Si inaugura venerdì 10 settembre alle ore 18.30 nella Galleria Sottopasso della Stua (Largo Europa) la mostra “
Fotografi in città. Otto autori dal Gruppo Fotografico Antenore”.
Promossa dall’Assessorato alla Cultura - Centro Nazionale di Fotografia e a cura di Enrico Gusella, la rassegna è dedicata a otto fotografi del Gruppo Fotografico Antenore di Padova. Otto sguardi diversi sulla realtà, ognuno con una visione fotografica, propria ed originale, del mondo circostante.
La Galleria Sottopasso della Stua (Largo Europa) sarà il luogo deputato alla visione delle fotografie di
Luciano Cammelli, Luca Dionisi, Cristian Doria, Vincenzo Fileccia, Marco Fogarolo, Carlo Maccà, Amleto Sartorato e Alberto Tretti, le cui opere in mostra creano un percorso costituito da otto temi trattati con stili e poetiche completamente differenti tra loro.
Così ”India” è la serie di fotografie di Luciano Cammelli, che ritrae lo svolgersi della vita quotidiana della popolazione di questo Paese nei pressi di una stazione ferroviaria. Ecco, allora, donne fasciate nei loro sari dai colori sgargianti, passeggeri che attendono l’arrivo del treno e altri che salutano dalle carrozze dei convogli in partenza. Di Luca Dionisi è il reportage “Parigi”, costituito da scatti in bianco e nero che colgono i luoghi più frequentati da coloro che visitano la capitale francese, come il Museo del Louvre e la Torre Eiffel, rappresentati attraverso uno sguardo inconsueto: l'attenzione dell'autore è, infatti, concentrata soprattutto sulla presenza umana che vive dentro questi luoghi.
Cristian Doria presenta invece “Circo”, che descrive il mondo circense alla ricerca dell’umanità e delle emozioni trasmesse dai suoi protagonisti - clown, domatori di belve feroci, acrobati e trapezisti. Ancora, Vincenzo Fileccia con “Muster Murry Rodeo” segue da vicino la preparazione e le evoluzioni di coloro che partecipano a questo caratteristico evento australiano, catturando i gesti e i volti dei partecipanti da insolite angolature.
Le immagini di Marco Fogarolo, scattate all’interno di quattro edifici dismessi (un carcere, un manicomio, una fabbrica ed un mattatoio), indagano, attraverso particolari sfumature o contrasti di luce, il rapporto tra gli spazi e chi vi ha “abitato” nel corso degli anni. L’obiettivo del fotografo cattura la vita e la sofferenza che hanno caratterizzato quei luoghi in passato attraverso macerie e strutture fatiscenti.
Carlo Maccà, invece, presenta una serie di composizioni di conchiglie che diventano espressione del fascino e della loro bellezza formale con i loro colori accesi, sapientemente valorizzati accostando i soggetti marini ad uno sfondo nero. Mentre di Amleto Sartorato è “Movimento”, che coglie il dinamismo della figura umana colta in un contesto quotidiano, trasfigurando la realtà con un effetto di metafisicità. Attraverso l’interpretazione del fotografo i contorni delle figure perdono nitidezza, i colori si mescolano tra loro ed i soggetti vengono decontestualizzati.
Infine il lavoro di Alberto Tretti, intitolato “L.180/78”, in riferimento alla legge Basaglia del 1978, rappresenta gli spogli locali di un ex manicomio ormai dismesso. Le tristi condizioni di vita dei degenti allora ospitati nell’ospedale psichiatrico sono ben testimoniate dalle stanze dell’edificio, ora abbandonate, e dai fascicoli personali - cartelle cliniche e documenti - ormai sbiaditi ed impolverati dall’azione del tempo.
Testo e immagini tratti dal comunicato stampa ufficiale.
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