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Zaballeen e l'apocalisse


di Guido Crescentini
11 immagini - 1.77 mb
data di pubblicazione: 15 Marzo 2011

luogo: Il Cairo, Egitto


tags: anderlini, apocalisse, cairo, crescentini, egitto, immondizia, slum, spazzatura, zaballeen

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(6 commenti)
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Zaballeen e l'apocalisse

Zaballeen Village è secondo slum del Cairo in ordine di grandezza, si tratta di un quartiere abusivo costruito a ridosso della montagna Moquattan, area conosciuta Manshyet Nasr. Nel corso degli anni ha avuto un’espansione esclusivamente verticale, in quanto stretto fra una montagna rocciosa e un raccordo autostradale multi-corsie. Attualmente ospita circa 60.000 abitanti, che vivono nell’incessante riciclaggio di tutto ciò che può essere riutilizzato: sono gli zaballeen.

I suoi abitanti sono ortodossi copti (nel quartiere vivono solo 5.000 mussulmani per lo più ri-collocati dal Governo), provengono dalla campagna di Assiut (a Sud del Cairo) e dalle oasi di Dakha, trovano la loro prima sistemazione ad Imbaba, quartiere popolare del Cairo e, una volta messi da parte i soldi sufficienti per comprare la terra dal governo (circa 50.000 pound egiziani), si trasferiscono a Zaballen village e costruiscono in autonomia, con l’aiuto di piccole imprese locali, un edificio in altezza.
Gli zaballen offrono un vero e proprio servizio alla città (anche porta a porta), dal momento che il Cairo produce 10.000 tonnellate di rifiuti al giorno e non esiste raccolta differenziata e c’è un’unica discarica sulla montagna di Moquattan. Con i loro pick-up, che hanno ormai soppiantato i carretti trainati dagli asini, raccolgono i rifiuti in tutti i quartieri della città e riescono a smistarne, riciclarne e riutilizzarne fino al 90% con un PIL che raggiunge i 400.000 euro settimanali.

Nel 1996 gli zaballen hanno ottenuto la licenza per svolgere ufficialmente questo mestiere, se pur in condizioni igieniche estreme (vita media 40 anni – altissimo è il tasso di diffusione di epatite A e B e le morti infantili causate dal tetano). Ogni famiglia possiede un edificio, ogni gruppo di 10/15 famiglie controlla un’area. Alcune sono specializzate in un unico materiale altre nel raccoglierli tutti. In ogni edificio vivono 3/4 famiglie, in genere ognuna di loro possiede un intero piano mentre gli altri vengono utilizzati per accumulare, smistare e riciclare spazzatura proveniente dalla raccolta urbana, e allevare animali (mucche, agnelli, capre, oche, e soprattutto maiali, fondamentali per eliminare i rifiuti organici di cui vengono nutriti).
Oggi gli zaballen combattono contro le compagnie ufficiali che si occupano di riciclaggio, continuando a svolgere informalmente la loro attività. La densità abitativa del quartiere è notevolmente cresciuta da quando nella parte alta dell’insediamento è stata scavata nella montagna (citata nella Bibbia) la più grande Chiesa di tutto l’Egitto, meta di incessanti pellegrinaggi.

L’impressione che si ha dall’alto sul quartiere e attraversando i suoi vicoli colmi di immondizia di ogni tipo si avvicina alla comune idea di “apocalisse”, come rappresentata anche in molti film su un futuro non troppo lontano.



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commenti
  Christian  [12 Febbraio 2015 - 23:39]
un reportage in stile giornalistico molto interessante; ne avevo sentito parlare molto tempo fa, è bello riscoprire l'argomento da un utente di photocompetition
  alterego  [2 Giugno 2013 - 17:15]
Un buon servizio fotografico che ci mostra una realta' molto differente dalla nostra
  Luca Nassini  [21 Marzo 2011 - 11:09]
Mi allineo a chi mi ha preceduto nel commento. Neanche io ero a conoscenza di questa realtà. Il lavoro fotografico è meno lineare di quanto riportato a parole in didascalia. Ad esempio i primi tre scatti a mio avviso potevano essere ridotti ad uno soltanto; il secondo mi sembra il migliore perchè enfatizza la situazione di estremo disagio e difficoltà che stai descrivendo mettendola in contrapposizione ai grattacieli moderni nello sfondo (secondo me potevi giocare in modo ancor più deciso su questa cosa). Lo scatto n° 9 interrompe un po la sequenza. Gli scatti che preferisco sono il n°10 e il n° 6. Grazie per averci messi a conoscenza di questa realtà con il tuo lavoro e come diceva giustamente Kruger per un lavoro di reportage è una cosa molto importante.
  Il Lele  [19 Marzo 2011 - 12:25]
quoto in pieno le parole di kruger, non tanto per le ripetizioni, quanto per la distanza che percepisco tra te ed il luogo che hai fotografato. Apprezzo molto la tua scelta di un tema difficile e poco conosciuto. nel complesso considerate le difficoltà trovo che sia un buon lavoro.
  kruger  [18 Marzo 2011 - 17:54]
Ottima introduzione al tema. Meno efficace ,a mio giudizio, il porfolio con alcune immagini ripetitive. E'meglio stringare che ripetere. Comunque sia mi hai fatto conoscere una realtà che ignoravo e già questo è uno dei  messaggi concreti di un reportage. 
  Griccio  [16 Marzo 2011 - 15:46]
Bel reportage, purtroppo dal pulman ho avuto anch'io la possibilità di vedere qesti luoghi terribili, più simili a formicai primitivi che agglomerati umani.



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