Mostra di "
FotoGrafia - Festival Internazionale di Roma 2008"
"
Vedere la normalità. La fotografia racconta il quotidiano"
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L'investigazione del quotidiano e la ricerca della normalità sono i due perni intorno ai quali ruota la poetica di David Perlov. Guardare il mondo rappresenta l’elaborazione di un percorso nel quale la questione della conoscenza e l’analisi filosofica sono elementi che si uniscono in una variegata tavolozza visiva e linguistica. Perlov privilegia la dimensione della riflessione individuale rispetto alla rappresentazione visuale pseudo-oggettiva.. L’artista non vuole farsi portatore dell’ideologia dell’oggettività, quanto piuttosto far scaturire un ragionamento sul senso dei comportamenti umani, sulla natura dei rapporti interpersonali. Realtà, illusione, memoria, verità, punti di vista socio-politici, relazioni sentimentali divengono tessere di un mosaico filosofico impossibile da classificare attraverso i codici delle arti visive. Le scopo del lavoro di Perlov sembra più che altro quello di continuare a porsi dei quesiti che spingano il suo pensiero verso quell’abisso all’interno del quale è collocata la sostanza della nostra quotidiantità. Questo atteggiamento di ricerca non gli impedisce mai di contestualizzare, però, le sue esperienze nella vita concreta. In questo modo, Perlov evita il pericolo del qualunquismo e si mostra in tutta la sua umana fragilità, senza difese intellettualistiche e atteggiamenti da artista demiurgo.
Una produzione Zoneattive, The Open Museum of Photography at Tel-Hai Industrail Park (Israele), Banco Desio, con il supporto tecnico di Interact (Roma)
In collaborazione con Ambasciata di Israele a Roma / Dipartimento delle Belle Arti, Ministero degli Affari Esteri, Gerusalemme
Ringraziamenti: Mira Perlov, Yael Perlov, Naama Haikin, Donna Gobi, Liran Atzmor, Dalia Padoa, Moran Godess, Israel Film Service (Gerusalemme), Belfilms (Tel Aviv), RE:VOIR Vidéo Editions (Parigi).
Mostra a cura di Maurizio G. De Bonis, Orith Youdovich.
David Perlov, Romaine, Parigi 1952 (copyright Mira Perlov)
David Perlov nasce nel 1930 a Rio de Janeiro, Brasile. Negli anni cinquanta studia all’Ecole des Beaux Arts di Parigi e anche grazie a questa sua esperienza diviene assistente di Henri Langlois, direttore de La Cinemateque Française, e poi montatore per il maestro del cinema documentaristico Joris Ivens. Nel 1957 firma il suo primo film “Old Aunt China”; l’anno seguente decide di trasferirsi in Israele. Nel 1961 si stabilisce a Tel Aviv. Nel ‘63 gira una delle sue opere più significative: “In Jerusalem”, confermandosi come uno dei maggiori talenti mondiali in ambito documentaristico. Negli anni settanta fonda il “Film and Television Department at the Tel Aviv University”. Tra il 1973 e il 1983 gira “Diary”, Il suo capolavoro assoluto. Nel 1999 riceve il prestigioso “Israel Prize for Cinema”, che lo consacra come uno dei maggiori artisti della storia di Israele.
Lungo tutta la sua carriera cinematografica e di docenza universitaria sviluppa parallelamente una ricerca nel campo fotografico che gli permette di alimentare la sua poetica visiva, basata sulla raffigurazione filosofica della quotidianità. Perlov fotografa in maniera costante i luoghi della sua giornata con cui compone un grande mosaico esistenziale basato sul racconto parallelo della vita dei suoi familiari e di anonimi cittadini di Tel Aviv e Parigi. È questo il modo più alto secondo Perlov di far emergere la singola epopea di ogni essere vivente, anche il più umile e appartato.
David Perlov muore il 13 dicembre 2003.
Ufficio stampa e relazioni media: Cristiana Pepe
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Testo tratto dal comunicato stampa ufficiale.
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