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Portfolio


Da Buggerru a Masua


di Antonio Ulzega
15 immagini - 2.86 mb
data di pubblicazione: 9 Febbraio 2013

luogo: Iglesiente, Sardegna
periodo: 1967-2012


tags: buggerru, costa, falesia, masua, portixeddu, spiaggia, ulzega

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(3 commenti)
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DA BUGGERRU A MASUA


In poche decine di chilometri la costa dell'Iglesiente, nella Sardegna sud-occidentale, si articola nelle forme più varie prodotte dalla azione erosiva del mare su formazioni geologiche molto antiche.

Da Capo Pecora lungo la spiaggia di Portixeddu-Buggerru, in continua evoluzione, si arriva alle imponenti falesie carbonatiche cambriane di Buggerru-Planu Sartu, a loro volta interrotte dalle profonde insenature di Cala Domestica e di Canalgrande, per giungere a Masua dove dalle bianche falesie calcaree si passa al rosso cupo degli scisti ordoviciani di Nebida ed infine allo spiaggione di Plaj'e Mesu.

Sardegna, Iglesiente, 1967-2012




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Portixeddu, il retrospiaggia


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Portixeddu, foce del Rio Santa Lucia


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Da Portixeddu a Buggerru (1967)


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Planu Sartu, la falesia con la Galleria Henry prima del restauro (1975)


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Planu Sartu, guglie lungo la falesia


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Cala Domestica, l'imboccatura di verso il Mar di Sardegna


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Cala Domestica, in primo piano la superficie alta della falesia corrosa dall'aerosol dei frangenti, in secondo piano Capo Pecora


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Cala Domestica, la spiaggia ed il suo campo dunare (1967)


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Cala Domestica, cala laterale


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Cala Domestica, la spiaggia e i ruderi del deposito del minerale estratto a Montevecchio, Ingurtosu, Naracauli, Planudentis (1975)


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Tra Cala Domestica e Canalgrande (1968)


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Canalgrande, livelli scistoso arenacei ricchissimi in trilobiti, fossili cambriani (1968)


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Masua, la falesia e lo scoglio Pan di Zucchero


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Masua, gli impianti minerari, il Pan di Zucchero e la falesia di Porto Flavia


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A Porto Flavia e Masua le falesie calcaree cambriane terminano lungo una importante faglia che le mette a contatto netto con le formazioni clastiche ordoviciane



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commenti
  murcog  [21 Febbraio 2013 - 16:29]
segnati sulla mappa cale, calette ect  che non conoscevo,mi ripropongo di andare a godere dalvivo questi paradisi.grazie!
  melisendo  [16 Febbraio 2013 - 17:20]
Ale, ti ringrazio molto per quanto hai scritto e per avermi dato l'occasione, con Sandro, di ripercorrere quei sentieri e quelle gallerie di miniera che appartengono ad un mio lontano passato.
Più di cinquant'anni sono passati da quando, da studente di geologia, mi inebriavo lì su quei terreni con gli insegnamenti dei miei professori e le storie affascinanti dei minatori che allora lavoravano in quelle miniere.
Il vasto territorio dietro la grande spiaggia, che adesso è un bosco di eucalipti e di pini, era allora un grande campo dunare movimentato dalle tempeste di sabbia, e la strada litoranea non esisteva.
E' vero quanto dici, malgrado la protervia dell'uomo lì ancora oggi rimangono le vestigia di una natura antica e sana.
 
  Sanminiato77  [14 Febbraio 2013 - 10:08]
Le foto di qualche decade fa sono, per quanto mi riguarda, le più affascinanti.. Vi percepisco l'atmosfera di tempi "andati".. seppur la natura imponente e maestosa sia rimasta pressoché immutata.. è l'uomo e il suo stile di vita ad essere cambiati.. Si è persa progressivamente per strada una sana "lentezza", così come il contatto con la natura e il rispetto per essa.. 
Mi piace il trattamento che hai dato alle immagini, cercando di uniformare il più possibile le foto scattate in analogico con quelle in digitale.. anche se l'occhio non si inganna tanto facilmente e il digitale viene quasi sempre "individuato"..
Alcune di queste tue foto le hai scattate passeggiando insieme a me la scorsa estate.. Quando ho visto il titolo di questo reportage, ho avuto inizialmente il timore che potesse essere molto simile al mio "Porto Flavia", ma poi guardandolo ho visto che hai dato un taglio decisamente diverso.. e hai aggiunto foto scattate anni orsono che offrono un interessante visione dello scorrere del tempo.. e di una, direi, miracolosa preservazione di questo bellissimo territorio sardo.



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