L’angolo di oceano più selvaggio del pianeta, come amava ripetere
Jacques Cousteau; un arcipelago dimenticato dal mondo che corre, il respiro possente dell’oceano e delle montagne, il ricordo tra realtà storica e mito di epici naufragi, spogliati dal tempo della loro drammaticità e relegati al repertorio romantico della leggenda, dell’epoca della corsa all’oro e dell’Invincibile Armata che contendeva il predominio dei mari e dei nuovi mercati ai navigatori portoghesi; qui si dice che giacciano le famose tre caravelle che facevano da scorta al leggendario corsaro Sir Francis Drake, che ancora non sono state trovate e che fanno sognare i cacciatori di tesori. E poi montagne, cordigliere, canyons, passi tra le nebbie ed un’isola deserta e abbandonata a Nord; spiagge lunghissime e immacolate di sabbia chiara, un vero deserto di dune, un’isola vulcano, un cono viola e perfetto, che dalle profondità dell’oceano si erge fino a tremila metri a Sud.
Tutto questo è l’arcipelago di
Cabo Verde, paradiso per la fotografia paesaggistica, composto da dieci isole e otto isolotti, suddivise in Sopravento e Sottovento a causa dei venti Alisei che arrivano dal continente, sorte 600 km al largo del Senegal su un Hot Spot (punto di risalita magmatica) ancora attivo e composte da rocce quali magnesio, ferro, basalto che provengono dalla crosta oceanica.
Nonostante la forte erosione, le vestigia del vulcanismo sono ancora abbastanza evidenti un po’ in tutte le isole con la presenza di spettacolari crateri, in particolare quello che costituisce la baia di Mindelo a S.Vicente.
Il vulcanismo qui non è esplosivo, (ad eccezione di Fogo, l’isola vulcano alta 3000 metri), bensì è fluido, rotondo, smussante; mi viene spontaneo collegare questa qualità “aromatica“, priva di asperità, alla dolcezza dei sapori, dei frutti, del cibo, alla mitezza, alla gentilezza della gente. Tuttavia mentre alzo gli occhi alle cime delle verdi cordigliere che a 2000 metri di altezza tagliano come coltelli questo cielo atlantico colgo la potenza di una natura antica.
Il clima tropicale secco, ventoso da novembre a luglio (alisei) con possibilità di notti fresche da gennaio a marzo vanta temperature medie di 24 gradi; assai scarse sono le piogge, tranne che nel periodo agosto - ottobre. Novembre, dicembre è in assoluto il periodo più indicato per la stabilità delle condizioni meteorologiche, elemento molto importante per la realizzazione di fotografie paesaggistiche.
Sono arrivato in queste terre di accentuati contrasti (le sei isole più occidentali sono caratterizzate da rilievi accidentati e le altre tre isole da lunghe distese sabbiose) grazie a Francesco, 39 anni, di Siena, ideatore del “
Cabo Verde Adventure Raid”, viaggio avventura alla scoperta delle Isole di Sopravento (
www.capoverdeavventura.com).
Con la sua agenzia “
Loxodrom Adventure” si occupa da 16 anni dell’organizzazione di eventi multidisciplinari e programmi Avventura per Manager, ma una volta scoperto l’ arcipelago si è fermato a Capo Verde e i suoi racconti in patria mi hanno letteralmente conquistato. Dopo circa sei ore di volo eccoci insieme, lui come guida d’eccezione, io e altri amici per vivere una nuova grande avventura.
Il mio corredo fotografico da appassionato di viaggi avventura è composto da un robusto e affidabile zaino Tamrac, un corpo macchina digitale Fuji Finepix S2 pro, un Nikkor 28-100 e l’incredibile grandangolo Sigma 12-24 con l’angolo di campo che alla focale minima di 12 mm, raggiunge l'impressionante valore di 122° e a 24 mm quella di 84°, la cui costruzione comprende quattro elementi ottici SLD a bassissima dispersione e ben tre lenti asferiche che mi assicurano prestazioni ottiche eccellenti.
E’ questo imponente grandangolo che mi permette di cogliere tutta la vastità dei paesaggi capoverdiani. Infine, seppure non utilizzi spesso focali molto corte, ho portato un tele Sigma 135-400 4.5-5.6 APO Aspherical, ereditato dal vecchio corredo analogico, che mi ha permesso di ritrarre squali e altri dettagli in primo piano da lunga distanza. So che avrò a che fare con luoghi impervi, deserti, vento e tanta insidiosissima polvere; sono munito di un pennello a soffietto per togliere i granelli di polvere dal CCD e un fondamentale contenitore di plastica professionale della Lowepro.
Il deserto del Viana nell’isola di Boavista regala immagini indimenticabili e grazie a tanta attenzione e accorgimenti tecnici, fotocamera, schede di memoria e ottiche non hanno subito alcun danno.
Confesso di essere partito con un po’ di scetticismo: ”Capo Verde, cosa ci vai a fare? E’ piatto, c’è vento, non c’è niente…!”. Francesco risponde sorridendo: “Quando qualcuno dice così, capisco che si è fermato alla sola isola di Sal, l’unica dotata di aeroporto internazionale e unico polo di attrazione del turismo di massa con imponenti villaggi turistici…in verità non è vero che Sal è priva di interesse, oltre ad essere uno dei migliori Spot al mondo per il surf da onda ed il “kyte surf “ ha la lunga spiaggia di Santa Maria composta da ben 6 Km di baie poco conosciute, un paio di villaggi caratteristici,
Espargos e
Palmeira ed una rarità pressoché unica, il vulcano di
Pedra de Lume che ospita al proprio interno saline portoghesi dismesse al cui interno si penetra come Indiana Jones attraverso un tunnel scavato nel fianco del vulcano e dove si può fare il bagno in acque rosa-azzurre, galleggiando in superficie per via del sale”.
Noi dell’Adventure team ci fermiamo a
Sal solo lo stretto tempo necessario per visitare Pedra de Lume e attendere il volo interno per le Isole di Sopravento:
S. Nicolau,
S.Vicente,
S.Antao,
Boavista. Sorprendentemente solo pochi sanno che a 45 minuti di volo da Sal si apre un mondo tutto da scoprire dove la presenza di turisti è limitata per lo più ad appassionati di sport estremi, geologi e naturalmente appassionati di fotografia paesaggistica come un simpatico signore emiliano (chissà se mi riconoscerà dall’articolo!) che una volta sbarcati a S. Antao mi mostra fiero la sua splendida Hasselblad H1 con la quale porterà a casa meravigliose stampe di altissima qualità.
Sono piene di entusiasmo le parole di Francesco quando parla delle “sue“ isole di Sopravento: “Ho visto cose che voi umani... (gioca col cinema, l’altra sua passione), pareti impressionanti ancora tutte da scalare, canyons, deserti d’alta quota, spiagge deserte dove le uniche presenze sono i vulcani ed il passaggio lento di un’aquila di mare; e’ il regno del trekking, del parapendio, del torrentismo, del bird watching; qui si può praticare il canyoning, oltre ad attività di mare quali il Whale Whatching, uscite per la pesca d’altura con catture record per il blue Marlin, immersioni sui relitti, di cui l’arcipelago è letteralmente disseminato”.
... continua nella seconda parte, presto online!
Per informazioni sul Cabo Verde Raid Adventure visitare il sito
www.capoverdeavventura.com; le mie due settimane sono costate solamente 1200 euro, voli inclusi.
Tutte le foto del reportage sono visibili su
www.alegriccio.com
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