1/125 sec, 8F, ISO-100, 55mm
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In un tripudio di architettura a metà strada tra il liberty e il barocco, vi presento un'esposizione fotografica diversa dal solito e piuttosto rara da trovare in rete per il soggetto trattato, il quartiere Coppedè a Roma.
Il piccolo quartiere compreso tra via Tagliamento e Corso Trieste è costituito da palazzine e villini progettati (e per la maggior parte anche costruiti) dall'architetto-scultore Gino Coppedè (1886-1927) tra il 1921 e il 1926.
Coppedé lavorò a Firenze, a Genova, a Messina, e nel 1913 fu chiamato a Roma con l'incarico di progettare e costruire un intero quartiere. Il quartiere è composto da 17 villini e 26 palazzine che si articolano intorno alla piazza centrale lungo diverse vie disposte a raggiera. Il nostro quartiere non fu però completato da Coppedè, che morì nel 1927 dopo una lunga interruzione dei lavori dovuta alla I Guerra Mondiale.
Lo stile Liberty traeva ispirazione dalla Natura imitandone le figure, la morbidezza, le forme: gigli, rose, campanelle e poi rami, gambi e spine si intersecano e si sciolgono decorando balaustre, cornicioni, portoni, finestre e facciate. In Italia lo stile Liberty fu usato dall'aristocrazia e dalla ricca borghesia con lo scopo di nobilitarsi, esaltando la magnificenza delle proprie abitazioni. Ma se lo stile Liberty si atteneva a una rigorosa regola compositiva, lo stile Neoeclettico fuse in sé regole all'apparenza opposte: la regolarità di uno spazio scandito da un loggiato rinascimentale si affianca a un arcone medievaleggiante. E questo è lo stile Coppedè.
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Si
entra nel Quartiere attraverso un magniloquente arco d'ingresso, esempio di stile eclettico: retorico, aristocratico, celebrativo. Lo stile eclettico raccoglie in sé simbologie e forme derivate da tutti gli stili precedenti al Novecento: Gotico, Rinascimento, Barocco, Settecento. In questo stile, la dimensione temporale è avulsa da qualsiasi contesto storico. In realtà l'intero quartiere appartiene più precisamente al
Neoeclettismo, ovvero a uno stile eclettico ammorbidito dal Liberty.
L'entrata con l'arco e le due torrette
1/80 sec, 5.6F, ISO-100, 28mm
L'
enorme arcone dell'entrata è affiancato da due torri, il tutto decorato con fregi, stucchi, cornicioni, mascheroni, balaustre, bugnati, statue e logge disposte in modo asimmetrico. Sulla torre di destra è stata posta un'edicola sacra che presenta un'iconografia inconsueta, con la Madonna che sorregge il Bambino, il quale tuttavia si protende non verso la Madre, ma verso il fruitore, il fedele, come ad accoglierlo, a benedirlo e dargli il benvenuto o l'arrivederci.
Il Villino delle Fate
1/30 sec, 4.5F, ISO-100, 55mm
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Ogni villino è come un piccolo castello con grandi cancellate di confine, torrette, archi e con i reggifiaccole (così frequenti nei castelli) in ferro battuto, che qui sono usati soltanto come semplice elemento decorativo.
Qui a destra vi mostro il Villino delle Fate, un esempio suggestivo dello stile, affascinante per l'atmosfera atempolale e fantastica.
Il Villino delle Fate mostra nella facciata e nei muri perimetrali uno spazio architettonico ritmato da loggiati irregolari, arconi e semiarconi, scalinate, tettoie. I soggetti delle decorazioni sono ora semplici fregi geometrici, ora storie medioevali inventate, ora immagini di città, ora semplici campiture floreali. Avvolgente è il gioco di luce-ombra creato dagli alberi di alto fusto, dai cespugli, dalle palmette e dalle specie rare di una flora studiata anch'essa per conferire un'atmosfera surreale. I materiali usati per il paramento esterno sono i più vari (marmo, travertino, laterizio, terracotta smaltata, vetro), impostati in mosaici, cornicioni, colonnati, capitelli. La cancellata in ferro battuto e legno è di finissima fattura.
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Due foto dei palazzi che si ergono in
piazza Mincio, da notare la complessità delle decorazioni.
1/125 sec, 8F, ISO-100, 50mm
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1/40 sec, 4F, ISO-100, 28mm
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Lo stile Coppedé non ha veri e propri precedenti, né avrà seguaci: esso costituisce una tipologia artistica a sé stante, in cui
il tutto vive tra Passato e Presente, tra fantasia e realtà come in un gioco o in un sogno.
I palazzi si impongono nello spazio con la loro mole, anche se alleggerita e traforata da logge, balconi e giochi chiaroscurali. Il ritmo compositivo è difficile da seguire (come in una composizione musicale del Novecento).
Lungo via Brenta si giunge a piazza Mincio, epicentro generatore dell'intero quartiere. La Fontana delle Rane sottolinea l'importanza del luogo principale del quartiere: la fontana è acqua, è vita, è Natura che si fonde con l'opera umana in un armonioso e rumoroso gioco. Tutti i villini che si affacciano sulla piazza raccolgono in loro stessi tutti gli stili.
Qui sotto una vista ravvicinata dei dettagli delle facciate dei palazzi sulla piazzetta e un particolare di un'immenso portone.
Scorcio con i dettagli delle facciate
1/50 sec, 5.6F, ISO-100, 90mm
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Portone
1/80 sec, 5.6F, ISO-100, 28mm
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Ma ritorniamo alla decorazione e agli elementi che costituiscono l'ingresso, qui sotto una foto da un'altra angolazione.
Assai belli sono anche i fiori e la lanterna sempre accesa (tutto in ferro battuto) e il muretto composto da piccolissimi mattoncini che decora ed esalta la parete posteriore dell'edicola.
Il fruitore è colpito dalla maestosità dell'architettura d'ingresso, ma è anche attratto dall'intersecarsi di volumi scultorei che fanno parte della struttura e sembrano volere venire fuori per catturare il visitatore. Anche la pittura entra in gioco, dando una nota coloristica all'intero complesso: il piano alto sopra l'arcone è arricchito da affreschi. Sotto l'arcone un enorme lampadario in ferro battuto rende interno un esterno. Qui l'opera dell'uomo scambia con la natura atmosfere e rumori e mesce insieme l'idea della casa accogliente con quella del solenne castello.
Particolare dell'ingresso e delle decorazioni
1/125 sec, 7.1F, -0.6ev, ISO-100, 35mm
Ogni volta che si torna al Quartiere Coppedé si scorgono nuove forme, nuovi personaggi, nuovi elementi decorativi: a seconda dell'ora del giorno o della notte infatti la luce esalta o nasconde parti di questo scenario fantastico, che consiglio a tutti di visitare almeno due volte nella vita.
Il Villino delle fate
1/50 sec, 5.6F, ISO-400, 50mm
Fotografie realizzate con corpo macchina Canon EOS 300D.
I riferimenti storico-architettonici sono tratti da "SestoAcuto".
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