Erich Hartmann 1922 - 1999.
Erich Hartmann ha lasciato in tutti coloro che lo hanno conosciuto, il ricordo di un uomo straordinariamente dolce e mite. Agli inizi della sua carriera si rese subito celebre grazie all’ approccio poetico avuto nella realizzazione dei lavori commissionati dalla rivista Fortune negli anni ’50 dedicati a industria, scienza e architettura “Shapes of Sound”, “The Building of Saint Lawrence Seaway”, “The Deep North” e più tardi con i saggi sulla poetica della scienza comparsi su Géo magazine. Nato a Monaco, Hartmann inizò a fotografare nel 1930 ed emigrò a New York nel 1938. Mentre lavorava negli uffici di una azienda tessile, frequentò le classi serali del Siena College. Dopo essersi arruolato volontario ed aver combattuto in Europa (1943-45), Hartmann tornò a New York dove studio fotografia alla New School for Social Research, con Charles Leirens, Berenice Abbot e Alexey Brodovitch. Ebbe i primi contatti con l’agenzia Magnum nel 1951, di cui divenne membro nel 1954 dividendo il suo tempo tra servizi per riviste e reportages per IBM, Boeing, RCA, Ford Motor, Citroen, etc. La sua “personale” “Sunday Under the Bridge” s’inaugurò al Museum of the City of New York nel 1956 e la mostra “Our Daily Bread” fu esposta in varie gallerie attraverso gli Usa fino al 1962. Nel corso della sua carriera Hartmann realizzò reportages sull’archittetura inglese per il London Daily Telegraph, fotografò per il Johns Hopkins magazine, ABC Television, The Sunday Times, Venture e The Sun. Nel 1972 la European Space Research Organization and Arcade pubblicò “Space: Focus Earth”, uno studio sui satelliti europei, la loro tecnologia e design. Hartmann fu eletto presidente di Magnum nel 1985. Dagli anni ‘90, si è sempre più dedicato a progetti particolari, tra questi spicca la mostra dedicata ai campi di concentramento che coniuga il forte simbolismo di quei paesaggi con la memoria struggente dell’Olocausto.
In the Camps: 77 fotografie in bianco e nero corredate da didascalie, che mostrano 31 campi di concentramento nazisti. Scorci di Auschwitz, Birkenau, Buchenwald, Majdanek, e Natzweiler; le vie ferrate che portavano a Buchenwald, Theresienstadt, Sobibor, Treblinka, e Auschwitz; le torri di guardia di Majdanek; i cancelli di Buchenwald, Dachau, e Birkenau. Ci sono foto di cataste di scarpe, valige, arti artificiali e abiti da bambino ad Auschwitz; foto di baracche di legno a Birkenau e Buchenwald; e tavole per la vivisezione ed esperimenti medici a Sachsenhausen, Vught, e Mauthausen. Hartmann ha fotografato le camere a gas a Majdanek, Mauthausen, e Auschwitz e i forni crematori a Ravensbruck, Sachsenhausen, e Dachau.
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Se la mia visita in quel che resta dei campi mi ha insegnato qualcosa, è che pensare o vivere unicamente per se stessi è diventato un lusso che non ci possiamo permettere. La vita, eccetto forse nei sogni, non si svolge più a un livello solitario; è diventata irrevocabilmente complessa e tra di noi, chiunque siamo, si sono intrecciati molteplici legami, che ci piaccia o no. Agire secondo questa idea può diventare un omaggio più efficace alla memoria dei morti che portare il lutto da soli o giurare che tutto ciò non avverrà mai più, e potrebbe anche essere il modo più promettente di abolire i campi di concentramento. Non sono un ottimista, ma credo che se decidessimo di unire le nostre vite in modo inscindibile e cioè di sostituire 'io' e 'loro' con 'noi', riusciremmo a creare una vita in cui le camere a gas non vengano mai più usate in nessuna parte del mondo e un futuro in cui i bambini, comprese le mie nipotine, non sappiano neanche cosa siano queste camere a gas.“
Erich Hartmann
Premi
Hartmann, che nel corso della sua ha esposto le sue fotografie nelle più prestigiose gallerie del mondo, ha ricevuto numerosi premi tra cui il Photokina Award e l’ Art Director's Club Prize.
Libri
Our Daily Bread, 1962
Space-Focus Earth, 1973
In The Camps, 1995
Where I Was, 2000
Per i dettagli dell'evento, visita la pagina dedicata
LUCCAdigitalPHOTOfest '06.
Testo tratto dal sito ufficiale della manifestazione (
www.luccadigitalphotofest.it).
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