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A proposito della nota scritta dal Webmaster in fondo al mio portfolio  “Le Vele, i ponti di Calatrava a Reggio Emilia” pubblicato il 25/05/2015, ho recentemente cercato ulteriori informazioni ed ho scoperto così che il diritto di autore nella fotografia di beni artistici o culturali è argomento ben più ampio e complesso di quanto credessi, può coinvolgere anche fotografi o videomaker amatoriali e non riguarda esclusivamente opere di recente realizzazione.

In merito alla possibilità di fotografare e/o pubblicare e/o commercializzare fotografie di beni culturali e artistici, si sono susseguite una serie di leggi: la legge Ronchey del ’93, abrogata; il Testo Unico Beni Ambientali del ’99, sostituito poi dal Decreto Legislativo n.42 del 2004 (e successive modifiche), detto “Codice dei beni culturali e del paesaggio” ed un ulteriore decreto (detto ‘ArtBonus’) del maggio 2014 per le fotografie nei musei: non so se ad oggi questa sia ancora la normativa di riferimento. 

Certo è che per molti beni (dovrebbe esserci una lista dei Beni Culturali) serve una preventiva autorizzazione prima di portarci a casa lo scatto: il problema si pone più frequente in interni, ma può riguardare anche gli esterni, come appunto per i ponti di Calatrava a Reggio Emilia. Nel caso di alcune opere è previsto un tariffario preciso, eventualmente anche per fotografie ad uso privato. Possono poi esserci specifiche limitazioni all’uso del treppiede, o distinzioni a seconda che la foto sia scattata con luce diurna o di notte (leggo infatti che la Tour Eiffel è protetta da diritto d’autore quando illuminata di notte!). Non bisogna inoltre dimenticare che in generale è prevista sulle opere d’arte una tutela di 70 anni dalla morte dell’autore, ma anche dopo tale termine può esistere un vincolo sul bene se inserito, come detto sopra, tra i beni culturali. Secondo Wikipedia bisognerebbe anche distinguere ‘riproduzione’ da 'opera derivata’  e tra ’opere bidimensionali’ e ‘tridimensionali’ e tenere presente che l’uso del flash non è sempre consentito negli gli interni. C’è poi da notare una maggiore libertà se le fotografie o i video rientrano nel ‘diritto di cronaca’.

Dunque la questione non è semplicissima e mi scuso se ho scritto solo qualche cenno approssimativo e non aggiornato: prendetelo come spunto o curiosità. 

Per quanto mi riguarda, vista anche la complessità (e la noia!) dell’argomento, penso che non mi porrò molti problemi per le mie foto amatoriali. Lascio a chi ne ha voglia, ora, verificare se nella propria zona ci sono opere per le quali potrebbe servire un permesso, e chissà che magari non vi siano foto già pubblicate tra i nostri portfolio o concorsi… Buona ricerca!