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Michele PellegrinoFotografieMotta | 276 pagine | 28 x 28 cm, cartonato con sovraccoperta | 48€ ISBN: 88-7179-355-2 300 fotografie in bianco e nero Testi di Giuseppe Garimoldi e Roberto Mutti Il volume presenta in anteprima le immagini di Michele Pellegrino, dall'autunno 2002 esposte alla mostra permanente della fotografia sulla montagna a Chiusa di Pesio. Si tratta di un'antologia molto variegata di personaggi, ambienti e scenari inediti che trovano nella montagna il loro comune denominatore: dai "luoghi dell'acqua" che si aprono su cascate, laghi alpini e torrenti, agli interni quasi metafisici di abitazioni private, che si soffermano sul particolare di un soprapporta o sullo schienale di una sedia dimenticata in un angolo; dai volti "dello spirito" di frati e monache, colti nel silenzio e nella meditazione della vita claustrale, agli sguardi degli sposi delle scene di matrimonio, che fissano l'obiettivo fotografico da veri attori protagonisti di una sagra profana". La prima tappa dunque del percorso artistico e creativo di Pellegrino è quella del rapporto con la natura colta nel suo aspetto più vitale e affascinante, quello dell'acqua. L'acqua che scende e ristagna, che crea una storia che è bello seguire perché si situa in una dimensione spazio-temporale quasi sospesa, dove ciò che avviene ha cominciato ad avvenire in un passato lontanissimo. Quell'acqua che diventa neve dando vita a fotografie quasi "sonore", in cui gli scricchiolii dei rami degli alberi interrompono il silenzio ovattato della montagna, creando quinte, riflessi e raddoppi di immagine. Dall'orizzonte aperto Pellegrino sposta rapidamente lo sguardo verso l'interno, conservando tuttavia il senso di una spazialità non compressa dalle architetture, in un continuo rimando fra il fuori e il dentro che passa dalle finestre e si allarga fino alle campagne. Emblematica a questo proposito la serie dei luoghi dominati dal senso del sacro, ove abbazie, monasteri e certose racchiudono in sé la sintesi fra interni ed esterni. Si giunge così a parlare degli uomini, e il fotografo lo fa con la determinazione consapevole di chi non si accontenta di descrivere l'esteriorità del loro apparire, ma pretende di cogliere il senso profondo del loro essere. In questi ritratti di personaggi severi, di famiglie, di donne, c'è la bellezza sommessa di un mondo contadino, che, descritto con immagini degli anni Settanta, non scompare del tutto ma, semplicemente, si modifica adeguandosi alla nuova realtà del 2001. Michele Pellegrino è nato il 1° febbraio 1934 a Chiusa Pesio. Ha iniziato a fotografare per caso all'età di trentatre anni, dopo essersi dedicato a diversi mestieri sempre da autodidatta. Nel 1968 ha aperto un piccolo studio fotografico a Mondovì, ritraendo principalmente "scene" da matrimoni, da cui ricaverà un'antologia molto significativa di personaggi e ambienti ruotanti attorno agli sposi. Contemporaneamente ha iniziato un'indagine personale sulla montagna, che in quegli anni subiva gli effetti devastanti dell'esodo delle popolazioni locali verso le fabbriche della pianura. Per alcuni anni si è poi interessato della vita claustrale di diversi ordini monastici e dell'architettura cosiddetta "minore". Tuttavia, dopo questo periodo di ripensamento che lo ha visto ricercare nuovi spunti per il suo obiettivo fotografico, Michele Pellegrino è ritornato a ritrarre la montagna, che ancora oggi rimane il soggetto preferito delle sue immagini di paesaggio. Giuseppe Garimoldi (Torino), già istruttore di alpinismo, scrittore di montagna, con particolare interesse per la fotografia di montagna. Autore di Fotografia e alpinismo – storie parallele, Priuli & Verlucca, Ivrea 1995, volume premiato (cardo d'argento) al premio ITAS, Trento 1996. Ha contribuito con i suoi scritti a numerosi cataloghi e libri fotografici. Collabora a periodici del settore. Ha curato Dall'orrido al sublime, la visione delle Alpi, mostra tutt'ora in corso (maggio-ottobre 2002) presso la Biblioteca di via del Senato a Milano. Roberto Mutti vive e lavora a Milano. Laureato in filosofia, si occupa di giornalismo e teatro prima di dedicarsi in modo più esclusivo alla fotografia. Scrive come pubblicista free-lance per diverse testate e per le pagine milanesi del quotidiano "La Repubblica"; dal 1998 dirige il trimestrale di cultura fotografica "Immagini FOTO pratica". Tiene seminari di storia del linguaggio fotografico presso l'Istituto Italiano di Fotografia e l'Università dell'Immagine. Direttore artistico di Foiano Fotografia, membro dei comitati scientifici del Museo Ken Damy, dello Spazio foto San Fedele, di Toscana Foto Festival, ha curato in qualità di critico indipendente mostre e rassegne in Italia e all'estero. Autore della prima Guida ragionata al mondo della fotografia italiana ed europea pubblicata in Europa, ha firmato un centinaio di libri fra saggi, cataloghi e monografie. www.mottaeditore.it |
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