Dal 2 Ottobre 2009 gli spazi espositivi di Palazzo Sertoli e del Museo di Storia e Arte di Palazzo Sassi di Sondrio accoglieranno 70 stampe alla gelatina d’argento, virate al selenio, dell’artista sondriese Cesare Bedognè.
La mostra vuole essere un primo riepilogo e approfondimento critico di un’opera che negli ultimi anni ha suscitato notevole interesse sia in Europa che negli Stati Uniti, attirando l’attenzione di prestigiose sedi espositive quali Ch’i Contemporary Fine Arts a New York, Curzon Soho a Londra e il Museo della Fotografia dell’Aja.
I lavori esibiti appartengono a tre principali serie fotografiche.
A Palazzo Sertoli verrà esposto il ciclo di fotografie intitolato “
Immagini Infrante”, dedicato al Sanatorio dismesso di Prasomaso, un tempo destinato alla cura della tubercolosi e abbandonato nei primi anni ‘70. Il titolo, una citazione dalla Terra Desolata di T.S. Eliot, allude sia al paesaggio di rovine dei vecchi Sanatori che a una lacerazione interiore. In questo senso la serie assume un significato quasi emblematico in un’opera fotografica intesa a stabilire una sorta di dissolvimento dell’osservatore nella cosa osservata. Privilegio della fotografia, secondo l’autore, é appunto la possibilità di cogliere “lo sguardo allo stato puro” come luogo di compenetrazione tra la coscienza e le forme da essa percepite: l’inquadratura si costruisce quindi come adeguamento della visione a una necessità interiore, fino a divenire uno specchio della psiche.
La stessa tematica di fondo può essere rintracciata alla base delle due serie esposte al Museo di Palazzo Sassi. Il ciclo intitolato “
Innerscape” si compone soprattutto di immagini riprese nelle varie città straniere dove l’artista ha vissuto. Queste fotografie assumono quindi il significato di personalissimi “Paesaggi Interiori”: luoghi intimi, segreti, dove soffermare lo sguardo per interrogarsi sulle pieghe più profonde del proprio essere.
La seconda serie esibita a Palazzo Sassi comprende una selezione di stampe da “
Leaving”. Questo ciclo di fotografie, pur essendo strettamente connesso a Innerscapes, trova una sua autonomia tematica nel concentrarsi in quelli che l’autore definisce “gli orizzonti del viaggio”. Il lavoro si propone dunque di cristallizzare la solitudine, la leggerezza e la nostalgia: l’ansia e l’ebbrezza del viandante. Il titolo inglese va inteso nel duplice senso di “partenza” e “abbandono” arrivando ad alludere, in alcune immagini, a quella partenza definitiva che é la morte.
Il catalogo illustra le
70 foto in esposizione ed è corredato da testi di Rino Bertini con un’intervista a Cesare Bedognè, e uno scritto di Christian Stokbro Karlsen.
Testo e immagini tratti dal comunicato stampa ufficiale.
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