Nel lato sud-est del Complesso Monumentale dei Santi Quattro Coronati a Roma, esterno alla Basilica si ergeva già nel V secolo, un Battistero rinvenuto nel recente scavo archeologico (2002-04) e nuovamente rinterrato. Il Battistero si imponeva a pianta circolare con fonte per immersione, dagli otto blocchi murati portanti altrettante colonne.
Otto, numero ricorsivo simbolico del NUOVO GIORNO, l’ottavo della settimana dopo i giorni della creazione e il sabato del riposo, annuncia l’eternità e la resurrezione di Cristo e dell’uomo.
Mutarono in quei secoli le circostanze ambientali e la destinazione d’uso del Complesso Religioso nel Rione Celio devastato negli insediamenti dal passaggio normanno del 1084. Sul luogo del Battistero demolito fu costruito il chiostro cosmatesco del nuovo monastero benedettino.
Oggi, in coerenza con il luogo ospitante e precisa collocazione, il lavoro artistico di
Maurizio Tiberti, opera polimaterica che utilizza plastiche, resine, ferro, odierni oggetti trovati, ready made contemporanei assemblati, in forma d’istallazione significativa di elementi biologici che confondono il limen tra il vivente e l’inerte, indica la trasformazione.
Indica quel che trasmuta, che non si vede, evoca i significati di rigenerazione e rinnovamento che in quel sito, nel tempo, si sono concretizzati in doni.
100 Fiori è ricerca (2004–08) della serie BIOTECHNE al confine tra la biologia e la tecnologia laddove la mutazione simbolica si manifesta sotto varie forme e téchne è conoscenza pratica e teorica di arte e tecnica.
L’arte contemporanea si connota per il tentativo di restituire in immagine e in manufatto qualcosa che appartiene ad ambiti sensoriali oltre la vista e il tatto.
L’invisibile è un’idea, anima / animata, ciò che è possibile o già passato, il sovrasensibile, il divino oltre l’umano: qui nel luogo deputato, l’arte riporta in emersione gesti avvenuti in un luogo d’acqua e di parole.
“Si unisce la parola all’elemento, e nasce il sacramento”.
Con simbologia botanica Maurizio Tiberti pone l’elemento biologico come SEME della parola incorruttibile che vivifica nell’elemento e origina la nascita e nella sua dimensione collettiva e comunitaria, l’accoglienza.
Anna Giannandrea Vernissage: Sabato 27 febbraio 2010, ore 17.30
Testo e immagini tratti dal comunicato stampa ufficiale.
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