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Vivos los queremos!


di Christian Taliani
15 immagini - 2.73 mb
data di pubblicazione: 18 Dicembre 2014

luogo: Messico


tags: città del messico, iguale, manifestazione studentesca, messico, morti, narcotraffico, oaxaca, taliani

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¡Vivos los queremos!


Da quando, la notte del 26 settembre 2014, una manifestazione studentesca ad Iguala si è trasformata in tragedia con morti, feriti e 43 studenti scomparsi, il Messico è in subbuglio. Il Paese non è nuovo ai ‘desaparecidos’, che nel corso degli anni si contano ormai a migliaia. Anche questa volta politici, esercito e polizia sono fortemente sospettati di complicità con bande paramilitari e organizzazioni di narcotrafficanti, ai quali avrebbero consegnato gli studenti della Scuola Normale Rurale Raúl Isidro Burgos di Ayotzinapa.

Il Messico è stato governato fino al 2000 e per oltre 70 anni dallo stesso partito, il PRI, in modo autoritario e corrotto, tornato poi al potere nel 2012; la scuola di Ayotzinapa (appartenente al municipio di Tixtla, nello Stato di Guerrero, zona povera del paese con alti livelli di corruzione e delinquenza organizzata) è politicamente molto attiva, fortemente di sinistra e antigovernativa.

I familiari degli studenti non vogliono credere alle versioni fornite dagli arrestati secondo i quali i ‘normalistas’ sarebbero stati uccisi, fino ad ora infatti sono state rinvenute alcune fosse comuni con numerosi corpi mutilati che però non sono sembrano appartenere agli studenti.

Le manifestazioni di protesta contro il governo locale e quello nazionale, ed anche contro la corruzione di esercito e polizia, stanno diventando sempre più frequenti in tutto lo Stato, a partire dalla capitale, e ricevono il sostegno di numerose associazioni, partiti e movimenti (incluso l’EZLN), che hanno sparso ovunque manifesti e scritte di ribellione al potere e contro il "narco-stato". 

Ho cercato di cogliere alcuni 'segni' di questa crescente insofferenza: le fotografie che seguono sono state scattate lungo il precorso che va da Città del Messico, a Oaxaca, San Cristobal de las Casas ed altre località del Chiapas e dello Yucatan tra la fine di ottobre e l'11 novembre 2014, ma la questione è ancora aperta: studenti, familiari e professori non si arrendono: “siamo tutti Ayotzinapa”, “Ce li hanno presi vivi, li rivogliamo vivi!



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Ayotzinapa: la tua lotta è la mia lotta! il tuo dolore il mio dolore! Vivi ce li hanno presi, vivi li vogliamo! Preferisco morire in piedi che vivere schiavo tutta la vita!


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di che misura sono le fosse in Messico?


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(San Cristobal) il Messico è coperto di sangue... e tu cosa pensi? cosa sente il tuo cuore? le tue mani cosa fanno? la tua bocca tace o grida!!


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Alt alla criminalizzazione del movimento popolare! Ayotzinapa vive - a sinistra: contro il narco-stato: autodifesa femminista


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Ayotzinapa siamo tutti


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(Chiapas) libertà incondizionata per i fratelli... appoggiamo gli alunni della Scuola Normale Raúl Isidro Burgos di Ayotzinapa, Guerrero, Messico.


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43, li stiamo aspettando!


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APPO (Asamblea Popular de los Pueblos de Oaxaca) né perdono, né oblio


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Sono stanco di avere paura; il demonio non sta all'inferno, sta governando il Messico 


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commenti
  conan  [10 Febbraio 2015 - 13:52]
Interesante reportage fotografico. Alcune foto sono riprese da punti di vista molto interessanti che esaltano l' effetto del soggetto. In tutte si percepisce la sensazione degli eventi in quel tempoBelle anche le composizioni e i colori.
  Il Lele  [7 Gennaio 2015 - 14:43]
Interessante, con un bel taglio. efficace.
  Diana Cimino Cocco  [28 Dicembre 2014 - 08:51]
complimenti - ottimo reportage - le tue foto "raccontano di una tragedia"
  paco  [25 Dicembre 2014 - 15:10]
Bel reportage, molto forte.
Complimenti, lavoro interessante e significativo!
  Monyca  [18 Dicembre 2014 - 11:42]
Sembra di tornare indietro nel tempo, e invece sono ancora altamente drammaticamente attuali queste immagini. Apprezzo sempre il lavoro dei reporter che fanno conoscere al mondo verita' lontane, situazioni che se non si e' sul posto non si possono conoscere per come sono, visto che buona parte dei media sono "programmati" per enfatizzare o sminuire  i fatti a seconda del caso. Bel reportage davvero
  melisendo  [18 Dicembre 2014 - 06:24]
Quando ci si trova a toccare con mano la sofferenza, la rabbia, la disperazione di un popolo colpito brutalmente non si può essere spettatori indifferenti, così si sente in questa successione di immagini il coinvolgimento e la partecipazione del fotografo. Queste immagini sono documento e denuncia di grande valore.  




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