L'occasione per questo reportage è nato per caso. Sapevo che Acacio, il mio autista, tornava ogni tre o quattro mesi al suo villaggio d'origine per trovare la nonna e pregare sulla tomba della madre, precocemente scomparsa. Partiva da solo ed impiegava tre giorni tra andare e tornare con i "chapas" strapieni di uomini e polli. La maggiore difficoltà era, dopo aver percorso circa 200 km. a nord di Maputo, trovare un passaggio verso la costa per altri 40 km. Visti i disagi viaggiava solo, preferendo risparmiare alla moglie ed alla figlioletta le fatiche dello spostamento.
In quei giorni avevo la mia famiglia in Italia, i fine settimana erano vuoti, fare delle foto in un vero villaggio sperduto nel bush era una buona opportunità; proposi allora ad Acacio di andarci insieme, portando anche i suoi familiari. Detto fatto si partì dopo aver provveduto (previo censimento rapido) a quanto necessario per un pranzo collettivo , quaderni, matite ed altri giochini per i bambini.
Arrivati nel piccolo villaggio, mi ha colpì come questo ragazzone, grande e grosso, si rapportasse con estrema deferenza, rispetto, e tangibile affetto verso la nonna. Ascoltò per quasi un'ora i suoi consigli, annuendo spesso ed assumendo in certi momenti atteggiamenti contriti come se fosse stato rimproverato. Stavo osservando la scena tipica di una madre, per lui ritrovata, premurosa e protettiva e del figlioletto da consigliare e guidare. Dopo la lunga confessione ed aver avuto una sorta di benedizione il nostro uomo si levò visibilmente sollevato.
La moglie e la figlioletta erano rimaste intanto sedute a poca distanza, immobili e silenziose. Poi fui presentato a tutti i membri della famiglia. Mentre alcune donne prendevano in consegna le vettovaglie per preparare il pranzo, andammo in un campo dove era sepolta la madre. Assistetti, silente ospite, ad una toccante cerimonia di commemorazione. Dopo la pulizia della tomba, posta sotto un grande Mopani, pregarono cristianamente e in una complicata cerimonia versarono dell'acqua tutt'intorno, come per benedire la terra.
Immediatamente dopo, approfittando della disponibilità dell'auto ,portammo la nonna a circa 10 km. di distanza a trovare, in un altro villaggio, sua cognata che non vedeva da sei mesi. Le due donne, felicissime dell'opportunità si scambiarono tutte le notizie ed i pettegolezzi che non avevano nel frattempo potuto dirsi. La vera festa intanto la facevano i bambini del villaggio che ci circondavano elettrizzati dalla novità di vedere quello strano bianco che non aveva altro da fare che girare in mezzo a loro con una fotocamera.
Di ritorno al primo villaggio scoprii, con sorpresa, che avrei pranzato solo con Acacio e suo zio, nostro ospite e maestro della scuola elementare. Avevano insomma preparato un pranzo per soli uomini. Ma attenzione, le donne senza farsi mancare nulla si erano già organizzate, rumorosamente e festosamente a pochi metri da noi. Ho avuto l'idea che far mangiare gli uomini da soli non era un privilegio ma un contentino, una pura concessione di facciata della matriarcale organizzazione della famiglia.
>> Guarda in modalità SLIDESHOW!La moglie di Acacio
La figlioletta di Acacio
La sorella di Acacio
Una cuginetta
Altri cuginetti
Una ragazza del villaggio
Una ragazza del villaggio
La ragazza si appresta a cucinare
La cognata della nonna
Un assorto bambino
Occhi, semplicemente occhi
Canna da zucchero
Una piccola biondina dagli occhi verdi
Tutti in fila per la foto di gruppo
Il sorriso contagioso del buon umore