Esplosione del colore al vittoriano in 200 opere
II Complesso del Vittoriano ospita una significativa retrospettiva di circa 200 opere dedicata all'intero percorso artistico di
Paul Klee (1879 – 1940): un mondo di forme primordiali, arcaiche, sospese tra regno minerale, vegetale, animale, spazi cosmici e universi stellari, dove raffinati giochi cromatici costruiscono trame sottili come le nervature di una foglia, calde vibrazioni luminose danno vita a paesaggi incantati di coralli, diamanti, meteore e cristalli, segni simili a geroglifici della mente fanno volare magici pesci blu cobalto o nuotare verdi uccelli di fosforo.
D’origine svizzera, il giovane Klee esita per qualche tempo tra il violino e la pittura. Nel 1898 si trasferisce a Monaco dove segue le lezioni di Franz von Stuck assimilando i principi artistici dello Jugendstil. Terminati gli studi, visita l'Italia e approfondisce la propria formazione dedicandosi alla musica, alla lettura dei classici, alla grafica.
Ammira l'opera di Blake, Klimt, Goya, nel 1908 Klee conosce le creazioni di Van Gogh, Cézanne (il "maestro per eccellenza"), Matisse. Entra in rapporto con il gruppo del Blaue Reiter conoscendo nel 1911 Vasilij Kandinskij, August Macke, Franz Marc con i quali espone l'anno successivo alla seconda mostra berlinese. Nel 1912 è a Parigi dove vede le opere di Picasso e Braque; conosce Robert Delaunay di cui traduce il saggio Sulla luce e ne apprezza il senso orfico del cubismo. Fondamentale, nel 1914, il viaggio in Tunisia insieme a due amici pittori, Auguste Macke e Louis Moillet.
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Testo tratto dal sito del comune di Roma (
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