Con questa immagine ho voluto raccontare la città di Firenze (nel suo nucleo centrale, più antico), cercando di rappresentarne l'anima moderna.
Un'anima formata dalla matrice storica, dai tracciati, dagli edifici radicati da secoli, e dalla popolazione, oramai cosmopolita, ben distante dagli abitanti che l'hanno caratterizzata fino a ieri.
Una città nella città, dove si possono ascoltare (con un po' d'attenzione), i due linguaggi, ben distinti tra loro.
Il primo è un linguaggio archetipo, maturo ed immobile da secoli, parlato dalle emergenze storiche con voce ferma e decisa.
L'altro è un linguaggio nuovo, mai fermo, in continuo movimento: nasce come un sussurro, cresce (arricchendosi ogni minuto di nuove parole) e si trasforma nelle grida dei turisti, dei viaggiatori di una notte o di quelli di una vita.
E, forse, la perplessità colta nella persona in primo piano è dovuta al mutato rapporto tra i due linguaggi, un tempo comuni e simili, adesso così diversi e spesso muti tra di loro. |