Gianni Berengo Gardin (S. Margherita Ligure, 1930) è un fotoreporter di respiro internazionale (Domus, Le Figaro, Time).
Fotografare è un modo di essere, un mezzo universale per comunicare con gli altri al di là delle parole.
Fermare in un fotogramma un istante della storia è uno dei modi per cercare di capire come siamo attraverso il racconto di come eravamo.
La fotografia è l’atto finale, eventuale, di una meditazione; l’universalizzazione di un attimo nel tempo e nello spazio. Berengo Gardin lo sa bene e lo si coglie in ogni suo scatto; per questo sarebbe limitativo e fuorviante parlare solo di foto e non di vere e proprie opere d’ arte.
La Galleria Ca’ di Fra’ presenta una personale d’eccezione di un maestro riconosciuto della fotografia italiana: Gianni Berengo Gardin.
Opere che provengono direttamente dalla mostra istituzionale: “Peggy Guggenheim, la casa, gli amici, Venezia”, curata dalla dott.ssa Pina Inferrera (direttrice artistica della Ass. p.p.p. Arte Contemporanea - Idea Vita) presso l’Arca di Vercelli (nel complesso di S. Marco).
Il racconto della personalità prorompente ed unica di Peggy Guggenheim.
La mostra, prima delle tre personali in programma a Ca’ di Fra’, si concentra su Peggy e Venezia.
Una città eterna fermata in un attimo.
Se ci si regala solo un momento davanti alle immagini, si sente l’ odore salmastro provenire dai canali, lo sciabordio delle acque contro le gondole, le grida dei gondolieri in piena regata.
Si intuisce un dolore lontano, sulla gondola funebre dell’ultimo viaggio.
Acque eterne, voci senza tempo, dolori e gioie umane di ogni luogo e, per questo, di nessun luogo.
Scatti rubati alla Storia e consegnati alla A-Storia, immediati, struggenti, pittoreschi.
Poetici come le parole non dette eppure condivise.
In Galleria sarà disponibile un testo critico di Gabriele Francesco Sassone.
Manuela Composti
Testo e immagini tratti dal comunicato stampa ufficiale.
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