Mary Ellen Mark ha acquisito una grande una fama internazionale grazie alle sue straordinarie mostre, ai libri e ai moltissimi articoli pubblicati. Lavora come fotoreporter per il New Yorker e ha pubblicato reportages e lavori sulle più prestigiose riviste come LIFE, The New York Times Magazine, Rolling Stone, e Vanity Fair.
Per circa trenta anni ha viaggiato incessantemente per scattare foto che riflettono il suo modo di vedere ed interpretare l’umanità. Oggi Mary Ellen Mark è universalmente riconosciuta come uno dei fotoreporters più accreditati ed influenti nella scena internazionale.
Le sue immagini dedicate alle diverse culture del mondo sono divenute pietre miliari della fotografia documentaria.I suoi ritratti di Madre Teresa, dei circhi e dei postriboli di Bombay, sono il prodotto di molti anni di lavoro in India. Un suo reportage sui bambini fuggiaschi a Seattle è stato lospunto del film Streetwise, (che si è guadagnato una nomination agli academy awards) diretto dal marito, il regista Martin Bell.
Nel corso della sua straordinaria carriera, in quasi 40 anni, Mary Ellen Mark si è avventurata in mondi, modi di essere e situazioni sempre diverse. Il colpo di fulmine con la fotografia è avvenuto, per sua stessa ammissione, seguendo Federico Fellini sul set di Satyricon nel 1969. Nel 1970 si era consolidata come fotografa nel mondo del cinema, ritraendo celebrità e progettando grandi reportages per Life Magazine and NY Times Magazine.
I suoi famosi ritratti di nudo delle pazienti affette da gravi malattie mentali, sono il frutto dell’incarico ricevuto per fotografare il set del capolavoro di Milos Forman “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, in un ospedale psichiatrico in Oregon.
Molte delle foto esposte in “American Odyssey” sono il risultato di progetti svolti per grandi testate giornalistiche, spesso ideati da lei stessa.Mary Ellen Mark è stata eletta "Most Influential Woman Photographer" in un recente sondaggio tra gli American Photo readers.
Nella sua carriera è stata anche associate producer nel film, AMERICAN HEART (1992), diretto da, Martin Bell. Mary Ellen Mark ha recentemente completato un lavoro sui bambini disabili in Islanda commissionato dal Museo Nazionale Islandese, al quale si accompagneranno anche un catalogo e un lungometraggio firmato da Martin Bell. L’attività di Mary Ellen si integra anche con famose campagne pubblicitarie tra le quali Barnes and Noble, British Levis, Coach Bags, Eileen Fisher, Hasselblad, Heineken, Keds, Mass Mutual, Nissan, e Patek Philippe.Oltre alle numerose mostre itineranti, a Mary Ellen Mark sono state dedicate istallazioni permaneti nei maggiori musei e gallerie del mondo:
Avon Collection, Baltimore Museum of Art, Bibliotecque Nazionale, California Museum of Photography, Centro Fotografico Alvarez Bravo, Oaxaca, The Chrysler Museum of Art, Cleveland Museum of Art, Clinique Collection, El Centro de la Imagen, Mexico City, The Getty Center, George Arents, Jr. Collection at the New York Public Library , George Eastman House, Hallmark Collection, Honolulu Academy of Art, Hope Photographs Collectin for Cameraworks, Leo Castelli , Library of Congress, The Museum of Fine Arts, Houston , The Museum of Contemporary Photography , New York Public Library, National Millenium Survey, College of Santa Fe, Portland Museum of Art, Portland, Smith College, Tokyo Metropolitan Museum of Photography, The Toledo Museum of Art, University of Oregon.
"American Odyssey"
“American Odyssey” è una retrospettiva delle foto più significative “dell’altra America” scattate tra il 1963 e il 1999. Molte delle foto in mostra sono state selezionate dall’autrice stessa perchè emblematiche del suo lavoro. Con la serie “Twins”, presenta I suoi pluripremiati ritratti di gemelli scattati durante il Twins Days Festival a Twinsburg, Ohio nel 2001/2002. Le fotografie di Mary Ellen Mark sono il risultato del lavoro di una grande artista, ma in esse si legge anche la presenza di un essere umano intenso ed emotivamente coinvolto. Da esse trapela il suo forte desiderio di penetrare, studiare, capire profondamente l’uomo, I suoi comportamenti sociali, le complesse variabili dell’esistenza. Tutto ciò rende la fotografia di Mary Ellen Mark assolutamente speciale e peculiare.La sua empatia si esprime compiutamente soprattutto nei confronti del “non eroe”, di colui che lei stessa definisce “The Unfamous” l’uomo qualunque. In molti casi si tratta di persone che per una ragione o per l’altra si trovano ai margini dell’America più patinata, siano essi ragazzi di strada, orfani o i singolari personaggi che popolano situazioni ed eventi di costume come i rodei del Texas o gli artisti del circo a Brooklyn. Mary Ellen Mark ha sicuramente segnato una svolta nel modo di fare fotografia documentaria, imprimendo un nuovo stile, forse ispirato ad un senso spiccato e tutto felliniano per quell’elemento magico che pervade ogni storia, e che si coglie in una luce particolare, nei costumi, in una scenografia…
Nelle foto di Mary Ellen Mark spesso sogno e surrealismo si fondono insieme, anche quando il soggetto è crudamente realistico.
La mostra proviene dall’Hasselblad Center. Gothenburg Svezia.
In collaborazione con Grazia Neri coordinamento di Elena Ceratti.
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scheda dell'evento.
Testo tratto dal comunicato stampa ufficiale.
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