Tentando disperatamente di fotografare
ombre in giornate senza sole, ho compreso che poteva essere più fruttuoso dedicare l'ennesimo pomeriggio nuvoloso alla raccolta di una serie fotografica dedicata proprio alle ombre.
Come tema ho scelto l'architettura, individuando tra le immagini dei miei viaggi gli scatti più adatti a questo
racconto.
Inizio subito da un esempio secondo me eccezionale: Il "tetto fotovoltaico" di Barcellona, intervento inserito all'interno del Forum 2004 (
www.barcelona2004.org/eng/forum2004.htm), realizzazione degli architetti Herzog & de Meuron; 10.500 metri quadrati di superficie che catturano energia solare convogliata nella rete elettrica pubblica della città catalana.
Una vista dall'alto dell'area
L'effetto prospettico dell'enorme pannello fotovoltaico.
La foto ha partecipato alla 15° edizione della Photo Competition, all'interno della serie "indelebile memoria"; puoi vedere la scheda completa e i commenti che ha ricevuto nella pagina dedicata
Come si può notare la superficie occupata dall'edificio è notevole, e rischiava di diventare, in nome della tutela per l'ambiente, un intervento di "inquinamento visivo" del paesaggio; la scelta di trattare il piano inclinato ed i suoi sostegni come una scultura, come un forte elemento catalizzatore, posto sopra un piedistallo e visibile da tutti i punti del forum è stata premiata: una copertura "
senza nessuna utilità" (se non quella energetica -e fosse poco!), è diventata il simbolo della nuova area che conclude l'Avenida Diagonal.
Tra l'altro l'idea che un enorme pannello fotovoltaico,
attrattore quindi di luce, si caratterizzi per il sottile gioco di ombre sul cemento grezzo, è geniale!
Nel prospetto di uno dei quattro sostegni in cemento si può leggere la trama dei pannelli fotovoltaici
In questo caso il punto di vista, la ruvidezza del cemento e la geometria delle ombre fanno di un semplice pilastro una vera e propria scultura contemporanea
Grazie alla pellicola ISO 1600 si possono esaltare i contrasti e le ombre dell'oggetto
Rimanendo nella città catalana ho incontrato altri due edifici che sfruttano molto bene le potenzialità offerte dalla luce: uno è il
MACBA, il Museo d'Arte Contemporanea di Barcellona (
www.macba.es), l'altro è l'
Auditori (
www.auditori.org), tempio della musica classica.
Uno scorcio del MACBA, nel quartiere storico del Raval
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La corte interna dell'Auditori, un triangolo di vetro illuminato dall'alto
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Il MACBA è opera dell'architetto americano Richard Meier: un enorme blocco bianco (120x35 metri) calato sulla città storica, interamente illuminato da luce naturale grazie alla facciata sfalsata su più piani verticali (che filtrano e ridistribuiscono all'interno la luce stessa). Nella foto si può vedere come questi piani, in aggetto rispetto al volume centrale, riescano a movimentare un esterno altrimenti monotono, creando dei sottili giochi di luci ed ombre.
L'Auditori, dello spagnolo Rafael Moneo, è una struttura a prima vista poco entusiasmante (giudizio personale, s'intende!); se la curiosità riesce a prevalere sull'indifferenza, il cuore dell'edificio (a piano terra) offre per fortuna una discreta corte triangolare, completamente vetrata, che grazie ai colori pastello (tonalità blu) ed alla luce filtrata dall'alto realizza uno spazio piacevole ed accogliente.
Cambiamo città ed osserviamo altri due interessanti esempi di stretta relazione tra ombre ed architettura.
Andiamo a Berlino e scopriamo due edifici molto diversi tra loro: la sede della
Dresdner Bank in Pariser Platz ed il
Sony Center in Potsdamer Platz (
www.sonycenter.de).
L'interno/esterno del Sony Center
Le ombre disegnano la facciata della Dresdner Bank
Il complesso del Sony Center nasce in una delle aree di maggior espansione di Berlino (Potsdamer Platz), divenute oramai un nuovo cuore della città. Gli edifici sorgono attorno alla piazza ovale, interamente coperta da una struttura in acciaio e vetro che gioca con la luce del sole ed i prospetti interni.
Addentrandoci invece verso la parte centrale (il quartiere
Mitte) scopriamo che i prospetti della Pariser Platz (dove sorge la Porta di Brandeburgo) sono stati finalmente ricostruitio. Tra questi edifici l'opera di Von Gerkan, Marg und Partner, si caratterizza per i brise soleil posti sopra ogni finestra, che disegnano un'orditura ritmica e sempre variabile in funzione dell'inclinazione dei raggi solari; intuizione lodevole!
Fotografie realizzate con macchina Canon EOS 300V (rullino Fuji NEOPAN 1600) e Canon PowerShot A40.
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