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Portfolio


Giocare a fare l’attore


di Federico Sichi
12 immagini - 868 kb
data di pubblicazione: 19 Giugno 2008

luogo: Pistoia


tags: attore, opera, teatro

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468 preferenze  vota

(4 commenti)
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Sono un attore "amatoriale" da oltre 10 anni e posso garantirvi che recitare è un'esperienza veramente interessante.
L'aspetto che più di ogni altro mi ha attirato dell'essere attore è il fatto di poter uscire, per il tempo della durata dello spettacolo, dal proprio "io" e diventare improvvisamente un'altra persona, con un modo di pensare e un'aspetto fisico (questo nei limiti del trucco e dell'abbigliamento) completamente diversi dai propri. Badate bene che questo non significa voler essere diversi da quello che si è, anzi, il fatto di provare sensazioni e sentimenti propri del personaggio che si interpreta permette di capire meglio noi stessi e gli altri. Recitare è un divertimento, basti pensare che i francesi usano la parola "jouer" che vuol dire anche giocare; rappresentare una parte a teatro si dice "jouer un rôle". Mettere la maschera di attore ti permette anche di girare il paese facendo esperienze e conoscenze nuove, anche se al tempo stesso è piuttosto faticoso. Proprio per quest'ultimo motivo, e anche perchè negli ultimi anni il tempo a disposizione è poco, ho deciso di passare dall'altra parte, cioè dal palcoscenico alla platea, ed oggi fotografo i miei amici che continuano a "giocare" a fare l'attore.

Le foto che trovate sono dello spettacolo "L'opera da tre soldi" di Bertold Brecht, portato in scena da una delle due compagnie delle quali faccio parte e cioè il "G.A.D. Città di Pistoia".

Note tecniche: nonostante possa sembrare che ci sia parecchia luce posso garantirvi che così non è, anzi. Per darvi un'idea ho fotografato con obiettivi Canon 85 f/1,8 e Sigma 30 f/1,4 ad iso 800 e ad apertura f/1,8 ad eccezione di una foto che è a f/2,2. In situazioni difficili come questa preferisco scattare in manuale, impostando il tempo massimo permesso per evitare il micromosso (secondo la regola 1/lunghezza focale equivalente) e usando la massima apertura possibile oppure un diaframma leggermente più chiuso (ma sempre meno di uno stop dall'apertura massima). E' vero che la profondità di campo diviene minima ma la si può utilizzare anche a nostro favore per concentrare l'attenzione su un particolare soggetto.


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commenti
  Grunter  [22 Giugno 2008 - 11:45]
No, non lo conosco, ma provvederò. Ciao.
  Melanarni  [20 Giugno 2008 - 15:32]
Conosci i lavori di Tommaso Le Pera?
Fotografo di scena a teatro.
  Grunter  [20 Giugno 2008 - 11:48]
Grazie mille per i complimenti, sto cercando rendere le mie foto più personali e dal tuo commento penso di essere sulla strada giusta. Di sicuro continuerò a fare scatti sul teatro visto che ormai, non avendo più il tempo necessario per recitare, almeno mi rimane quello per vedere gli spettacoli e scattare fotografie. Nel caso in questione sono stato agevolato dal fatto di poter scattare alla prova generale e non durante lo spettacolo vero e proprio, di conseguenza avevo libertà di movimento senza il vincolo del pubblico. Ciao.
  SAndro  [19 Giugno 2008 - 11:39]
E' molto bello questo tuo lavoro sul set teatrale.
E va detto che non è affatto facile riiuscire a intrappolare fotogrammi convincenti in un contesto come questo, sia per difficoltà tecniche sia per l'aria un po' artefatta che spesso rischiano di avere le immagini e per la soggezione verso la rappresentazione.

Oltre a farti i complimenti per l'alta qualità estetica degli scatti, mi è piaciuto molto la linea cromatica, il voler raccontare secondo uno schema molto teatrale, ovvero la concentrazione sugli accenti della gestualità e un senso molto cinematografico della scena (complimenti anche al regista).

I reportage fotografici di opere teatrali sono rari e non sempre ben fatti, a differenza di questo che invece ne innalza il livello. E inoltre patiscono troppo la non autoralità, mi spiego meglio. Non sono quasi mai lavori fotografici a sè stanti, ma accessori all'opera teatrale, quindi faticano a vivere di vita propria.

Mi piacerebbe vedere altre tue opere di questo tipo, dovresti davvero proseguire con questo progetto, cercando sempre più personalità e un racconto non troppo dipendente dall'opera in sè, ma che segua un discorso parallelo e soggettivo.



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