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Articolo


Lucca Photo Festival

Festival internazionale di fotografia


di Pasquale Sanseverino
9 immagini - 275 kb
data di pubblicazione: 13 Dicembre 2011

tags: francesco jodice, kenro izu, lucca, lucca photo festival, recensione, sanseverino, tim hetherington

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(4 commenti)
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Il Lucca Photo Festival, quest’anno è arrivato alla sua Settima edizione. Inaugurato il 19 Novembre è ormai giunto agli sgoccioli, infatti chiuderà i battenti il 10 Dicembre.

Oltre venti le esposizioni, di cui alcune in anteprima assoluta, a cui si aggiungono più di settanta eventi tra workshop, conferenze, proiezioni, presentazione di libri, incontri, premiazione e letture portfolio, tutti come sempre ambientali in alcune sedi inconsuete del centro storico di Lucca.

All’Oriente è interamente dedicata, la settima edizione,  dalla fotografia e alla video-arte.
Sguardi d’Oriente, il titolo di questa edizione.

Autori del calibro internazionale di Kenro Izu, Nobuyoshi Araki, Li Wei, Amit Madheshya, Francesco Jodice, affiancati a ed eventi di caratura altrettanto internazionale come il World Press Photo 11, i festeggiamenti per i 10 anni della VII Agency ed il Lucca Photo e Video Contest 2011.

Una manifestazione di ampio respiro e con un percorso straordinario tra le metodologie occidentali ed orientali della ripresa fotografica e video. La tecnologia più avanzata ed esasperata nell’utilizzo della post-produzione quale completamento del percorso creativo e la Classicità delle riprese in grande formato stampate con l’antica tecnica di stampa al platino palladio.

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Indiscutibile la supremazia emozionale, dell’evento espositivo e del workshop dell’ospite d’onore del LPF 2011, il maestro Kenro Izu.

Nelle magnifiche sale del Palazzo Ducale di Lucca, che due anni orsono hanno ospitato le opere di Richard Avedon, le straordinarie stampe al platino palladio del maestro Izu, dominano lo scenario.

Kenro Izu, descrive Passage Through Asia dicendo:
Quando ho fotografato il tempio di Agkor in Cambogia nel 1993, ho voluto denunciare la precarietà delle rovine che lentamente stanno per essere inghiottite dalla terra.
La giungla invadente che s’intreccia alle vestigi archeologiche mi ha profondamente colpito e indotto a riflettere sul valore della vita.
Da allora ho trascorso gran parte del mio tempo proprio nei luoghi sacri dell’Asia.
Il fascino di questi posti in cui s’intersecano buddismo, induismo e islamismo, sta non soltanto nella loro bellezza, bensì nel fatto che rivelano l’essenza stessa della cultura e della storia dell’Asia”.
 
Sul pannello a chiusura delle sale dedicate al maestro Kenro Izu, un video con la proiezione di una serie delle sue immagini e del racconto dei suoi progetti ed una frase, che ritengo avere una immane potenza emozionale:
La fotografia secondo me non è una mera forma d’arte, bensì un percorso di ricerca costante nella vita, per trovare il significato più recondito dell’esistenza stessa.
Per quanto considero ogni fotografia come la mia orma lasciata su un sentiero.
Kenro Izu
June, 18th 2011


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Stupenda la manifestazione tenutasi nel Teatro del Giglio, a due passi dal Palazzo Ducale, la sera di Sabato 26 Novembre.
Serata in cui si sono ufficialmente assegnati i premi ed i riconoscimenti agli autori presenti al Festival e fortemente voluti dall’organizzazione.
Serata aperta con il ricordo del fotografo Tim Hetherington ucciso in Libia nell’Aprile di quest’anno. Tim Hetherington è stato uno degli autori invitati nel 2009 al LDPF, dove oltre alla personale ha avuto modo di tenere un workshop lasciando un forse legame con l’organizzazione e non solo.
E’ proseguita successivamente con il Premio per il fotogiornalismo 2011 alla VII Photo Agency, il Premio Nikon Taf per la fotografia italiana 2011 a Francesco Jodice.
Il Lucca Photo Award 2011 a Kenro Izu.
 
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Il Premio Roberto Del Carlo Lucca Photo Contest a Enrico Genovesi, mentre i premi collegati al Lucca Video Contest a Sara Maino con il video “Cuoredilago”.

A pari merito a video “RITRATTO TEMPORALE DI UNO SPAZIO SCENICO” di Giorgio Gori e Lucia Ceriani.
Il Lucca Book Contest 2011 al progetto “Memoria”, il racconto fotografico di Giorgio Palmera e Gino Bianchi editato da Paola Riccardi.
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Ma come si diceva all’inizio, gli eventi sono tanti e disparati, la visione orientale dello strumento fotografico, quale mezzo espressivo.

Ne sono una dimostrazione le mostre dedicate a Nobuyashi Araki, con le sue Polaroid all’estremo dell’erotismo, esposte presso gli spazi della Chiesa dell’Alba a due passi da Villa Bottini in cui Li Wei, artista cinese residente a Pechino, espone immagini tratte dai progetti “Falls” e “Mirrors” emblematiche del suo uso metaforico dell’immagine.

La visione fantasiosa e dissacratoria della Cina contemporanea, nell’esposizione, sempre a Villa Bottini, dell’autore cinese Wang Quing-Song.

Molte altre ancora, ma credo che sia giusto dare spazio allo stupendo progetto del fotografo indiano Amit Madheshya con il progetto “The Travelling Cinemas of India”. 

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Un reportage col sapore d’altri tempi per raccontare un aspetto della cultura popolare indiana del tutto ignorato in occidente. 
Per circa sessant’anni, le compagnie di cinema itinerante hanno allietato le fiere religiose del Jatras che iniziano in ottobre, dopo la mietitura, nelle zone rurali del Maharashtra, nell’india occidentale. In questo itinerario, non lontano da Mumbai, la capitale del cinema indiano, le sale allestite in tendoni per la strada propongono un mix eclettico di films.
Vincitore della borsa di studio 2011 istituita dall'Istituto Italiano di Fotografia in collaborazione con il Lucca Photo Fest.

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Il lavoro di Gabriele Orlini è stato selezionato durante la lettura portfolio tenutasi durante il festival nel fine settimana del 26 e 27 novembre scorso.
Gabriele Croppi e Sara Munari dell'Istituto Italiano di Fotografia hanno designato il lavoro "Katanga" come il migliore tra tutti quelli visionati.

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Realizzato dall’Associazione Toscana Arti Fotografiche e dal Comune di Lucca, con il contributo della Fondazione Banca del Monte di Lucca, Il Lucca Photo Festival 2011 continuerà le proprie iniziative fino all’11 Dicembrem ma per ulteirori chiarimenti, informazioni ed approfondimenti sul programma e sulle sedi delle esposizioni, vi rimandiamo alle pagine del sito ufficiale.


Lucca Photo Fest 2011
www.lupf.it
info@lupf.it


Parte del testo e immagini sono tratte dal comunicato stampa ufficiale.



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commenti
  SAndro  [4 Febbraio 2012 - 14:38]
@Kruger: ho dovuto smorzare i toni della mia critica, perché quando l'ho scritta la prima volta era decisamente più severa, ma per non infierire troppo e come stimolo a migliorare il festival, ho poi riscritto alcune parti alleggerendole un po' ;-)
  kruger  [4 Febbraio 2012 - 14:34]
Quello più mi ha interessato , a me che non ho seguito l'evento, è stato  il condivisibile  commento globale di SAndro.
  murcog  [20 Dicembre 2011 - 08:08]
Concordo praticamente su tutto, anche sul prezzo del biglietto.La mostra di Kenro Izu è (nonostante avessi molte aspettative sul lavoro sul Giappone di Jodice, deluse in parte) su un'altro pianeta, ripaga in parte i 18 euri.Altra mostra, secondo me da non perdere, iniziata a settembre finisce a fine gennaio, Adams a Modena.
  SAndro  [13 Dicembre 2011 - 14:24]
Ho visto il Lucca Photo Fest giovedì scorso. Come un po' mi aspettavo, son rimasto piuttosto deluso dalla qualità della selezione e dalle mostre.
La spesa di 18€ per il biglietto obiettivamente mi è sembrata eccessiva. Sono state poche le mostre che mi sono piaciute.

Questo è il mio personale punto di vista.

Kenro Izu è assolutamente magnifico, un piacere per gli occhi. La cosa migliore del festival, di gran lunga di un livello superiore a tutto il resto. Paesaggi mistici con stampe incredibili.

Francesco Jodice solitamente mi piace (anche se preferisco il padre, che è più vicino al mio modo di intendere la fotografia), ma non ho trovato molto interessante la selezione che hanno fatto, sopratutto le stampe e come sono state montate con quel velo di plastica che le rendeva opache. Alcune delle immagini notturne presentavano problemi di resa come colori sbavati e artificialmente accesi (sopratutto i rossi) e messe a fuoco non perfette. Mi auguro che sia stato solo un problema di stampa.

VII Agency mi è sembrata la brutta copia del World Press Photo, alcune foto che secondo me non avrebbero dovuto ricadere nella scelta per un'esposizione che avrebbe dovuto essere di altissimo livello. Alcune infatti mi sembravano più adatta ad un settimanale di attualità di medio livello che per una mostra dedicata.

Araki ... lo adoro e anche in questa situazione, sebbene la piccolissima mostra, mi è piaciuto molto. Va detto che per chi non conosce la sua storia e il suo lavoro è davvero difficile farsi un'idea dalle poche immagini in esposizione.

Felice Beato, un'altra bellissima scoperta, insieme a Izu e Araki, la cosa migliore del festival.

Li Wei leggero e divertente, è la prima volta che trovo un artista cinese con uno spirito ironico intelligente e senza forzature. Alcune costruzioni son geniali.

Lin Tian - Miao ..... mah... presentata come se fosse un'opera superlativa, mi è sembrata invece una roba inguardabile. Senso estetico discutibile, scene con composizioni piuttosto prevedibili, immagini di personaggi ripetute tutte uguali con lo stampino e con scontorni in digitale a volte poco integrati. Forse la cosa che mi ha più deluso del festival.

I video al Real Collegio mi hanno colpito, qualcuno migliore, sopratutto i vincitori del contest.

Wang Quing - Song a villa Bottini, anche qui un bel "mah"... c'è qualcosa di carino tuttavia prevedibile e già visto e stampe di livello altalenante. Ce n'è una gigante (larga tre metri) con molti personaggi nudi... brutta, con tutte le figure sfocate e attaccata alla parete con le puntine da disegno!

Le tre mostre nella chiesa dei Servi, niente di ché, impostazione da reportage classico. Mi è piaciuto il vincitore della lettura portfolio, anche se avrei tolto almeno 3-4 foto, perché ridondanti. Sarei curioso di vedere gli esclusi.

Il premiato al World Press Photo, Amit Madheshya aveva un bel progetto e una bella idea, qualche immagine gli è uscita anche bene, ma le foto son scattate con  qualità "cellulare", sebbene lo stampatore avesse fatto del suo meglio utilizzato l'ottima carta Canson. Secondo me un po' sprecata per una resa così bassa. Semmai avrei optato per dimensioni minori così da non ingigantire i difetti.

Anche lo stesso World Press Photo quest'anno mi è sembrato dimesso. Eccessiva insistenza su soggetti truculenti (approccio sul quale ci sarebbe da discutere molto), un'ossessione a emulare sè stessi negli schemi e nello stile e qualche premiato davvero incomprensibile. Nel grosso ci sono anche cose meravigliose e qualche capolavoro, va detto.



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