Il trucco originale
Da Ghergo a Shifano: una storia del cinema fotografo ad arte
Dopo
POP SHOW. La storia del cinema colorata a mano, s.t. foto libreria galleria presenta, in occasione del quinto Festival internazionale del film di Roma, un nuovo progetto espositivo legato alla memoria cinematografica.
L’idea di partenza è ancora quella di raccontare i rapporti tra cinema e fotografia muovendo da un approccio collezionistico alle immagini del passato, proponendo dunque solo fotografie originali: stampe vintage, di varia origine e formato, raccolte da s.t. in questi primi tre anni di attività della galleria.
Anziché puntare su un fondo fotografico omogeneo (l’archivio di un’agenzia, di un fotografo, o una raccolta di immagini dedicate a una singola personalità), in questo caso si è scelto di procedere attraverso un lavoro di montaggio: da una serie di fondi fotografici dispersi sono state selezionate una cinquantina di immagini, capaci di documentare le molteplici sollecitazioni che l’universo simbolico del cinema ha offerto ed offre alla creatività del fotografo e alla sensibilità estetica contemporanea.
In questa storia del cinema fotografato ad arte confluiscono, in primo luogo, le opere di alcuni maestri italiani del Novecento: ritrattisti classici come Arturgo Ghergo , fotoreporter in vario modo legati al mondo del cinema (Tazio Secchiaroli, Pierluigi Praturlon, Franco Pinna), ma anche personalità attive in tutt’altro ambito.
E’ il caso, ad esempio, di Ugo Mulas, rigoroso interprete della scena artistica degli anni sessanta e settanta, di cui vengono presentati alcuni scatti che ritraggono Alberto Sordi durante le riprese del film di Tinto Brass Il disco volante (1964).
Ed è il caso, soprattutto, di Mario Schifano, che oltre ad essersi cimentato direttamente nella realizzazione di film sperimentali, nei suoi lavori di matrice fotografica -e in particolare nelle polaroid scattate allo schermo televisivo, ha indirizzato spesso la sua attenzione al repertorio cinematografico.
Protagonisti della mostra sono poi coloro che la storia del cinema l’hanno scritta davanti e dietro la macchina da presa.
Inutile sottolineare come i personaggi ritratti siano tutt’altro che rappresentativi di oltre un secolo di produzione cinematografica, o anche solo della stagione più significativa del cinema italiano (dal dopoguerra alla fine degli anni sessanta).
Fra le foto trovate ed esposte da s.t., gli scatti d’autore ad alcune dive del cinema del Novecento (da Alida Valli a Silvana Mangano, da Audrey Hepburn a Brigitte Bardot), si affiancano ad anonime foto promozionali di attori di secondo piano. Da tale prospettiva, la mostra testimonia, una volta di più, come lo spettatore contemporaneo sia spesso votato a rintracciare un’inedita densità estetica proprio fra le immagini “senza qualità”.
Il trucco originale consisterebbe dunque proprio in questo: lo stratagemma -più o meno raffinato, più o meno consapevole- che il cinema ha saputo utilizzare per conquistarci con le immagini fisse del suo mondo sfuggente ; e il sortilegio con il quale la fotografia, a sua volta, riesce fatalmente a imbellettare e abbellire anche la realtà più desolata.
Testo e immagini tratti dal comunicato stampa ufficiale.
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