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Orrido di Botri


di Sandro Rafanelli
9 immagini - 1.31 mb
data di pubblicazione: 19 Novembre 2010

luogo: Garfagnana (Lucca)
periodo: agosto 2010


tags: aquila reale, botri, garfagnana, lucca, orrido, rafanelli

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(9 commenti)
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Orrido di Botri

Una spettacolare gola calcarea scavata nel corso del tempo dallo scorrere delle acque dei torrenti Mariana e Ribellino, che si congiungono poi formando il Rio Pelago, questo è l'Orrido di Botri, tra le montagne della Garfagnana, sopra Lucca.
Le fotografie riescono solo in parte a trasmettere l'altezza delle pareti, il buio e il freddo dell'acqua (e siamo in pieno agosto!).
Nel periodo estivo, quando la portata delle acque è minore e la temperatura un po' più mite, è possibile risalirne il tratto finale, da Ponte a Gaio fino alla Piscina.

E così comincia la mia avventura con un gruppo di amici...


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Oltre al casco c'è stato bisogno di una bella protezione per la macchina fotografica, sottoposta agli schizzi e rischiosamente vicino alla superficie dell'acqua in alcuni passaggi.
Alcune vasche sono davvero profonde, per fortuna non ci sono scivolato dentro!



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La luce del sole fatica a penetrare nella gola.



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All'interno della spaccatura la vegetazione è distribuita secondo una stratificazione verticale, con i livelli più umidi e freddi alla base dove predominano i muschi e le felci, sostituiti mano a mano che si sale verso l’alto dai livelli più temperati, dove si incontrano piante di aquilegia e silene in mezzo ad estese faggete.



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Per accedere all'ultima grande vasca, "la Piscina", occorre superare uno stretto e scivoloso passaggio con le corde. Potete immaginare il mio timore di rovinare la mia nuova Canon 50D!



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Le impervie pareti dell’orrido arrivano in alcuni punti fino a 200 metri di altezza e da sempre costituiscono un sito di nidificazione ideale per l’Aquila Reale.
Non poteva mancare un bagno nella gelida piscina con la cascata.



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...



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Concedetemi ogni tanto di ritrovare il divertimento di un reportage più "leggero".



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commenti
  Rosa  [6 Dicembre 2010 - 19:09]
Avevo già avuto modo di osservare queste immagini altrove...effettivamente, nell'altro album fotografico ce ne sono alcune molto divertenti che secondo me ci sarebbero state bene qui!
Cmq sono magnifiche, ottima la gesione della luce!
  SAndro  [1 Dicembre 2010 - 12:14]
Un piccolo raffronto sulle dimensioni della "spaccatura" si vede dalle foto 2°, 3°, 4° e 5° dove si scorgono delle persone, anche se in alcune immagini sono molto piccole.
Mi sono reso conto che con dimensioni maggiori probabilmente l'effetto sarebbe stato ben diverso, qui c'è anche il problema che le immagini verticali sono solitamente più sacrificate rispetto a quelle orizzontali.

Guardate queste tre foto un po' più grandi tramite questi link:
 - foto 1
 - foto 2
 - foto 3
  SAndro  [1 Dicembre 2010 - 10:39]
Hai ragione Lele sulla presenza umana, infatti nella prima versione del reportage c'erano i miei compagni di viaggio ritratti nei momenti salienti del percorso o quando facevano il bagno nella vasca finale, ma sono stato costretto a togliere quelle foto perché non volevano apparire.
  Il Lele  [30 Novembre 2010 - 08:56]
un reportage difficile, proprio perchè è vero come dice sergio, che alcuni paesaggi non sono fatti per essere fotografati, in quanto non è pura questione estetica ma di sensazioni che si provano e che sono molto difficili da trasmettere. difficile anche per le condizioni di scatto, non tanto per la stabilità precaria, quanto per la gestione di luci e colori. e mi sembra che tu le abbia gestite benissimo.
se mi posso permettere una leggera critica, forse manca al racconto fotografico qualche foto in più in grado di renderci partecipi dell'avventura che hai vissuto, oltre che della bellezza del luogo come hai fatto nella prima verticale a sinistra, dove grazie alla presenza umana si riesce ad avere un riferimento dimensionale unito alla bellezza del posto.
come sempre complimenti.
  kruger  [29 Novembre 2010 - 12:23]
Se c'è un limite a questo tipo di fotografie è che trasmettono forse il 10% di quelle sensazioni che il fotografo percepisce. Non c'è niente da fare ci sono luoghi "non fotografabili" ;Mi riferisco a certi panorami americani o ai deserti ed anche alle foreste pluviali. I rumori di fondo ,il vento,l'umidità che sente il fotografo LI VORREBBE TRASFERIRE in immagine.Ma lo strumento è limitato. Devo darti atto che,pur valendo vale quanto sopra, hai comunque realizzato delle belle foto ,molto difficili visto la ristrettezza dell'ambiente e la monocromia. Foto che ci hanno portato in un luogo almeno per me sconosciuto ,da quì la voglia di andarci.Non è un risultato da poco.L'Italia è piena di piccole oasi naturali poco frequentate e turisticizzate(per fortuna). Le mie preferire ,in attesa di nuove scoperte, sono la Val di Mello ;bellissima in tutte le stagioni e facile da immortalare e le Gole del Sagittario da Anversa risalendo verso Scanno ;molto  difficili da fotografare . 
  Monyca  [28 Novembre 2010 - 19:52]
Quoto EnneKappa, posti meravigliosi che fanno pensare a isole sconosciute e invece sono vicine a noi e alla portata di tutti (la prima assomiglia tantissimo a un posto qui vicino casa mia accanto a un fiume)!
  EnneKappa  [25 Novembre 2010 - 21:30]
Pazzesco! Ma siamo in Italia?!
A volte si pensa che per trovare posti così si debba andare a chissà quante migliaia di chilometri di distanza e poi si scopre che sotto casa c'è di meglio!
Bellissima la prima con le foglie luminosissime ma mai bruciate che fanno da tetto. 
Sarai impazzito con l'esposizione! Mi da l'idea che nella realtà l'estensione tonale fosse enorme.
Gestita benissimo comunque!
  SAndro  [22 Novembre 2010 - 10:05]
Grazie Antonio, mi fa molto piacere il tuo giudizio "da esperto".
Il mio reportage lo intendevo "leggero" nel senso di non forzatamente artistico, ma come un racconto di un'esperienza attraverso il paesaggio.
Dalle foto non si può comprendere, ma è stato davvero difficile fare le foto in questo posto, ero sempre a rischio caduta, visto che dall'inizio alla fine del percorso si camminava immersi in acqua (gelida).
Un posto che consiglio a tutti di "provare".
  melisendo  [19 Novembre 2010 - 13:34]
Da vecchio geologo, geomorfologo, dilettante fotografo, apprezzo moltissimo questo tuo lavoro!
Questo bel reportage fornisce un quadro molto preciso e suggestivo di un fenomeno naturale imponente quale è quelle delle forre incise profondamente dai torrenti nel cuore delle montagne.
Mi piace anche il tuo "ritrovare il divertimento", la gioia di mostrare cose belle senza l'affanno, l'impegno, l'incubo di dover "per forza" fare della opere artisticamente impegnate!Allo stesso tempo non sono ovviamente d'accordo sul definire "leggero" un reportage come questo che illustra in modo serio e formalmente molto valido un ambiente naturale così importante, anche se lontano dalle miserie della vita di ogni giorno o dai bui artificiosi studi fotografici.



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