LUCCAdigitalPHOTOfest 200815 novembre / 9 dicembre - Lucca
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scheda dell'evento -
www.luccadigitalphotofest.itMostra a cura di Maurizio e Filippo Rebuzzini
Argomento di radici antiche e profonde, la consapevole presenza dei fotografi e della fotografia nel cinema ha registrato una identificata trasformazione negli ultimi anni, dopo decenni di sostanziale ripetizione di concetti presto codificati e/o stereotipi subito smascherati. Così che è stata recentemente superata la precedente linea di confine, tracciata dall’epocale Blow up, di Michelangelo Antonioni (1966), che innescò una triviale escalation: infatti, all’indomani di Blow up, in un tempo di grandi sommovimenti ma di inquietante interregno espressivo, rari furono i fotografi che apparirono sullo schermo in altre vesti che non quelle del sesso. Molte furono le pellicole al di sotto del limite medio di accettabilità, che giocarono la facile carta del fotografo senza scrupoli e privo di morale.
l favoloso mondo di Amélie (Le fabuleux destin d’Amélie Poulain, di Jean-Pierre Jeunet; Francia e Germania, 2001). Amélie (02): Audrey Tautou La combinazione che compone la mostra Fotogrammi. Fotografi e fotografia nel cinema non racconta questo, che è argomento da affrontare con le parole, e in luoghi diversi dall’allestimento scenico, ma visualizza in quantità e qualità il tema proposto e prefissato: appunto, fotografi e fotografia nel cinema. Il percorso accosta tempi che si miscelano assieme, inseguendosi e completandosi a vicenda; su pannelli che formano un insieme sostanzialmente unico (seppure scomposto nell’allestimento di dieci, quattro e dieci metri -per un totale di ventiquattro metri lineari per un metro di altezza-), una consistente quantità e qualità di fotogrammi cinematografici è accostata per affinità e diversità, anche soltanto cromatiche oltre che di contenuto, individuate dai curatori Maurizio e Filippo Rebuzzini.
In assoluto, una clamorosa sintesi raccolta e rappresentata in questo modo per la prima volta. Intenzioni e contenuti espliciti: fotogrammi (frames) che sottolineano le situazioni macroscopiche e microscopiche di fotografi e fotografia nel cinema. Dall’appena citato Blow up a La dolce vita (con la cui sceneggiatura nasce la figura del “paparazzo”), da La finestra sul cortile a Occhio indiscreto e Pretty Baby, da Smoke a I ponti di Madison County, e poi, ancora, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Legittima difesa, One Hour Photo e altro (tra cui, tanto fotoreportage di guerra).
Quindi, a complemento, osservazioni microscopiche, quasi di traverso, quali sono le osservazioni sui titoli di testa nei quali compaiono fotografie d’autore, riconosciute come tali e attribuite (Cenerentola a Parigi e Occhio indiscreto), flash che illuminano la scena, attori celebri con macchina fotografica, mirini/schermi/vetri smerigliati/obiettivi in primo piano, fototessere, fotografia segnaletica, individuati sia in film nei quali la fotografia stessa svolge un proprio ruolo, sia in scenografie di passaggio, effimere ma affascinanti.
Ancora, fotografi veri: Margaret Bourke-White (Candice Bergen), nella sceneggiatura di Gandhi; Ernest James Bellocq (Keith Carradine), rivelato in Pretty Baby; Weegee (Joe Pesci), evocato in Occhio indiscreto; Joe Rosenthal (Ned Eisenberg), che consegna alla Storia la bandiera statunitense issata sul monte Suribachi, nell’isola di Iwo Jima, vicenda discriminante del fronte del Pacifico della Seconda guerra mondiale, raccontata in Flags of Our Fathers; i tormenti di Diane Arbus (Nicole Kidman), nell’esplicito Fur. Un ritratto immaginario di Diane Arbus.
Insomma: senza soluzione di continuità, film sulla e con la fotografia protagonista, ma anche film con la fotografia in ruolo comprimario. Tutte evocazioni che si sintonizzano con il vissuto di chi visita la mostra e riconosce i titoli di film che hanno accompagnato le esistenze individuali: un autentico piacere per il cuore e un avvincente stimolo per la mente.
In chiusura, le schede dei film presi in considerazione, dai quali sono state ricavate le immagini di Fotogrammi. Fotografi e fotografia nel cinema.
Maurizio Rebuzzini è direttore di FOTOgraphia, mensile di riflessione e approfondimento, che ha creato nel 1994, del quale è anche editore.
Oltre le tematiche ufficiali della fotografia, si occupa di aspetti paralleli. In particolare, ha approfondito alcune delle combinazioni della fotografia che si proiettano al di fuori dei propri confini istituzionali: tra le quali, le fenomenologie della presenza della fotografia nel cinema (da cui l’attuale selezione Fotogrammi. Fotografi e fotografia nel cinema), nei fumetti, nella narrativa; e poi si segnala la sistematica raccolta di oggetti a ispirazione e richiamo fotografici.
Ha curato mostre e programmi fotografici.È docente a incarico presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia (cattedra di Storia della fotografia, Facoltà di Lettere e Filosofia).
È curatore della sezione di Storia degli apparecchi fotografici del MNAF - Museo Nazionale Alinari della Fotografia, di Firenze.
Filippo Rebuzzini è appassionato di cinema moderno e contemporaneo, per il quale collabora fattivamente a FOTOgraphia.Coinvolto nella rilevazione della presenza della fotografia all’interno di sceneggiature cinematografiche, ha focalizzato memoria ed esperienza su momenti e situazioni grandi e consistenti, anche nei numeri.
La sua osservazione estranea a percorsi culturali fossilizzati ha distribuito brio e freschezza sull’intero impianto Fotogrammi. Fotografi e fotografia nel cinema.
Testo tratto dal comunicato stampa ufficiale.
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