DOPO LA SICILIA, A MILANO
Trenta grandi fotografi internazionali raccontano a Milano la Sicilia oltre la Sicilia
Al bando coppole, lupare, donne vestite rigorosamente di nero, fichi d’india e pecore, ovvero tutte quelle immagini che, nel mondo, hanno fissato la percezione di una certa Sicilia. Per presentare, invece, la realtà di un territorio che, con le sue peculiarità, certo forte delle sue tradizioni, si misura con la modernità, nella società, nell’economia, nella quotidianità.
Questo l’obiettivo di “(Dopo la Sicilia). A Milano”, la grande mostra che riunirà nella Galleria del Credito Valtellinese (in Corso Magenta, 59) una imponente selezione di opere di Gabriele Basilico, Marco Anelli, Marina Ballo Charmet, Olivo Barbieri, Stefania Beretta, Luca Campigotto, Gea Casolaro, Vincenzo Castella, Chiara Dynys, Ico Gasparri, Claudio Gobbi, Guido Guidi, Hiroyuki Masuyama, Francesco Jodice, Dominique Laugé, Luo Yongjin, Marcello Maloberti, Mocellin/Pellegrini, Multiplicity, Alessandro Natale, Adrian Paci, Thomas Struth, Carlo Valsecchi, Massimo Vitali, Luca Vitone, Xiong Wenyun, Silvio Wolf.
Curata da Marco Meneguzzo, “(Dopo la Sicilia). A Milano” intende indagare i modi, i modelli e i metodi con cui fotografi, artisti che usano la fotografia, e video maker hanno guardato la Sicilia negli ultimi decenni.
Questa “rivisitazione” della Sicilia giunge a Milano, la “più siciliana” città del nord, dopo un’anteprima ad Acireale, sede espositiva siciliana del Credito Valtellinese.
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Il titolo, programmatico, vuole sottolineare – ribadisce Meneguzzo -
che non si tratta della Sicilia cui ci hanno abituato i mass media e anche i grandi reporter del passato (anche recente): l’indagine parte proprio da “dopo” quella Sicilia, fatta di folklore ma anche di stereotipi, immagine di una Sicilia che forse non esiste più. Invece, questi artisti hanno esplorato il territorio vivendo in pieno il concetto di globalizzazione, e facendo così della Sicilia un terreno d’indagine dove trovare delle peculiarità inserite però nel grande processo di mondializzazione”.
Anche per questo, gli artisti selezionati – circa trenta – provengono da tutte le parti del mondo, e non sono nativi dell’isola: subiscono il fascino della Sicilia, ma mantengono ancora un distacco, ne percepiscono le contraddizioni ma non ne sono personalmente impregnati.
Nel corso della mostra sono previsti incontri tra il curatori ed alcuni dei fotografi coinvolti nel progetto.
Un importante catalogo accompagna la manifestazione, con un saggio critico del curatore, singole schede dedicate a ciascun partecipante – a cura di Ginevra Quadrio Curzio -, gli apparati scientifici, oltre naturalmente a un cospicuo corpus di immagini delle opere.
Testo e immagini tratti dal comunicato stampa ufficiale.
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