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1 Maggio 2004 - 31 Maggio 2004
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l'era postcontemporanea


7° - l'era postcontemporanea

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commento del fotografo
"Fragori nella mente, rumori, dolori
lampi, tuoni e saette, schianti di latte
fragori e albori di guerre universali, scontri letali
sonica, sonica..."
M.K.
autoreinformazioni sulla fotografia
Simone Scortecci

 alias sisco! 
guarda tutte le mie foto!
edizione: 2. Mondi paralleli
galleria: Notturni
macchina: Canon PowerShot A40
sorgente: digitale
tempo di posa: 1/2 sec
diaframma: f/2.8
focale: 35 mm
ISO: 50
flash: no
bilanciamento del bianco: automatico
data: 7 Dicembre 2003 - 19:58
data di upload: 16 Maggio 2004 - 02:12

tags: architettura, notturno
note tecniche: la foto è stata realizzata durante i lavori di ristrutturazione della torre di Palazzo Vecchio, Firenze
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commenti
    Luke  [31 Maggio 2004 - 22:50]
La torre altissima ed irriconoscibile sembra una fortezza inespugnabile e soprattutto indecifrabile: cos'è? E' bene? E' male? La meta superiore dell'immagine è occupata completamente dal telaio d'acciaio che incombe sulla mia testa, che sta per richiudermi! Più la guardo e più la sensazione di oppressione si fa forte. Sembra proprio che la prossima era sia una gabbia tecnologica da cui nessuno può sfuggire.
    il Balla  [31 Maggio 2004 - 17:38]
A te le cose semplici non ti piacciono proprio...ormai l'ho capito. Sei quello che in una cosa banale ci vede qualcos'altro, un qualcosa di diverso...e questo è un grande pregio. Forse proprio per questo le tue foto risultano più difficili da interpretare, ma hanno un pregio...il diverso...non è poco.
    Jack  [30 Maggio 2004 - 12:53]
Mi ci è voluto un bel pò per capirla bene! Ma sinceramente sta nella categoria Notturni solo perchè è stata scattata di notte.
Personalmente rimandata
    Tommy  [25 Maggio 2004 - 20:58]
Le transenne in primo piano, nascondendo i lati dell'edificio, sembrano trasformare Palazzo Vecchio in una torre infinita. Prima di leggere le note che hai scritto non riuscivo nemmeno a riconoscere cosa fosse. La mente balza subito alle immagini futuristiche di metropoli ipertecnologiche, fatte soltanto di acciaio, in cui gli unici elementi che ravvivano la facciata sono gli ascensori esterni che si muovono in su e in giù (l'edificio della Tyrrel corp. in Blade Runner ad es.). L'iterazione di griglie regolari che scompongono la facciata in rettangoli esalta il carattere postcontemporaneo. Non credo che ci sia niente di incompiuto in tutto ciò: è una bellezza moderna, che richiede una mente proiettata al futuro per essere gustata appieno, ma che assume una dignità propria di Palazzo Nuovo. Stravolgere il comune senso di percezione delle cose è una possibile strada da battere in fotografia e questo è un ottimo inizio.
    SAndro  [19 Maggio 2004 - 16:05]
Interessante e freddo accostamento.
La bellezza dell'edificio storico è del tutto scomparsa dietro i tralicci, la post-contemporaneità lo occulta e la notte è qui un elemento forte che drammatizza ulteriormente la fredda e fantascientifica simmetria della costruzione d'acciaio.
L'era post-contemporanea annienta quello che è stato, ricopre di futili "attrezzi", allontana lo sguardo verso l'alto ma anche verso qualcosa di incerto e indefinito. E' un'aggiunta, non una costruzione, non una creazione. Una coperta col vanto di essere bella ma con tutta l'arroganza dei suoi evidenti limiti.
Triste perché è il seguito di qualcosa che ancora di per sè non si è del tutto compiuto, quindi ancora più confuso, indecifrabile e limitato nelle sue forme, per questo incompleto e ancora immeritevole di dignità.



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