forum ricerca

nuovo utente? persa la psw?

home

in corso tutti

immagini fotografi

portfolio mostre libri

associati! chi siamo faq statistiche

119 online 1179 iscritti

registrati
qui è passato...
bookmarks
portfolio
cerca nel sito
tag cloud
stay tuned!

Sei un nuovo utente? Registrati!

La Galleria Manzoni inaugura il 2 marzo la prima personale di Marco Lachi, giovane fotografo di origine fiorentina, che da due anni vive a Cape Town. “Cape Town - South Africa”, una mostra a cura di 3/3, racconta attraverso una selezione di 20 foto la personale visione di Marco Lachi del fenomeno della paura urbana nelle zone residenziali di Cape Town e in alcune altre aree suburbane del Sud Africa.

Una visione che diventa più complessa attraverso un approccio che da analitico a tratti si fa più personale, facendo trasparire la relazione di Marco Lachi con gli individui e l'ambiente, sempre alla ricerca di quella sottile tensione che anima il mondo che lo circonda. Concentrandosi prevalentemente sul delicato equilibrio fra barriere difensive - dai muri di cemento che si ergono a protezione delle abitazioni, al filo spinato ai segni della massiccia presenza delle compagnie di sicurezza private, alle telecamere- ed elementi naturali che, mentre disegnano le cornici di paesaggi dall'estetica quasi cinematografica, evidenziano una tendenza a trincerarsi mascherando le barriere attraverso la bellezza di una natura “imbrigliata”, che si rivela spesso fragile a uno sguardo più attento. Una dinamica che coinvolge la dimensione urbana del XXI secolo a livello globale.


“In Sud Africa Marco Lachi ha trovato quello che cercava. Luci alte e pulite che mettono in evidenza le linee armoniose delle architetture e la sobrietà degli edifici, i colori di una natura che si intrufola rigogliosa negli interstizi o sopra i muri. I muri, appunto. Perché a un'osservazione più attenta ci si rende conto che il lavoro di Marco Lachi è prevalentemente dedicato ai muri, alle recinzioni, alla protezione. Le ingannevoli luci alte e un raffinato utilizzo dello stile documentario tolgono pathos alle immagini e rendono la percezione della difesa, della paura, difficilmente percepibili. Lachi non racconta il Sud Africa ma raccoglie, in un suo ideale quaderno, appunti personali realizzati secondo gli insegnamenti di quella fotografia americana che propugna un'oggettività che non giudica. […]La fotografia di Lachi ci costringe a un'operazione di maieutica, a superare il fascino oggettivo delle immagini per analizzare in profondità quello che ci vuole raccontare”


Marco Lachi nasce a Firenze nel 1979. Dopo aver lavorato come progettista in uno studio di Architettura, si diploma nel 2007 al corso triennale di Fotografia presso la Fondazione Studio Marangoni di Firenze. Frequenta in quel periodo molti workshop tra cui, Arnaud Claas, Guido Guidi, Mario Cresci, Paolo Woods, Paolo Verzone, Edward Rozzo ed altri. Nel 2006 frequenta un workshop con Bas Princen presso l'associazione Linea di Confine – Rubiera, con esibizione nell'aprile del 2008 durante il festival Fotografia Europea di Reggio Emilia. Nel 2007 è fra i vincitori del concorso giovani fotografi - ATLANTE ITALIANO 007 – ed espone nella collettiva presso il MAXXI Museo di Arte Contemporanea di Roma, portata poi anche a Firenze e Reggio Emilia. Nel 2008 si trasferisce in South Africa lavorando ad alcuni progetti personali e iniziando il suo lavoro sul concetto di paura urbana.

Catalogo della mostra a cura di 3/3, con un testo introduttivo di Giovanna Calvenzi e un'intervista all'autore. Magnolia edizioni.

---

Testo e immagini tratti dal comunicato stampa ufficiale.