>> Guarda in modalità SLIDESHOWGli africani di qualsiasi etnia sono profondamente religiosi, con ognuno il proprio sistema di credenze che permeano ogni settore della vita personale e sociale, sostanzialmente impossibile da scindere dal resto. Nelle società tribali africane ogni sventura, sfortuna, malattia sono causate da malevolenza e azioni malvagie attivate mediante l’impiego di magie e sortilegi. La difesa dal male gli africani la trovano nell’operato dell’uomo medicina.
L'uomo-medicina, per la società tribale, è simbolo di salute, protezione e sicurezza dalle forze malvagie ed ha una forte e benefica valenza psichica nell’affrontare le malattie. Acquisisce il sapere sul valore medicinale, la qualità e l'uso di diverse erbe, radici, cortecce e vari oggetti come minerali, insetti morti, ossa piume, polveri, fumo escrementi di animali, conchiglie e così via. Deve conoscere le cause, le cure di malattie e le cause di sofferenza anche psicologica, la natura degli spiriti e come trattare i morti viventi. La forte valenza psichica dell’uomo–medicina, simbolo di speranza, di salute e protezione, spiega perché i pazienti che si curano negli ospedali moderni africani si rivolgono anche alla medicina tradizionale, senza cadere in contraddizione.
L'uomo medicina non deve mai divulgare i suoi segreti agli estranei. E' suo compito specifico è combattere anche la stregoneria e la magia ,prevenendone gli effetti e rimandandoli a volte al mittente. Protegge chi si rivolge alle sue cure confezionando amuleti protettivi dalle più svariateorigini e fattezze.
Il suo bangalà non era più sveglio come un tempo, faceva fatica, arrancava. Con quella sorridente disponibilità di ragazze era una jattura. Quando uscì dalla capanna dell’uomo-medicina, aveva il sacchetto con le erbe essiccate della foresta, quelle del vigore. Sbagliò dose o fece di testa sua pensando di sbalordire. Priapismo acuto e rimpatrio d’urgenza.
Questo potere mistico, qualunque cosa sia, è una realtà incontrovertibile. Pur tenendo conto che in alcuni casi si tratta di superstizione e manipolazione, ci si ritrova comunque davanti a fenomeni tangibili che sfuggono a spiegazioni scientifiche. Un africano non può distaccarsi dalla religione tribale del suo gruppo perché altrimenti spezzerebbe ogni legame con le sue radici, le sue fondamenta, la sua sicurezza, il concetto stesso di esistenza.
Ogni africano che vive in un villaggio può raccontare una serie infinita di storie che possono apparire più favole che realtà, ma l’atmosfera che gravita nei villaggi è permeata dalla credenza di questi poteri mistici. In questa moltitudine di poteri, la magia protettiva è una forma di terapia preventiva e viene utilizzata contro spiriti maligni, maghi, malocchio, invidia o rancori. Si ricorre all’uso di talismani che portano fortuna o amuleti che allontanano il malocchio.
Era uno dei migliori operatori, usava la lama del grader CAT16 come un rasoio. Era giovane e correva dietro le gonne. Lo vedi trasformarsi in pochi giorni in un otre gonfio dalla faccia tumefatta. Non venne più a lavorare e morì poco dopo nel suo villaggio per un sortilegio, dicono, di magia nera mandato dalla moglie tradita. Il nostro bianco medico non aveva mai visto nulla di simile e da tempo aveva smesso di cercare spiegazioni razionali.
Ogni africano cresciuto in ambiente tradizionale ha avuto una qualche esperienza di un potere occulto che si manifesta sotto forma di magia ,divinazione e fenomeni misteriosi. I popoli africani ne conoscono i poteri nascosti e cercano di applicarli in svariati modi.
Nel raccontarlo, a distanza di anni, ancora gli tremava la voce . Era rimasto solo a contrastare quella improvvisa ribellione. La radio non funzionava, la urla si facevano più forti e si brandivano i machete. Era consapevole di poter morire straziato e finire appeso ad un palo. All’improvviso ricordò, prese la scatola con il borotalco, uscì fuori di fronte agli scalmanati e, correndo, fece un cerchio con quella polvere bianca attorno alla baracca. Drammatico e ridicolo fu vedere la candida scia di profumato borotalco diventare un invisibile confine invalicabile sul quale si schiantarono gli assalitori urlanti. Come vitrea barriera antisfondamento.
Gli oggetti si usano o si indossano ed il potere passa attraverso gli spiriti, i morti viventi o una parte della forza invisibile della natura. Gli oggetti possono perdere di efficacia e il loro proprietario deve cambiarli o ricaricarli. A questo punto la magia e la religione convergono e si mescolano tanto da non separare gli incantesimi ed i poteri mistici dal cristianesimo o dall’islamismo.
Ero arrivato in quella chiesa troppo grande, persa nel mare verde della foresta pluviale, a due ore di pista a sud di Yaounde. I balofoon ed i tamburi erano un tappeto percussivo ossessivo; bianche gonne ondeggiavano ed il prete salmodiava con veemenza. Qualcuna cadeva in trance rotolando sul pavimento, altre agitavano le spalle con le braccia cadenti appese pesantemente sui fianchi con gli occhi perduti nel vuoto. Acri fumigazioni tra il serpente ondeggiante delle danzatrici, sinusoide ritmata dal battito insostenibile dei tamburi. I corpi afferrati dai ritmi erano gli stessi da dove la mente stava lentamente uscendo. Difficile per me fotografare quando qualche cosa di estraneo ti stordisce, pulsa nelle tempie, entra nelle narici, nella testa e giù, fino all'addome.
Durante le cerimonie ancestrali gli iniziati sono posseduti, come in trance, da un essere superiore, in altri casi dagli spiriti dei trapassati. Questi riti sono stati, in alcuni casi, adottati nelle funzioni cristiane con sfumature diverse in relazione a quanto l’officiante senta ancora il richiamo delle tradizioni. In Africa si può essere cristiani senza rinnegare gli dei delle foreste.
Le popolazioni indigene, per compiacere i preti, portatori di qualche beneficio ,hanno assorbito e trasformato le figure del cristianesimo senza interrompere il dialogo con la tradizione. Il sincretismo delle divinità della foresta africana si è pian piano completato; hanno assunto l’aspetto esteriore dei santi, e partecipano nei loro riti come interposte figure. Ma quando c’è da contattare i loro mondi extraterreni non si riuniscono certo in una chiesa cristiana.
I buldozer che abbattevano foreste non riuscivano a sradicare quell’alberello. Il caposquadra africano insisteva a dire che si trattava di un albero magico che poteva essere rimosso solo dopo che lo spirito che lo abitava avesse acconsentito a lasciarlo ed a spostarsi in un'altra pianta. L'uomo medicina versò ai piedi dell’albero il sangue di tre capre e tre bottiglie di gin. L'albero fu spostato, con le mani ,da un paio di manovali con grande stupore dei bianchi ed enorme soddisfazione dei neri.
Il cimitero del villaggio appena fuori Edea si trovava proprio sul tracciato della nuova ferrovia e doveva essere spostato. Poliziotti armati presidiavano le notti con gli occhi della paura, affinchè le tenebre del male non si rifornissero di ossa umane. Gli uomini-medicina purificarono poi i luoghi dopo aver spostato altrove i poveri resti. Solo dopo potemmo avviare i lavori.
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