Un fine settimana nell'alto Lazio quando ancora la primavera tarda a esplodere, sul
Lago di Vico, piccolo lago di origine vulcanica non molto distante da Viterbo.
I luoghi che ho visitato nella regione hanno mantenuto una forte autenticità, suggestivi come i paesini toscani, ma con un
degrado pieno di fascino, sicuramente più poveri e meno conosciuti turisticamente.
In questo reportage vi mostrerò il bel parco naturale sulle sponde del lago, con la sua particolare vegetazione e la sua ricca fauna. Nelle vicinanze del lago si svelano agli occhi attenti e curiosi di pochi turisti delle preziose perle, cittadine graziose come Ronciglione e veri e propri gioielli d'arte come il
Palazzo Farnese di Caprarola.
il lago di Vico
Da una pedana per il para-pendìo ci si lancia con lo sguardo sul cratere vulcanico occupato dal lago di Vico. Ho scattato la fotografia dall'alto dei monti Cimini.
L'antico
Ciminius Lacus, il terzo per superficie del Lazio, occupa buona parte della conca delimitata dalla cinta craterica del
Vulcano di Vico, risultante probabilmente dalla fusione di tre crateri di esplosione.
A forma di ferro di cavallo, in tempi antichi il lago era più ampio e profondo e circondava il cono del Monte Venere, che quindi era un'isola lacustre notevolmente elevata. Quando venne scavato l'emissario artificiale sotterraneo per irrorare la sottostante campagna del borgo di Caprarola, diminuirono superficie e profondità e il lago assunse la configurazione attuale lasciando scoperto l'area anulare attorno al Monte Venere, oggi coltivata e in parte acquitrinosa.
Nessun abitato sorge sulle rive, che per lo più sono ancora solitarie e hanno mantenuto l'ambiente originario e un'acqua molto pulita e trasparente.
coltivazioni di noccioli
Sulle sponde del lago, sopratutto nella parte nord orientale si estende una vastissima coltivazione di
noccioli. Sulla sponda sud e in parte ovest troviamo una zona paludosa e le propaggini di un bosco di faggi.
la riserva naturale
Un cavallo si aggira libero in un prato in riva al lago.
Il lago è ricco di persici, lucci, tinche, lasche e coregoni.
la faggeta
Sopratutto sul lago di Vico si riscontra un tipo particolare di faggio, particolare perché nonostante la bassa quota (siamo attorno ai 550 metri sul livello del mare) crescono dei possenti esemplari, che solitamente si sviluppano più in alto. Il fenomeno trova la sua spiegazione molto lontano nel tempo, in ere in cui il clima consentiva a questi alberi di crescere a basse latitudini ma il conseguente innalzamento della temperatura li ha portati all'estinzione. Qui invece, probabilmente a causa di un clima favorevole, hanno resistito e perpetuato la loro presenza.
Nella foto in alto:
una foresta di bellissimi faggi, l'impressione che fanno è davvero notevole, sopratutto perché a stretto contatto con i più piccoli e esili noccioli.
Adesso allontaniamoci dal lago e andiamo a scoprire le città.
Ronciglione
La città di
Ronciglione, a sud del lago, si compone di un caratteristico borgo medioevale. La città vanta origini etrusche, come farebbero supporre le grotte-colombari scavati nel tufo sotto la chiesa di S. Maria della Provvidenza; successivamente fu un piccolo centro romano.
Nella foto uno scorcio della cittadina, arroccata su una collina di tufo, col panormame della gola del
Rio Vicano.
un particolare del borgo di Ronciglione
Caprarola
Non distante troviamo Caprarola, incantevole borgo disposto su più declivi ondulati e caratterizzato da una pianta allungata e di aspetto rinascimentale e conosciuta sopratutto per il Palazzo Farnese.
Palazzo Farnese dall'alto |
Il bellissimo Palazzo Farnese è una scenografica mole innalzata nel 1559-75 per volere del cardinale Alessandro Farnese dal Vignola sopra una precedente rocca. E' il monumento più importante per la storia del manierismo e della cultura tardo-cinquecentesca.
Il palazzo è preceduto da due piazze, l'inferiore ellittica con l'ingresso alle cantine e la superiore vastissima e rettangolare con il portale delle carrozze. Di fronte la strada rettilinea costruita per condurre al palazzo ha spaccato in due il tessuto urbano della città feudale.
E' composto da pianta pentagonale e internamente ha una corte circolare con due loggioni completamente decorati a grottesche. E' difeso da torri angolari trasformate in terrazze e un vastissimo parco (diviso in estivo e invernale). Le stanze interne sono di una bellezza da rimanere senza fiato, tutte dipinte.
Da visitare assolutamente! |
le grottesche di Palazzo Farnese
La ricchissima decorazione interna di stucchi e affreschi è fondata sulla celebrazione storico-dinastica della casa Farnese o su temi mitologici e di storia sacra, di sofisticata erudizione.
I pittori principali sono
Taddeo e
Filippo Zuccari.
Qui siamo nel corridoio che si sviluppa attorno alla corte interna, decorato con grottesche e paesaggi. Da qui si accede alle stanze del piano nobile, ornato da affreschi considerati tra i più notevoli del Lazio nella seconda metà del '500.
la stanza del mappamondo
La
Sala del mappamondo, la più suggestiva del palazzo, con decorazioni di carattere geografico dovute a Giovanni Antonio da Varese. Alle pareti:
Italia e
Giudea,
Asia (manca naturalmente l'Oceania e il Giappone è rappresentato da una piccola isola all'imbocco dello stretto di Bering) e
Americhe.
Mappamondo, poi
Africa e
Europa; su una parete i grandi esploratori (Magellano, Marco Polo, Colombo, Cortez, Vespucci) e nel soffitto
Costellazioni.
Faccio notare la precisione delle carte che sono state dipinte alla fine del '500! Impressionante!
soffitto affrescato nella sala degli angeli
L'elegantissima
Sala degli angeli è la più fastosa del palazzo e presenta dei curiosi effetti d'eco e risonanza. Nella volta (qui sopra):
La disfatta di Lucifero e degli angeli ribelli del Bertoia.
Altre bellissima stanze sono la
Sala dei filosofi e della solitudine, la
Sala dei giudizi, la
camera della Torre, la
Sala dei sogni, la
Sala della penitenza, la
Sala dell'Aurora.
Ritorniamo sul lago e rilassiamoci coi suoni della natura...
paperelle sulle rive del lago
Difficile riuscire a prendere queste paperelle, ma non vedete come sono carine... chissà cosa sta raccontando quella al centro...
bambini che giocano sulle sponde del lago
E come questi bambini che si divertono con le morbide onde sullo specchio d'acqua, anche noi ci lasciamo cullare dai riflessi del lago lasciandoci alle spalle due giorni intensi e pieni di ricordi, con lo spirito rilassato nella natura e gli occhi pieni delle meraviglie della Tuscia.
Un ringraziamento particolare alla mia guida e compagno di viaggio Luigi, con cui ho condiviso i momenti più belli della scoperta della Tuscia.
Fotografie realizzate con corpo macchina Canon EOS 300D.
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