Giulio Asso nasce a Roma nel 1984, segue un percorso di studi sull'arte e sull'architettura che lo portano ad avvicinarsi alla fotografia e nel 2005 entra a far parte del Fotoclub Padova. Negli anni successivi è ospite presso alcuni fotoclub del padovano dove presenta i suoi lavori; partecipa a diverse mostre collettive (tra cui il Photo Village di Montegrotto 2007, Notte Bianca 2006, collettiva YPG).
La prima mostra personale presso La Young Photo Gallery di Padova è: “AbStracT Architecture” con foto e astrazioni fotografiche di tema architettonico. Successivamente i suoi interessi fotografici si allargano dall' architettura alla ritrattistica, dedicando molta energia a questo nuovo filone di indagine con la produzione diversi lavori. Nel 2008 lavora per il calendario per la ditta SorryMama, collabora con la casa editrice Altromondo che utilizza alcuni scatti per le sue copertine. Nel 2009 altre sue foto vengono presentate all'evento/mostra "In apnea", ospitato in 5 bar di Venezia, e alla mostra concorso "Il sorriso" a Padova. Sempre nel 2009 vince il concorso fotografico "Premio Donati 2009", e i suoi scatti vengono esposti in una mostra a Tarquinia e in alcune pubblicazioni su un giornale locale nelle settimane successive. Questa è la sua seconda mostra personale sul tema della Femme Fatale, sponsorizzato da RCE Padova e organizzato ancora una volta presso La Young Photo Gallery.
FEMME FATALELa seconda mostra dell'architetto Giulio Asso - conosciuto con lo pseudonimo Verdekiwi - riguarda il tema della “Femme Fatale”. Le donne sono forti, auliche, eleganti e perfettamente consapevoli del loro fascino. E, in quanto consapevoli del loro potere sull'uomo, molto pericolose.
Queste foto di Verdekiwi si caratterizzano anche per la presenza insistente dell'architettura che incornicia e orienta gli scatti. In molti casi è proprio l'ambientazione in luoghi abbandonati che diventa co-protagonista della foto accanto all'immagine della modella, rappresentando non solo una scenografia decadente, ma un'allegoria sulla decadenza dell'animo umano. L'uso sapiente della luce e ancor di più delle zone d'ombra è un ulteriore elemento descrittivo che crea una suggestione evocante dalla quale emerge il corpo delle modelle.
La figura femminile illumina allora lo scatto riscattando l'ambiente degradato: in luoghi dove ormai tutto sembra perduto ecco che appare e domina con il suo corpo e la sua seduzione la “Femme Fatale”.
Le donne secondo Verdekiwi, in conclusione, sono figure potenti e quasi mitiche. Superiori a tal punto che l'uomo può solo inchinarsi a guardarle, mentre loro, sprezzanti e silenziose consapevoli del loro potere, decidono delle sorti del maschio. E gli scatti qui presentati rendono perfettamente questa interpretazione della femminilità.
Testo e immagini tratti dal comunicato stampa ufficiale.
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