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Le fotografie di
Antonio Ulzega – nel Tchad, in Cina, paesi dove egli ha lavorato a lungo – ci pongono dinanzi al fatto che “
il paesaggio e’ definito dalla nostra visione e interpretato dalle nostre menti. In termini propri noi non siamo mai in esso: il paesaggio e’ dinanzi ai nostri occhi e diventa reale solo quando ne prendiamo coscienza. Difatti l’ambiente ci sostiene in quanto creature, il paesaggio ci mostra in quanto culture.” (D.W.Meinig).
Luoghi ed avvenimenti, che ad un primo sguardo possono apparire esotici, creano in noi, ad una osservazione più attenta, un senso di smarrimento. L’immagine della piscina in cui si svagano gli espatriati che abitano nel Tchad, ci rivela una situazione ben diversa da quella dell’albero con le sedie nella luce bianca del deserto. I due luoghi sono, geograficamente, vicini eppure non potrebbero essere piu lontani tra loro. In queste due fotografie, come in altre del suo lavoro, Ulzega ci trasmette un sottile senso di urgenza e di disagio.
Il suo sguardo va oltre il visibile dell’esotico. Egli ci costringe a riflettere e a misurarci con quello che vediamo. In ogni paesaggio noi ricerchiamo un senso di appartenenza se non di comunione con cio’ che ci sta dinanzi. Quel che percepiamo sono differenze e stati d’animo che, a nostra insaputa, il fotografo ha colto per noi nell’uniformita del gia’ visto. Se l’ombra dell’albero nel deserto ci protegge in quanto creature e si erge come metafora della nostra solitudine dinanzi all’enigma della Natura, la piscina ci mostra come culture.
Guardo Ulzega mentre mi spiega che l’acqua di quella piscina potrebbe dissetare e salvare molti alberi e molte persone nel Tchad. Lo osservo mentre ripercorre pensoso il suo lungo cammino tra le genti e i deserti di quella terra. Le sue immagini ci mostrano un mondo che abbiamo dimenticato. E di questo dobbiamo essergli riconoscenti.
Federico Busonero
Seattle, 2009
Missioni scientifiche in TchadL’interesse scientifico per il Tchad nasce da un rapporto di collaborazione da tempo in atto tra l’Università di Sassari e l’Università di N’Djamena, in particolare ad opera del Prof. Ignazio Camarda, responsabile di un progetto finanziato dalla Regione Sardegna per i “Paesi in Via di Sviluppo”.
Il Prof. Ulzega, Ordinario di Geomorfologia, entra quindi nel gruppo di lavoro e partecipa a due missioni in Tchad nel 2004 e nel 2007.
Il suo obbiettivo e quello di fornire agli aspetti botanici, agronomici, archeologici, una base di conoscenze geomorfologiche relative all’assetto del territorio dal punto di vista dei processi evolutivi in atto quali la desertificazione, l’abbassamento delle falde idriche, il ritiro delle acque del lago Tchad, l’azione modellatrice del vento, ecc., unitamente all’impatto che questi processo possono avere, ed hanno, sulla vita delle popolazioni locali.
La fotografia è stata quindi lo strumento principale di documentazione dei molteplici aspetti di una realtà ambientale e sociale difficilmente immaginabile nella nostra vita quotidiana.
Testo e immagini tratti dal comunicato stampa ufficiale.
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