Nella nuova personale di
Leonardo Genovese dal titolo "
Di treni di cieli", il tema della luce (molto caro all’artista) si apre a nuovi sviluppi concettuali introducendo nella dimensione fotografica l’esperienza della velocità e del fluire del tempo.
Se nei cicli precedenti lo sviluppo della luce era sempre presentato in chiave intimista, quasi metafisica, in questo nuovo corpo di fotografie a colori l’esperienza della luce è fenomenologica, resa tangibile dalla visione di un tempo che accelera, che cambia con il movimento, modificando l’esperienza del flusso temporale.
Fotografie di grande formato, presentate in molti casi sottoforma di dittico, mostrano la relazione tra tempo umano e tempo artificiale, tra il sentire dell’artista e il cogliere della macchina fotografica. Inconscio ottico e tecnologico si fondono in immagini enigmatiche, dove la realtà è presentata per frammenti, come lampi di luce su un mondo che sembra destinato all’entropia. Particolari di rotaie fotografati durante il treno in corsa, scorci parziali dei finestrini delle vetture, angoli di gallerie visibili in lontananza che sembrano inghiottire nell’oscurità non solo il treno, ma anche il tempo e lo sguardo dello spettatore. Guardando queste nuove immagini di Genovese si ha la percezione di essere quel treno, e che il viaggio che compiono i nostri occhi assomigli ad un sogno: cosa è realtà vissuta, tempo realmente esperito, e cosa è memoria interiore, ricordo, rivelazione?
Il tempo della fotografia – il deposito dell’istante nello scatto – sembra dilatare l’esperienza del fluire delle cose. Se in passato era la luce a determinare la poiesis dei suoi lavori, qui è la memoria del tempo - il flusso di coscienza – a venire colto nella sua immediatezza.
La mostra è corredata da una presentazione critica di Marinella Paderni.
Testo e immagini tratti dal comunicato stampa ufficiale.
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