Nel mio viaggio in
Turchia ho visitato molte città e regioni. Il paese è vastissimo e pieno di fascino. Piano piano vi accompagnerò con diversi reportages in un viaggio alla scoperta di questa splendida nazione e del suo orgoglioso popolo, ma adesso mi voglio concentrare su una particolare regione posizionata nel cuore della Turchia, la
Cappadocia.
Ma dove si trova la Cappadocia? E perchè è così importante?
Leggendo questo reportage e guardando le foto vi renderete conto del perchè di tanta attenzione.
Partiamo dall'inizio.
La STORIA della Cappadocia
Cappadocia, regione storica dell'Asia Minore, che si estendeva dal
Ponto Eusino (ora Mar Nero) alle montagne del
Tauro nell'odierna Turchia. La parte orientale della Cappadocia è caratterizzata da una configurazione geologica particolare, con coni vulcanici composti da strati di tufo che dall'antichità al Medioevo vennero scavati per creare siti sacri e abitazioni.
Dagli inizi del II millennio a.C. mercanti provenienti dall'Assiria fondarono in Cappadocia le loro colonie. Dal 1750 a.C. sino alla formazione dell'impero persiano degli
Achemenidi (VII secolo a.C.), la regione fu il cuore dell'impero ittita. In seguito, i persiani assunsero il controllo dell'area e la divisero in due satrapie: l'area settentrionale venne denominata semplicemente
Ponto, mentre la parte meridionale mantenne il nome di Cappadocia, con il quale era conosciuta in epoca classica.
Dopo che
Alessandro Magno ebbe conquistato la Persia all'inizio del IV secolo a.C., la Cappadocia divenne indipendente. Il primo re della dinastia di Cappadocia,
Ariarate I (che regnò dal 330 al 322 a.C.), fu tributario della Macedonia, ma i successori di Alessandro non furono capaci di mantenere il possesso della regione. Successivamente, i re di Cappadocia si schierarono con Roma contro i
Seleucidi e contro il Ponto. La Cappadocia si schierò ora con l'una ora con l'altra delle diverse fazioni in campo nelle guerre civili a Roma nel corso del I secolo a.C.
La regione perse la propria indipendenza quando i romani sostituirono la dinastia locale con un re vassallo intorno al 40 a.C. Nel 17 d.C. l'imperatore romano
Tiberio la trasformò in una provincia dell'impero. Da allora in poi, l'importanza della Cappadocia come entità politica indipendente diminuì. Tra le città più importanti vi furono la capitale del regno,
Mazaca (odierna Kayseri),
Tyana e
Melitene (oggi Malatya).
Nel Medioevo la relativa facilità con cui si potevano ricavare
abitazioni rupestri all'interno delle formazioni vulcaniche della Cappadocia orientale contribuì alla popolarità del luogo come residenza di monaci.
Numerose chiese bizantine scavate nella roccia sono decorate con affreschi e graffiti, databili tra il IX secolo e il 1071, anno in cui la regione cadde sotto il dominio dei turchi Selgiuchidi. La moderna città di
Bogazköy sorge sul sito dell'antica città di
Pteria, la quale venne a sua volta costruita sulla città di
Hattusa, la capitale dell'impero ittita.
La regione della Cappadocia è nota per le suggestive
formazioni rocciose che hanno reso celebre nel mondo intero questa area della Turchia centrale. Le innumerevoli grotte, scavate nella roccia vulcanica di pinnacoli, torri e guglie curiosamente modellate dal vento e dalle piogge, sono state utilizzate nel corso dei secoli come abitazioni, fortezze, siti sacri e luoghi di ritiro religioso.
La città fortificata di Uchisar
A
Uchisar le abitazioni furono costruite prima attorno alla fortezza e poi, per la crescita demografica e l'erosione, le case furono portate più giù cosicchè il paesino attuale si è trovato a svilupparsi attorno alla fortezza. C'è una caverna scavata nella fortezza, ci si può entrare per tre diverse vie che si riuniscono in una vasta sala. In una delle sale c'è una pietra rotonda che serviva da porta e una stanza per le sentinelle. Ci sono anche altre gallerie, che col tempo sono crollate o si sono riempite di pietre e terre.
Un pallone areostatico si innalza al mattino sulla regione
In questa foto potete vedere un pallone areostatico che si alza al mattino presso uno dei siti archeologici di Goreme. Su tutta la regione all'alba, quando la temperatura ancora lo consente, si innalzano decine di palloni per ammirare il paesaggio dall'alto. Vedere questo spettacolo è bellissimo anche da terra.
Tra le principali attività locali della zona c'è da menzionare l'
industria dei tappeti, per la quale esiste proprio una scuola a
Avanos, poi la viticoltura e la vinificazione.
Un bellissimo paesaggio come quello della Cappadocia diventa a dir poco fantastico quando nei mesi invernali la temperatura scende a -15° C e si copre di neve,la quale sommerge per 30-40cm tutti i camini delle fate e le valli, creando qualcosa di meraviglioso.
ZELVE
Nel villaggio dell'Antica Zelve si possono vedere
i camini delle fate più belli e imponenti dell'intera Cappadocia. Qui si trovano chiese e monasteri risalenti al periodo preiconoclastico, le cui caverne furono poi utilizzate come rifugio dai cristiani. Come in alcuni paesi e villaggi turchi, anche nella Zelve Antica esistono indizi che testimoniano la coesistenza tra Cristiani e Musulmani.
Le formazioni rocciose del sito di Zelve
Dopo la partenza dei Cristiani negli anni '20 la Zelve Antica fu abitata da qualche tempo anche dai Turchi che, però, l'abbandoranono definitivamente dopo il 1950 per la continua erosione che rendeva troppo pericolo viverci.
La popolazione di Zelve fu trasferita alla Yeni Zelve (Nuova Zelve), villaggio fondato dal Governo a 2 km a nord. Più tardi il sito divenne un museo a cielo aperto, frequentemente visitato da turisti stranieri e locali.
La valle di Zelve
L'edificio che sembra il minareto di una moschea si è mantenuto integro fino ai nostri giorni.
I rifugi dei monaci eremiti a Zelve
In queste foto potete ammirare il paesaggio incredibile di Zelve, una valle immensa affiancata da due ali di rocce aguzze, rifugi dei monaci e costruzioni scavate nella montagna, dove la natura è esplosa per formare architetture quasi sovrannaturali.
Zelve, tra natura e spirituralità
Le escursioni termiche e l'erosione modificano continuamente il paesaggio. E' naturale che sia stata proprio l'erosione e l'acqua a creare queste forme, ma progressivamente alcune parti stanno crollando perdendosi per sempre.
GOREME
Migliaia di anni fa, mentre il
vulcano Erciyes (Monte Argeo) era in eruzione, le lave coprirono uno spazio di circa 4200 kmq. Al termine della sua attività questa regione subì una grandissima erosione a causa del vento e dell'acqua. In seguito a questa erosione le terre friabili furono asportate e le rocce non logorate presero forme singolari ma soprautto si formarono coni sormontati da blocchi di roccia dura e scura che sono gli odierni
camini delle fate.
Sito di Gòreme
I Cristiani rifugiatisi nella valle di Goreme a causa della minaccia araba, la chiamarono "Goremi" che significa "Non si può vedere!" e questo nome si traformò prima in
Korama e poi nell'attuale Goreme.
Situata nella valle di
Avcilar fra
Nevsehir e
Urgup, attira l'attenzione per i suoi interessantissimi camini delle fate e per le chiese rupestri.
San Paolo trovò molto idonea Goreme per l'educazione dei missionari. Fu infatti uno dei maggiori centri del cristianesimo dal VI secolo fino alla fine del IX secolo, vi si contano fino a 400 chiese sparpagliate nei villaggi vicini uno all'altro quali Zelve, Mustafa Pasa, Avcilar, Uchisar, Ortahisar e Cavusin.
L'UNESCO ha dichiarato la valle patrimonio dell'umanità.
Chiesa nella roccia a Gòreme
Nella sola valle di Goreme si individuano almeno 30 chiese, costruite intagliando degli spazi nel soffice tufo vulcanico. Molte chiese vantano splendidi affreschi bizantini che ritraggono scene dell'Antico e del Nuovo Testamento, in particolare la vita di Cristo e dei santi.
Le chiese che si trovano nel museo all'aperto di Goreme sono: Tokali Kilise (chiesa della fibbia),
Carikli Kilise (chiesa dei sandali), Karanlik Kilise (chiesa oscura), Meryem Ana Kilise (chiesa della Vergine Maria), Emali Kilise (chiesa della mela), Tilanli Kilise (chiesa del serpente),
Barbara Kilise (chiesa di Santa Barbara), El-nazar Kilise (chiesa dello sguardo).
Chiesa dei sandali (Carikli Kilise), Gòreme
Chiesa di Santa Barbara (Barbara Kilise), Gòreme
La chiesa di Santa Barbara è tagliata nella roccia, ha la forma di una croce con due ali di volte a forma di culla e una cupola centrale con un affresco di Cristo. Gli affreschi e i disegni sono incisi direttamente sulla roccia con della pittura in terra di Sienna.
Queste chiese rupestrsi risalgono al XI secolo e vi si possono scoprire affreschi di Santa barbara, San Michele e San Teodoro, motivi geometrici, disegni di bestie mitologiche e diversi simboli.
Benché sia stata costruita interamente nella roccia, all'interno dà l'impressione di essere costruita in pietra tinta.
Camini delle Fate e Kaymakli
Una splendida fotografia dalla cima di un blocco di roccia bianca per ammirare una valle di camini delle fate, una bellezza naturale introvabile in un altro posto del mondo.
i "Camini delle Fate"
Il paesaggio della Cappadocia nacque circa 30 milioni di anni fa, quando i vulcani in eruzione ricoprirono la regione di ceneri. Le ceneri si solidificarono dando origine ad un materiale friabile chiamato
tufo, in alcuni punti ricoperti di strati di dura roccia vulcanica. Col tempo il tufo si è eroso per effetto del vento e dell'acqua, d'inverno gli estremi sbalzi di temperatura fanno espandere e contrarre la roccia, che si disintegra creando formazioni rocciose peculiari, tra cui i coni sormontati da massi detti "
comignoli delle fate" presso
Urgup.
Il loro nome è dovuto al fatto che gli abitanti della zona ritenevano che fossero i camini di creature fatate che vivevano sottoterra. Alcuni arrivano a misurare anche 40 metri!
E adesso tuffiamoci sottoterra alla scoperta delle città sotterranee...
Nella regione si trovano ben 36 città sotterranee, ma è molto probabile che il loro numero aumenti con future scoperte.
La friabilità del tufo rese facile scavarlo e ricavarci delle abitazioni, il tufo infatti non è tanto duro come sembra e indurisce col tempo solo dopo il contatto con l'aria. In alcuni luoghi come Derinkuyu o
Kamymakli (qui sotto), intere città erano costruite sottoterra. In questi insediamenti c'erano zone di soggiorno, stalle, pozzi, sistemi di ventilazione, chiese e magazzini.
La città sotterranea di Kaymakli
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Stanze e passaggi della città sotterranea di Kaymakli
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La città di Kaymakli è stata aperta al pubblico nel 1964 ma non si conosce esattamente quanti piani sono nascosti ancora in profondità. Anche questa, come le altre, fu scavata dai popoli che avevano accettato il Cristianesimo e erano fuggiti per la crudeltà e per la paura di essere sterminati. Fu quindi un luogo utilizzato sia come rifugio che come sicuro luogo di culto. E' scavata con grande maestria, mantenendo una complicata struttura che prevedeva che ogni stanza non fosse esattamente sotto un'altra. Grosse pietre rotonde facevano da porte e chiudevano la città dalle incursioni esterne permettendo di aprirle solo dall'interno.
L'idea più logica è che quegli uomini abbiano scavato camini di areazione fino a 70-85m e che poi abbiano completato le città scavando verso i lati, tirando sù la terra tramite i camini di areazione.
Si è costretti a procedere inchinati in molti punti delle gallerie di collegamento, mentre le stanze hanno soffitti più alti. Si riesce a scendere molto nel sottosuolo, in
un intricato labirinto di cunicoli, scale e aperture, che giungono fino a 9 livelli di profondità. Incredibile il sistema di ventilazione, si respira benissimo e il tufo assorbe il calore umano mantenendo l'ambiente sempre fresco. Scendendo nei piani inferiori si respira un'aria molto pulita, il sistema è molto efficace, infatti una sigaretta accesa in un piano molto profondo lascia una scia di fumo che sale molto velocemente.
Vicino ai camini di areazione la temperatura è di 7-8° C sia d'estate che d'inverno, più lontano raggiunge i 13-15° C.
Un cammello di roccia
Prima di lasciarvi vi mostro un paio di foto sicuramente suggestive.
Qui sopra una simpatica formazione rocciosa a forma di
cammello :-)
Minareto e formazioni rocciose al tramonto
Dall'alto della collina tutta la valle di Goreme si apre ai nostri occhi, si intravede il minareto di una moschea e dietro le infinite sfumature di rosso e rosa delle montagne modellate dagli elementi.
Un saluto alla Cappadocia, una terra ricca di storia e cultura, dove la Natura ha deciso di regalarci alcune delle sue più belle creazioni.
Vi ringrazio per la lettura di questo reportage, ho cercato di renderlo il più completo e interessante possibile, estraendo i testi da varie fonti. Il mio viaggio in Cappadocia è stato indimenticabile, così come quello nel resto della Turchia, di cui in futuro vi racconterò.
Spero di avervi incuriosito e di leggere i vostri commenti per sapere cosa ne pensate delle mie fotografie.
Fonte bibliografica:
"La Cappadocia, culla della storia" di Omer Demìr, Enciclopedia
"Microsoft Encarta",
"Turchia" guida Mondadori.
Fotografie realizzate con corpo macchina Canon EOS 300D.
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