Trovo che nella realtà quotidiana ci siano delle porte attraverso le quali è possibile entrare in una realtà soprasensibile, surreale, onirica, evocativa, sensuale. Trovare queste porte mi pone in uno stato di
incoscienza-coscienza dove la mente non ha più controllo ed è l’inconscio che guida la macchina fotografica nello scatto: le foto scattate in quello stato hanno una intensità superiore e Sampietrini è un lavoro nato in questo modo.
Fausto Raschiatore, critico della fotografia sintetizza il lavoro nel modo seguente: “
Un contesto linguistico singolare, materico, lirico, ispirato, stimolante dal punto di vista narrativo, equilibrato nei dosaggi espressivi, con una forte connotazione pittorica, tra l’astratto e l’informale, che sintetizza “Sampietrini”, ricerca interessante per i contenuti stilistici, estetici e quella speciale valenza di immaterialità “invisibilmente visibile” che la caratterizza.”
Maurizio Chelucci, direttore artistico di MassenzioArte scrive:
“
Sampietrini e' un lavoro equilibrato dove l'estetica della luce e la sensorialità della materia sono dosate in egual misura…In Sampietrini e' evidente la vicinanza dell'autore al messaggio surrealista di Breton, secondo cui uno dei fini poetici dell'opera d'arte e' la ricerca di quella -realtà soprasensibile, invisibilmente visibile in un eterno mistero.”