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Portfolio


India in BN


di Sergio Sbardellati
15 immagini - 767 kb
data di pubblicazione: 9 Giugno 2010

luogo: India


tags: bianco, india, jaipur, misticismo, nero, orchha, samode, sbardellati, varanasi

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(7 commenti)
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Lo scopo principale del mio viaggio era un reportage fotografico in un paese definito ad alto tasso di religiosità.
Volevo documentare le vedove di Vrindavan, le palestre dei lottatori di Varanasi, la morte come ineludibile serena realtà, i concerti e le scuole di musica, i colori dei sari, delle strade e dei muri scrostati.
Per meglio prepararmi mi ero spinto a rispolverare vecchie letture e ad attingerne da nuove, consentendomi anche fugaci occhiate dietro al pesante tendaggio del sacro. L'India mi si è visualizzata come un enorme brulicante formicaio umano dove ognuno si porta dietro la memoria di una moltitudine di divinità: Panteon forse troppo sanguinolento, insensibile osservatore esterno, cieco, incurante o impotente davanti alle umane vicissitudini ma presente ed abbarbicato, nei colori e negli odori, in ogni angolo di strada.

A consuntivo del viaggio, oltre alle scontate considerazioni olfattive, rimangono indelebili le miserabili condizioni dei vecchi e delle donne, e su tutte quelle delle vedove abbandonate o sfruttate. Questo è il sistema religioso dove la pietà non esiste, dove la compassione non è vocabolo conosciuto dove ogni disgrazia umana, fisica o di status sociale, è correlata a qualche comportamento delittuoso commesso nelle precedenti vite. Questo sistema l'ho visto nelle bruciacchiate cataste fumanti in un contorno di grigio sporco perenne. Non riesco evidentemente ad amare questa India, non riesco a capire come una religione fondata su mitologie fantasiose  e terrifiche possano conservare un attaccamento così viscerale con i fedeli. Altri occidentali vi vedono il mistico e il mistero, pronti ad esserne catturati, quando invero in un convento francescano troverebbero ben altri valori di amore universale che qui latitano. Questi sadu puntano a raggiungere la conoscenza ed a salvarsi dalla rincarnazione, pensando alla loro situazione e lasciando ben poco per gli altri.
Ed ecco, d'incanto, tra la moltitudine avanzare gli impavidi avanzi dei figli dei fiori, perduti in India, sdraiati nel pattume con l’occhio non più vivo, abbigliati come nessun stravagante indiano farebbe mai. Una tristezza infinita ed una incommensurabile incomprensione.

Questi mistici trascurano il fatto che Dio è tutto fuorché mistico. Kraus


La scelta del B&W, è stata in primis una sfida controcorrente ai colori fantastici ovunque presenti e in seconda battuta ho ritenuto il bianco e nero la rappresentazione grafica che meglio si correla alle emozioni che l’India mi ha trasmesso.


Una nota sul diritto alla privacy.
Quando si fotografa in luoghi esotici come l’India, dove l’umano è il soggetto che più attira l’obiettivo possono sorgere delle riserve mentali sul corretto approccio con il quale il fotografo occidentale vi si relaziona.
Ero partito con l’intenzione di fotografare le vedove di Vrindavan e la loro desolante esistenza ma quando mi sono trovato calato in quella terribile realtà mi sono sentito come un profanatore di umane disgrazie. Ed allora, come in altre occasioni simili, ho rinunciato non trovando sostenibile fotografare situazioni disperate. In altri casi, meno duri, ho chiesto il consenso con la splendida mediazione della mia guida.




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Agra



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il mercato di Orchha



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le preghiere sui gat. Varanasi



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in un vicolo di Varanasi



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in viaggio verso Mathura



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la capra vestita. Varanasi



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la preparazione del pane. Orchha



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le abluzioni mattutine. Varanasi



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le preghiere. Varanasi



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le vedove di Vrindavan



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ogni angolo un altare. Varanasi



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Orchha



reportage

Se c'è un pesce la pazienza sarà premiata



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tintore di Jaipur



reportage

un barbiere di Samode



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commenti
  kruger  [14 Giugno 2010 - 18:02]
Vi ringrazio tutti (con ritardo ,ma in questi giorni non ho sempre modo di collegarmi) per i commenti ,molto apprezzati e molto partecipi.
  Griccio  [10 Giugno 2010 - 22:04]
Le ultime tre foto sono da grande maestro della fotografia: in un solo scatto, in uno spazio delimitato dall'inquadratura appare un mondo con i suoi tantissimi dettagli, particolari, sfaccettature. La luce morbida, il seppia leggero, sono splendidi. Le ultime tre, di cui la terzultima è sublime, sono opere da epopea cinematografica. Complimenti davvero!
Se mi posso permettere, non è una cattiveria ma un esortazione, vorrei vedere qualche capolavoro in più anche nei concorsi!
  melisendo  [10 Giugno 2010 - 19:11]
Continuo, un giorno dopo l'altro, a guardare queste immagini ed a leggere il testo di presentazione.
Ammiro una ad una le immagini con lo sguardo freddo dell'esteta e trovo motivi di grande interesse nella forma, nella composizione, nell'uso accorto del mezzo espressivo, dal bianco/nero agli sfumati toni di grigio ed alle velature sapienti.
Se ne intuisce una importante formazione pittorica.
Poi affianco quelle immagini al testo, ed allora perdo il senso della ricerca dichiarata. Le "miserabili condizioni..", "la pietà...la compassione... non esistono.." e poi gli "impavidi figli dei fiori...sdraiati nel pattume...", la rinuncia a capire...
Non sono mai stato in India, ma è stata una scelta antica, forse proprio da figlio dei fiori ante litteram, proprio per non dovermi ritrovare a giudicare senza strumenti adeguati modi di essere troppo lontani da noi.
  SAndro  [10 Giugno 2010 - 11:05]
Secondo me è il portfolio più bello che hai pubblicato finora sulla PhotoCompetition.
Alcune foto sembrano dei dipinti e il bianco e nero invece di togliere, aggiunge quel fascino e quella magia che forse il colore può sminuire e confondere. La morbidezza dei grigi rendono delicato il racconto e il dipinto di un mondo diverso dal nostro ma che indubbiamente attrae gli occidentali. La domanda è: cosa veramente ci attrae?

Il testo che hai scritto poi è molto importante per chiarire alcuni luoghi comuni del misticismo "di tendenza". E' giusto trarre lo spunto per porre una riflessione seria. Secondo me si potrebbe davvero aprire un dibattito.
Fermo rimane il fatto che il tuo racconto fotografico è molto intenso e affascinante.
  Rosa  [9 Giugno 2010 - 10:37]
 Non sono mai stata in india, ma le tue foto raccontano molto bene. Bellissima serie!
  CniK  [9 Giugno 2010 - 10:19]
Sono rimasto affascinato dalle linee e "colori" morbidi del B/N.

Mi sono soffermato molto sulla foto del pescatore, un quadro, con il soggetto in primo piano meno vivo della miriade di soggetti che lo circondano. Affascinante.

Sarei curioso di vedere le foto in un formato più grande o quantomeno ottimizzate per le dimensioni con le quali vengono presentate. A quando una mostra ao vivo?
  Il Lele  [9 Giugno 2010 - 09:41]
bravissimo!!!!  adoro le tue composizioni con un gusto estetico sopra la norma e mai scontate. approvo la scelta dell'uso del bianco e nero che lascia l'essenza della foografia in luoghi dove il colore distrae e la fa da padrone.

Solo la percezione del 'paese' nonostante siamo passati entrambi dagli stessi posti è diversa e non sono uno di quelli che si lascia catturare da misticismo e mistero, forse ho semplicemente vissuto la mia esperienza senza compassione nè pietà, senza provare a trovare un senso alla miseria e alle ingiustizie. Per chi non è stato in india forse queste frasi suoneranno strane, becere e incomprensibili, da turista ignorante, per chi c'è stato invece forse hanno un senso.


l'altro argomento che hai sollevato nella nota del tuo testo, è un argomento molto delicato e sarebbe bello avere una discussione più ampia sull'etica del fotografo, magari nel forum.



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