento. Arrivarci non è facile. L’invadenza del fotografo, la diffidenza del soggetto, i dubbi sul “perchè proprio io”, la timidezza, la fretta o semplicemente l’indifferenza sono ostacoli spesso insuperabili con quei “tre secondi” a disposizione." Fortunatamente, in 40 anni, di occasioni ed opportunità ne ha avute tante ed ha anche affinato le sue tecniche di approccio. La fotografia è piacevole anche in questo, ti insegna a conoscere le persone; difficilmente Renato Corsini sbaglia nel capire se qualcuno si lascerà fotografare o no. Dopo lo scatto nascono altri meccanismi. Il click libera¬torio ha cambiato i rapporti ed adesso è il soggetto che chiede.
Come dice lui, "Vuol vedere, sapere, avere. Vuol vedere la fotografia e purtroppo il mio nostalgico uso analogico del negativo gli vieta il gusto digitale del vederla subito, vuol sapere dove sarà pubblicata e che fine farà. Le risposte sono sempre vaghe ed anche le promesse. Non potrebbe essere altrimenti perchè io stesso non le co¬nosco." Per fare questa mostra Corsini ha semplicemente spulciato dal suo archivio alcuni tra i moltissimi ritratti, che ha scattato in giro per il mondo. Per scoprire che in tutti quest’anni il suo atteggiamento non è cambiato, nè nel momento puramente tecnico e tanto meno in quello umano; un approccio frutto del rispetto per la fotografia e le persone.
Testo e immagini tratti dal comunicato stampa ufficiale.
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