Il tempo è spesso troppo veloce o troppo lento. Sintonizzarsi con le frequenze di oscillazione del nostro tempo interiore significa scavarsi dentro, riflettere sul ritmo della nostra esistenza, su sogni e rimpianti.
Costruire un seppure precario equilibrio temporale con le nostre scelte, i nostri desideri e aspirazioni, e interrogarsi sulla fugacità e sul significato dell'effimero e dell'eterno.
Con questo scatto ho voluto concretizzare un progetto che già da tempo accarezzavo. Definire l'alienazione in una prigione soffice di tessuto e un gabbia ristretta in cui l'uomo si immerge, trafitto dagli impegni, dalla velocità, dalla fretta, dalla memoria e dalla sua stessa limitata capacità di controllare il tempo.
Volevo descrivere il recupero della dimensione personale delle cose, della meditazione sul passaggio. Una parabola del tempo interiore.
La realizzazione da opera concettuale che si appropria degli strumenti comunicativi tipici di qualche manifestazione biennale di arte, si solleva, nei miei intenti, per la partecipazione emotiva personale e per far immedesimare e riflettere coloro che osservano sulla soggetiva ricerca delle risposte in sintonia col proprio tempo.
Retroscena: sebbene la lunga preparazione pre-scatto, alla fine ho realizzato solo tre scatti nella forma definitiva. A parte quello che vedete, in uno di questi stavo cercando di entrare nella gabbia dal davanti ma era veramente stretto là dentro ed era difficile riuscirci nel pochissimo tempo di attesa dell'autoscatto :-) Nell'altra foto mi sono caduti addosso tutti i pesantissimi volumi che fermavano la coperta nella parte superiore... un dolore!!! :-)
Spero ne sia valsa la pena. |