Alhambra,
al-Hamra' (la Rossa) sembra dovere il suo nome al colore rosato dei mattoni della cinta muraria, o, secondo alcuni alla tinta che i muri del palazzo, inizialmente bianchi come quelli dell’antistante quartiere dell’Albayzìn, assumevano di notte quando venivano accese le fiaccole.
Molto è stato scritto su di lei e le sue meraviglie, tant’altro ancora se ne può vedere sui molti siti e guide di riferimento.
Ecco perché ho scelto di mostrare qui, tra le tante immagini scattate, queste poche foto che mirano a mostrare alcuni particolari dei magnificenti palazzi nasridi, le residenze dei diversi sultani che si sono succeduti nell’arco di più di 200 anni.
Pochi frammenti di quegli scheletri scolpiti che sorreggono secoli di storia e ingegni di cultura.
Frammenti di spazio per immaginare l’eterno.
Maioliche multicolori e la frase “Solo Allah è vincitore” (
wa la ghalib illa Allah), che pare sia stata pronunciata da Muhammad ibn Nasr al suo ingresso da trionfatore a Granada, quando la popolazione lo accolse al grido di “
Benvenuto al vincitore per la grazia di Allah”, rivestono molte pareti delle stanze, creando giochi curvilinei di rara bellezza ed intrigante atmosfera.
Dodici leoni disposti a cerchio che sorreggono una fontana circolare al centro di uno spazio rettangolare, cui convergono quattro canalini ortogonali tra loro, in cui confluisce l’acqua sgorgata da dodici fontanelle disposte nel numero di tre per lato.
Questo è il
Patio de los Leones, uno spazio aperto dove si avvertono la pace ed il misticismo richiamati dal forte simbolismo religioso.
Altra caratteristica è la presenza di un portico che circonda il patio per tutti e quattro i lati, chiara influenza dell’architettura Europea.
Gelosie coprono le finestre di quasi tutti i palazzi. Servivano alle donne per poter guardare fuori senza essere viste, ma soprattutto per filtrare la gran massa di luce proveniente dall’esterno.
Ma neppure i robusti incroci di legno delle gelosie sono sufficienti ad inibire la sfacciataggine della luce che riesce in alcuni momenti a penetrare potente e dipingere macchie nette sulle pareti, tessendo storti giochi di luci ed ombre con gli arabeschi che rivestono molte pareti.
Molte fontanelle richiamano alla mente il percorso della vita. La nascita è rivista nello sgorgare dell’acqua, la turbolenza dell’età adulta seguita dal lento e ristretto fluire della vecchiaia fino alla morte e l’arrivo nella grande vasca che rappresenta il paradiso islamico.
Al tramonto la linea sottile delle mura traccia un percorso idealmente semplice al confine col cielo, in cui il rosso delle mura sembra sciogliersi, per lasciare macchie di un nero vuoto che inglobano nel mistero di uno sguardo la bellezza e perfezione di tratti profondi.
La magia di un luogo, conservata da un oscuro frammento di sogni.
Anche questo è
Alhambra...
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