OLIVE & BULLONI. Fotografie di Ando Gilardi
Lavoro contadino e operaio nell’Italia del Dopoguerra (1950-1962)
Retrospettiva del singolare lavoro di reportage di
Ando Gilardi nell’Italia del dopoguerra, ritratta con un’ottica che la immaginava proiettata in un futuro migliore, un Avvenire (con la A maiuscola) in splendida ascesa.
Istantanee di una forza eccezionale. Fotografie in massima parte inedite, mai pubblicate, ed estranee al trito cliché di un neorealismo strappalacrime. Per questo fino ad ora ignorate?!
Vi si affacciano donne e bambini: sorrisi per “seppellire” l’arroganza di un potere inesorabile e invadente.
Un momento magico e irripetibile, nella storia delle classi lavoratrici. Uno sguardo insolito, sull’Italia della ricostruzione e dell’inizio del boom, da parte di un testimone contemporaneo. Diverso da quanto narrato tramite “Ladri di biciclette” (1948) o “I vitelloni” (1953); diverso dalle atmosfere di “Riso Amaro” (1949) o de “La dolce vita” (1960). Diverso.
In progetto: visite didattiche, per guidare i più giovani alla scoperta di questo periodo della storia italiana, che nei libri scolastici è appena sfiorato, un tempo di ottimismo, di lotta serena per la vita e il progresso, non solo tecnologico ma anche umano.
Nella mostra saranno esposte, oltre alle istantanee gilardiane del periodo 1950-1961, pubblicazioni e documenti d’epoca, a partire dal periodico “Lavoro”. Del percorso espositivo fa parte anche una video intervista, curata da Giuliano Grasso, con il racconto diretto – dalla voce di Gilardi – di cosa erano e come nascevano le sue fotoinchieste per “Lavoro” (la rivista della Cgil fondata nel 1948 da Giuseppe Di Vittorio), soprattutto nel periodo della direzione di Gianni Toti (1952-58) e nel contesto di un’esperienza redazionale unica nella storia del giornalismo sindacale. Esperienza condivisa con colleghi tra i quali spiccavano: Lietta, Tornabuoni, Franco De Poli, Renato Guttuso, Ugo Attardi.
Con l’avvento della stampa a rotocalco, la fotografia assume un ruolo di primo piano nella veste editoriale del “Lavoro”: istantanee smarginate nelle copertine e utilizzo spregiudicato della fotografia e del collage negli impaginati. I modelli di riferimento erano, in campo internazionale, l’americana “Life” (1936), antesignana del fotogiornalismo, e, in Italia, i maggiori settimanali di massa di allora (avviati o ripresi nel dopoguerra), quali gli antagonisti “Oggi” (1945) e “Tempo” (1946) o “L’Europeo” (1945), con un taglio tuttavia profondamente diverso.
La fotografia di Gilardi, lontana dall’immagine costruita ed estetizzante del fotogiornalismo d’oltreoceano, si esprime infatti con i modi originali di una esuberante e personale interpretazione dell’iconografia del lavoro. Testimonianza visiva ma soprattutto umana, tramite segni mnemotecnici – come Gilardi ama ridefinire le istantanee di questo periodo – , di un’Italia profondamente diversa da quella di oggi.
Chi è Ando Gilardi?
Figura carismatica e controcorrente della fotografia italiana. A partire dalla seconda metà degli anni settanta, al suo lavoro di fotografo si affiancano studi e testi sulle comunicazioni visive, tra i quali la monumentale “Storia sociale della fotografia” (1976), aggiornata in diverse edizioni, punto cardine della cultura fotografica in Italia. Gilardi partecipa appassionatamente alla redazione di “Lavoro”, non solo come giornalista ma anche come fotoreporter, per la prima volta in modo ufficiale, dopo i rari fotoservizi per “l’Unità” che sporadicamente avevano illuminato il suo quotidiano lavoro di cronista. Dal 1952 a “Lavoro”: i successivi dieci anni sono molto intensi. Ando viaggia in tutta l’Italia, da nord a sud; fotografa e racconta vicende e lotte dei lavoratori – operai, minatori, contadini, braccianti – e delle loro famiglie.
Tra i foto-servizi in mostra:
- Braccianti nel ferrarese, 1950 circa
- Braccianti a Comiso, 1950 circa
- Visita a Melissa (Crotone) commemorando la strage, 1952
- Visita a Torino, alle porte della Fiat, 1952-1953
- Ferriera di Bolzaneto (Genova) occupazione della fabbrica contro la smobilitazione, 1952
- Miniera di lignite a Lunara (Spoleto), 1952-1953
- Marcia Genova-Roma: lotta dei portuali 1953
- Occupazione della fabbrica “Pignone” a Firenze, 1953
- 60° anniversario della Camera del Lavoro a Pavia con intervento di Di Vittorio, 1953
- Visita a Qualiano (Napoli), vita quotidiana 1953
- Occupazione della fabbrica Tallero, Milano 1954
- A Roma il mercato per la befana di Piazza Navona, 1955 e poi per la festa di “Noantri”, 1955
- Vita quotidiana a Borghetto Nomentano (Roma), 1955
- A Resina (Napoli) il mercato degli abiti usati provenienti da USA, 1955
- Servizio nello studio di Giuseppe Di Vittorio, 1955 circa
- A Roma il mercato per la befana di Piazza Navona, 1955 e poi per la festa di “Noantri”, 1955
- Vita quotidiana a Borghetto Nomentano (Roma), 1955
… e molti altri.
Testo e immagini tratti dal comunicato stampa ufficiale.
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