Orrido di Botri
Una spettacolare gola calcarea scavata nel corso del tempo dallo scorrere delle acque dei torrenti Mariana e Ribellino, che si congiungono poi formando il Rio Pelago, questo è l'Orrido di Botri, tra le montagne della Garfagnana, sopra Lucca.
Le fotografie riescono solo in parte a trasmettere l'altezza delle pareti, il buio e il freddo dell'acqua (e siamo in pieno agosto!).
Nel periodo estivo, quando la portata delle acque è minore e la temperatura un po' più mite, è possibile risalirne il tratto finale, da Ponte a Gaio fino alla Piscina.
E così comincia la mia avventura con un gruppo di amici...
Oltre al casco c'è stato bisogno di una bella protezione per la macchina fotografica, sottoposta agli schizzi e rischiosamente vicino alla superficie dell'acqua in alcuni passaggi.
Alcune vasche sono davvero profonde, per fortuna non ci sono scivolato dentro!
La luce del sole fatica a penetrare nella gola.
All'interno della spaccatura la vegetazione è distribuita secondo una stratificazione verticale, con i livelli più umidi e freddi alla base dove predominano i muschi e le felci, sostituiti mano a mano che si sale verso l’alto dai livelli più temperati, dove si incontrano piante di aquilegia e silene in mezzo ad estese faggete.
Per accedere all'ultima grande vasca, "la Piscina", occorre superare uno stretto e scivoloso passaggio con le corde. Potete immaginare il mio timore di rovinare la mia nuova Canon 50D!
Le impervie pareti dell’orrido arrivano in alcuni punti fino a 200 metri di altezza e da sempre costituiscono un sito di nidificazione ideale per l’Aquila Reale.
Non poteva mancare un bagno nella gelida piscina con la cascata.
Concedetemi ogni tanto di ritrovare il divertimento di un reportage più "leggero".
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