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Portfolio


Il Quartiere Coppedè a Roma


di Sandro Rafanelli
9 immagini - 238 kb
data di pubblicazione: 25 Novembre 2004

luogo: Roma
periodo: 21 Novembre 2004

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636 preferenze  vota

(8 commenti)
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1/125 sec, 8F, ISO-100, 55mm

In un tripudio di architettura a metà strada tra il liberty e il barocco, vi presento un'esposizione fotografica diversa dal solito e piuttosto rara da trovare in rete per il soggetto trattato, il quartiere Coppedè a Roma.

Il piccolo quartiere compreso tra via Tagliamento e Corso Trieste è costituito da palazzine e villini progettati (e per la maggior parte anche costruiti) dall'architetto-scultore Gino Coppedè (1886-1927) tra il 1921 e il 1926.
Coppedé lavorò a Firenze, a Genova, a Messina, e nel 1913 fu chiamato a Roma con l'incarico di progettare e costruire un intero quartiere. Il quartiere è composto da 17 villini e 26 palazzine che si articolano intorno alla piazza centrale lungo diverse vie disposte a raggiera. Il nostro quartiere non fu però completato da Coppedè, che morì nel 1927 dopo una lunga interruzione dei lavori dovuta alla I Guerra Mondiale.

Lo stile Liberty traeva ispirazione dalla Natura imitandone le figure, la morbidezza, le forme: gigli, rose, campanelle e poi rami, gambi e spine si intersecano e si sciolgono decorando balaustre, cornicioni, portoni, finestre e facciate. In Italia lo stile Liberty fu usato dall'aristocrazia e dalla ricca borghesia con lo scopo di nobilitarsi, esaltando la magnificenza delle proprie abitazioni. Ma se lo stile Liberty si atteneva a una rigorosa regola compositiva, lo stile Neoeclettico fuse in sé regole all'apparenza opposte: la regolarità di uno spazio scandito da un loggiato rinascimentale si affianca a un arcone medievaleggiante. E questo è lo stile Coppedè.

Si entra nel Quartiere attraverso un magniloquente arco d'ingresso, esempio di stile eclettico: retorico, aristocratico, celebrativo. Lo stile eclettico raccoglie in sé simbologie e forme derivate da tutti gli stili precedenti al Novecento: Gotico, Rinascimento, Barocco, Settecento. In questo stile, la dimensione temporale è avulsa da qualsiasi contesto storico. In realtà l'intero quartiere appartiene più precisamente al Neoeclettismo, ovvero a uno stile eclettico ammorbidito dal Liberty.


L'entrata con l'arco e le due torrette
1/80 sec, 5.6F, ISO-100, 28mm

L'enorme arcone dell'entrata è affiancato da due torri, il tutto decorato con fregi, stucchi, cornicioni, mascheroni, balaustre, bugnati, statue e logge disposte in modo asimmetrico. Sulla torre di destra è stata posta un'edicola sacra che presenta un'iconografia inconsueta, con la Madonna che sorregge il Bambino, il quale tuttavia si protende non verso la Madre, ma verso il fruitore, il fedele, come ad accoglierlo, a benedirlo e dargli il benvenuto o l'arrivederci.


Il Villino delle Fate
1/30 sec, 4.5F, ISO-100, 55mm
Ogni villino è come un piccolo castello con grandi cancellate di confine, torrette, archi e con i reggifiaccole (così frequenti nei castelli) in ferro battuto, che qui sono usati soltanto come semplice elemento decorativo.
Qui a destra vi mostro il Villino delle Fate, un esempio suggestivo dello stile, affascinante per l'atmosfera atempolale e fantastica.
Il Villino delle Fate mostra nella facciata e nei muri perimetrali uno spazio architettonico ritmato da loggiati irregolari, arconi e semiarconi, scalinate, tettoie. I soggetti delle decorazioni sono ora semplici fregi geometrici, ora storie medioevali inventate, ora immagini di città, ora semplici campiture floreali. Avvolgente è il gioco di luce-ombra creato dagli alberi di alto fusto, dai cespugli, dalle palmette e dalle specie rare di una flora studiata anch'essa per conferire un'atmosfera surreale. I materiali usati per il paramento esterno sono i più vari (marmo, travertino, laterizio, terracotta smaltata, vetro), impostati in mosaici, cornicioni, colonnati, capitelli. La cancellata in ferro battuto e legno è di finissima fattura.

Due foto dei palazzi che si ergono in piazza Mincio, da notare la complessità delle decorazioni.


1/125 sec, 8F, ISO-100, 50mm

1/40 sec, 4F, ISO-100, 28mm

Lo stile Coppedé non ha veri e propri precedenti, né avrà seguaci: esso costituisce una tipologia artistica a sé stante, in cui il tutto vive tra Passato e Presente, tra fantasia e realtà come in un gioco o in un sogno.

I palazzi si impongono nello spazio con la loro mole, anche se alleggerita e traforata da logge, balconi e giochi chiaroscurali. Il ritmo compositivo è difficile da seguire (come in una composizione musicale del Novecento).

Lungo via Brenta si giunge a piazza Mincio, epicentro generatore dell'intero quartiere. La Fontana delle Rane sottolinea l'importanza del luogo principale del quartiere: la fontana è acqua, è vita, è Natura che si fonde con l'opera umana in un armonioso e rumoroso gioco. Tutti i villini che si affacciano sulla piazza raccolgono in loro stessi tutti gli stili.
Qui sotto una vista ravvicinata dei dettagli delle facciate dei palazzi sulla piazzetta e un particolare di un'immenso portone.


Scorcio con i dettagli delle facciate
1/50 sec, 5.6F, ISO-100, 90mm

Portone
1/80 sec, 5.6F, ISO-100, 28mm

Ma ritorniamo alla decorazione e agli elementi che costituiscono l'ingresso, qui sotto una foto da un'altra angolazione.
Assai belli sono anche i fiori e la lanterna sempre accesa (tutto in ferro battuto) e il muretto composto da piccolissimi mattoncini che decora ed esalta la parete posteriore dell'edicola.
Il fruitore è colpito dalla maestosità dell'architettura d'ingresso, ma è anche attratto dall'intersecarsi di volumi scultorei che fanno parte della struttura e sembrano volere venire fuori per catturare il visitatore. Anche la pittura entra in gioco, dando una nota coloristica all'intero complesso: il piano alto sopra l'arcone è arricchito da affreschi. Sotto l'arcone un enorme lampadario in ferro battuto rende interno un esterno. Qui l'opera dell'uomo scambia con la natura atmosfere e rumori e mesce insieme l'idea della casa accogliente con quella del solenne castello.


Particolare dell'ingresso e delle decorazioni
1/125 sec, 7.1F, -0.6ev, ISO-100, 35mm

Ogni volta che si torna al Quartiere Coppedé si scorgono nuove forme, nuovi personaggi, nuovi elementi decorativi: a seconda dell'ora del giorno o della notte infatti la luce esalta o nasconde parti di questo scenario fantastico, che consiglio a tutti di visitare almeno due volte nella vita.


Il Villino delle fate
1/50 sec, 5.6F, ISO-400, 50mm



Fotografie realizzate con corpo macchina Canon EOS 300D.
I riferimenti storico-architettonici sono tratti da "SestoAcuto".



IMPORTANTE Le immagini e i testi sono proprietà intellettuale dell'autore e ogni uso improprio come la vendita non autorizzata è vietato e perseguibile legalmente. Si prega di contattare l'autore nel caso si desideri acquistare gli originali o per eventuali pubblicazioni su altri supporti.



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commenti
  LightWriter  [25 Giugno 2013 - 11:40]
Un buon motivo per uscire dai più ovvi e frequentati percorsi turistici.
 nico da taranto [22 Agosto 2011 - 10:39]
  melisendo  [5 Luglio 2010 - 16:51]
Mi emoziona vedere queste tue belle immagini di un quartiere che conosco bene.
Sono nato in Via Nomentana vicino a Villa Paganini, a due passi da Coppedè,  e capitava spesso di passare, allora nel dopoguerra si andava a piedi, davanti a quegli edifici che mi incantavano tanto che avevo deciso da grande di fare l'architetto!
  SAndro  [19 Giugno 2008 - 17:13]
E' vero anche a Viareggio ci sono edifici che riprendono questo stile.

Ma il quartiere Coppedè di Roma ha un fascino tutto particolare...
 giulia [2 Aprile 2008 - 15:28]
 a Lido cdi Camiore Lucca ci sono diverse  case in questo  interessante  stile
 gianfranco casale [5 Febbraio 2008 - 15:20]
è un peccato che questo reportage abbia avuto solo alcune centinaia di visitatori. vorrei utilizzarlo per il giornale che faccio sul municipio II.
per questo vedere www.stradepiazze.it
e mandare ok a redazione@stradepiazze.it
grazie
gianfranco casale
 annalisalauciello@libero.it [11 Dicembre 2007 - 18:22]
Sono arrivata nel quartiere Coppedè, quasi per sbaglio, circa 3 anni fa e me ne sono innammorata immediatamente. Come non emozionarsi al "villino delle fate" mi sembra di averci già vissuto in qualche vita passata... i tratti armonici, dolci e al tempo stesso eclettici di quella dimora mi sembrano familiari e suscitano in me emozioni forti che vibrano con la mia anima!
Grazie per aver fatto quelle foto, in quel posto tanto vicino al mio cuore e grazie a Coppedè che, nella sua genialità ultramoderna, ha potuto realizzare tutto ciò.
Mi vengono i brividi nel vedere queste immagini... io ci sono stata solo una volta, perchè sono di bari e vivo a mosca per sei mesi all'anno, ma prometto di portarci mio marito; ne rimmarrà entusiasto nel vedere così tanta bellezza prendere forma in strutture alquanto fantastiche e giochi di luci al di là del tempo e dello spazio!
Queste strutture si distinguono così tanto da ogni forma comune di abitazione che generano un'energia creativa intrisa di misticismo e realtà...
devo per forza ritornarci... col mio amore!
ciao annalisa
  SAndro  [25 Novembre 2004 - 12:06]
Questo reportage è dedicato in particolare a tutti gli amici architetti che visitano frequentemente il sito della PhotoCompetition.
Spero che riesca a interessarvi e incuriosirvi e ancor più possa costituire una buona occasione per scoprire qualcosa di nuovo!



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