>> Guarda in modalità SLIDESHOWAt the beach
La prima cosa che mi colpisce appena arrivo è che Israele è un paese in guerra: a 18 anni i ragazzi prestano tre anni di servizio di leva, le ragazze due, durante i quali fanno spesso ritorno a casa, spostandosi all’interno del paese. Le tute verdi e le armi entrano così a fare parte della quotidianità del paese, tanto che non è raro vederle in contesti altrimenti impensabili.
Traffic jam
A seguito della guerra del 1949 alcune zone palestinesi sono passate sotto il controllo dello stato di Israele ed i palestinesi che non sono stati espulsi sono diventati cittadini arabi israeliani. Ad oggi si stima che gli arabi israeliani siano circa 2 milioni, concentrati nelle città arabe del paese che non è difficile distinguere dalle moderne città a maggioranza ebraica.
Dead See experience
L’elevatissima salinità rende impossibile la vita in queste acque, da cui il nome di Mar Morto. D’altra parte ne fa anche la principale attrazione turistica d’Israele e vi si incontrano turisti di ogni tipo.
Damascus gate
Gerusalemme è da sempre una città divisa, in cui i quattro quartieri – arabo, armeno, cristiano e ebreo – costituiscono microcosmi paralleli. Ogni giorno migliaia di arabi provenienti da Gerusalemme Est entrano nella città vecchia dalla porta di Damasco, sotto l’occhio vigile della polizia israeliana. Uno dei migliori spettacoli offerti dalla città è osservare il mutamento del flusso umano alle diverse ore del giorno.
Shisha
Venditori arabi di Akko fumano la Shisha al riparo dal sole di mezzogiorno.
Dheisheh Camp
Il campo di Dheisheh è un campo rifugiati creato dall’ONU nel 1949 per ospitare temporaneamente i palestinesi di 45 villaggi situati nei dintorni di Betlemme, costretti ad abbandonare le loro case durante la guerra del 1948. Secondo stime del UNRWA il campo attualmente ospita circa 13000 persone, di cui il 40% ha meno di 14 anni.
Smiles in the camp
Il centro culturale Ibdaa organizza attività sportive e ricreative per i bambini del campo di Dheisheh. La squadra di basket femminile è la più titolata fra tutti i campi rifugiati dal Libano alla Giordania.
Women and man
L’area antistante il Muro Occidentale è un luogo di preghiera aperto a persone di tutte le religioni. Esiste una sola distinzione: gli uomini devono accedere dalla parte sinistra, mentre la parte destra, circa il 30% della lunghezza del muro, è riservata alle donne.
The wall and the woman
E’ difficile dare un’unica definizione per questo muro di cemento, trincee e filo spinato lungo 700 km. Secondo gli israeliani ha contribuito a diminuire drasticamente gli attacchi terroristici nel territorio israeliano. Secondo i palestinesi ha provocato ingenti danni economici e sociali alle comunità arabe che vivono ai due lati del muro. E nessuna delle due posizioni sembra attaccabile.
Overlooking the Temple Mount
Nel centro di Gerusalemme, a poche decine di metri di distanza fra loro, si trovano i luoghi santi di tre religioni: la Cupola della Roccia sacra ai mussulmani, il Muro Occidentale sacro agli ebrei e la Basilica del Santo Sepolcro sacra ai cattolici. Con una simile concentrazione di simboli religiosi, il controllo di Gerusalemme è stato ragione di guerre negli ultimi duemila anni di storia.
On the roofs
I tetti sono un ottimo punto di osservazione per conoscere Gerusalemme, ma anche una scorciatoia per evitare la calca dei vicoli sottostanti. Incrociamo un allievo di una scuola ebraica che torna a casa dopo la lezione della mattina.
All the Women from Jerusalem
Incontri fra sacro e profano lungo la Via Dolorosa di Gerusalemme.
What is the young soldier thinking?
I soldati israeliani che pattugliano le strade sono soprattutto giovani di leva. Ragazzi e ragazze che non rinunciano alla sigaretta, al rossetto o ai capelli rasta.
From Sfat
Un giovane ultraortodosso ha appena visitato la sinagoga di Ha’Ri Ashkenazi, a Sfat. Questa piccola cittadina fra le colline dell’alta Galilea, la culla del misticismo ebraico, è stata il luogo di una battaglia porta a porta durante la guerra del 1949.
Olives mount
Gerusalemme è prima di tutto una città biblica. Uscendo dalla porta dei Leoni, ad est, ci si trova davanti il monte degli ulivi, il luogo in cui secondo Zaccaria Dio inizierà a resuscitare i morti il Giorno del Giudizio. E qui si trova il più grande cimitero ebraico della città, che con il chiarore delle lapidi forma una specie di toppa fra il verde degli ulivi. Vista la profezia, non stupisce che gli ebrei vogliano essere seppelliti proprio qui.
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