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Nelle Ande Argentine


di Antonio Ulzega
14 immagini - 2.67 mb
data di pubblicazione: 17 Giugno 2011

luogo: Argentina


tags: ande, argentina, clima, geomorfologia, glacialismo, sud america, ulzega

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(5 commenti)
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Nelle Ande Argentine

Lasciato l’Oceano Atlantico a San Antonio Oeste, la provincia del Rio Negro si estende verso ovest nella pampa sconfinata, fino al comparire all’orizzonte del profilo bianco di nevi della Cordigliera Patagonica.

Le valli si restringono e si coprono di boschi man mano che i rilievi si fanno più elevati e sono più marcati gli effetti del glacialismo recente.

Tra San Carlos de Bariloche  ed il confine cileno siamo ora sul territorio oggetto della  missione dell’International Geological Correlation Programme dell’UNESCO: l’analisi della morfogenesi glaciale andina negli ultimi 20 ka.
Le valli glaciali, i depositi periglaciali, i laghi proglaciali, i possenti depositi morenici, illustrati dai geologi argentini e rivisitati sul terreno hanno costituito ottime chiavi di lettura per la comprensione dell’evoluzione morfoclimatica recente delle regioni meridionali del Sud America.

San Carlos de Bariloche, Argentina, 1984



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commenti
  melisendo  [20 Luglio 2011 - 18:07]
Grazie Ale, i tuoi commenti sempre preziosi, come pure la scelta della 7 che da sola forse racconta la storia del viaggio.
  Sanminiato77  [20 Luglio 2011 - 17:36]
Concordo con le osservazioni di Rosa.. Anche io preferisco la parte a colori del portfolio.. Il look agé (non fittizio!) di queste foto mi affascina tantissimo..
Sei sempre bravo, nelle tue serie fotografiche, a raccontare.. oltre che semplicemente mostrare.. complimenti!
Le mie preferite in assoluto sono la 1 e la 7.
  Rosa  [26 Giugno 2011 - 05:45]
Grazie Antonio per questo dettagliatissimo commento, ne faccio sicuramente tesoro.
Io ho poca esperienza con la diapositiva.... credo di aver usato solo la Echtachome e per giunta scaduta ( ne sono venute fuori foto con dominanti molto bizzarre).
  melisendo  [25 Giugno 2011 - 11:15]
Ebbene sì, Rosa, materiale ne ho tanto e mi pongo seriamente il problema di un eccesso di miei reportages; in questo caso appunto ho diviso il reportage in due parti sia per non presentarne due sia perchè la seconda parte nasce in b/n e volevo comunque mostrare la grandiosità delle Ande.

Ai tempi, il corredo delle pellicole di viaggio comprendeva sia diapositive sia bianco/nero e, siccome la fotocamera era una, si alternava il colore ed il b/n a seconda delle situazioni (soggetto, luce, condizioni meteo, previsione di uso finale delle foto, ....).

Tieni conto che, come in questo caso, i luoghi dove si andava erano abbastanza difficili, a volte pericolosi, lunghe camminate a piedi, l'attrezzatura fotografica era pesante (Leicaflex SL2 oppure Nikon F Photomic con 3 obbiettivi, filtri, flash, almeno 20 rullini, ed altro), ogni scatto era definitivo (non si poteva sparare a raffica come oggi!) e portarsi appresso due macchine fotografiche era impensabile.

Passando alle pellicole, normalmente usavo per il colore le invertibili Kodachrome 25 (25 ASA), a volte le Echtachrome 64 (64 ASA) e raramente le Agfachrome 50 (50 ASA), mentre per il b/n le pellicole negative Agfapan APX (25 ISO), Ilford FP3 (125 ASA) e HP4 (400 ASA) o Kodak TriX 400 (400 ASA)

Ho pochissima esperienza sul negativo colore perchè del tutto inutilizzabile per il mio lavoro di insegnamento e di ricerca.
  Rosa  [25 Giugno 2011 - 04:21]
Personalmente avrei diviso la serie in 2 portfolii, uno a colori e l'altro in b/n, ma conoscendo ormai la mole di materiale in tuo possesso, posso comprendere la scelta di accorparli. La parte a colori mi piace di più, i toni in particolare mi affascinano. Pellicola?
Alle immagini in b/n invece avrei schiarito un po i grigi e, trattandosi di paesaggi, avrei diminuito un po il contrasto.
 Ti faccio una proposta, ti andrebbe di indicare anche nei porfolii in analogico il tipo di pellicola da te utilizzata? .... mi oriento poco soprattutto tra quelle a colori



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